Per quanto cerchiamo di mantenerci attivi, appassionati e sempre alla ricerca di nuovi stimoli, accade spesso di ritrovarci, nel corso degli anni, intenti a raccontare una nostra esperienza con quel senso di vaga malinconia, tipico di chi si rende conto di non poter più rivivere le stesse emozioni.
I bambini piuttosto piccoli risultano, per loro stessa natura, incatenati ad uno schema mentale che fonde la forma e la sostanza in un unico processo neurale.
Per un bimbo, cioè, ogni cosa di cui si compone il mondo è tale solo in quanto munita di una forma invariabile; il regno delle metamorfosi e dei concetti astratti poco collima con delle capacità mentali abituate ad identificare un oggetto solo su base sensoriale.
Esattamente come accade per molti adulti, le cose cambiano aspetto, agli occhi dei bambini, a seconda di come vengono presentate loro.
In caso abbiate voglia di realizzare un piccolo esperimento sociale, provate a chiedere ad uno qualunque dei vostri figli di dedicare un’oretta del suo tempo alla scoperta dei tratti distintivi della cultura mediorientale e di applicarsi in una serie di esercizi, volti a rafforzare le loro abilità mnemoniche, manuali e cognitive.
Molto probabilmente, la recente perdita di mordente delle arte figurative sul tessuto sociale e sull’immaginario collettivo, è dovuta a quella continua ricerca del “nuovo” che ha snaturato le finalità e gli obiettivi del gesto artistico in quanto tale.
Tanto per gli adulti, quanto per i bambini, la vita (al netto di tutte le considerazioni filosofiche, morali, o religiose che proiettiamo su di essa) si configura alla stregua di una lunga sequenza di giornate.
Un po’ per reazione di fronte ad un mondo sempre più deumanizzato dalla sovrabbondanza di relazioni digitali, un po’ per sincero interesse, l’ultimo decennio ha assistito ad una sorta di riscoperta globale della Natura, declinata in diversi ambiti e in diversi settori.
Il filosofo tedesco Max Stirner, nel suo capolavoro (“L’unico e la sua proprietà”), suddivide la storia umana in due fasi, caratterizzate rispettivamente, dalle categorie di “mondo” e di “spirito”.
Avete presente la Storia, quella con la “S” maiuscola che definiva il nostro sentirci parte di una linea temporale unica e che portava la nostra infinitesimale esistenza al centro di battaglie, intrighi di palazzo e tradimenti?
Romanzo dedicato a bambini ormai perfettamente a loro agio con la lettura autonoma e con la comprensione di testi abbastanza lunghi, Il mistero di Desilucente è una superba avventura che porta il lettore a diretto contatto con un universo incantato; perennemente sospeso tra la fiaba e il romanzo giallo.
Strana cosa la felicità: più la cerchiamo, più ci sfugge; più la vediamo negli altri e meno riusciamo ad afferrarla nella nostra vita.
Vi è mai capitato di sognare ad occhi aperti qualcosa di (apparentemente) impossibile, al punto da volerlo inseguire con tutte le vostre forze?
Vi è mai capitato di sentirvi dire di lasciar perdere i vostri sogni impossibili e di concentrarvi su tutto ciò che, a detta altrui, potrebbe rendervi davvero felici?