Alice nelle figure di Gianni Rodari e Anna Laura Cantone

Alice nelle figure

Last Updated on 23 Novembre 2018 by Maestra Sara

Rilettura per immagini della celebre fiaba di Gianni Rodari, Alice nelle figure è un albo dal sapore quasi magico, che affianca alla narrazione scorrevole uno stile illustrativo tanto insolito da rendere la storia “viva”, oltre i confini della sua naturale concezione.

La scelta operata da Anna Laura Cantone di rappresentare la vicenda secondo dettami stilistici lontani dalla consueta componente iconografica che accompagna Rodari (si pensi a Nicoletta Costa) conferisce infatti una sorta di nuovo slancio vitale alla sua fiaba, trasformando Alice nelle figure in un albo dalle tinte surreali e fortemente meta-letterarie.

Se già di per sé, la composizione di Gianni Rodari sfida apertamente l’universo della fiaba classica (l’omonima Alice nel paese delle meraviglie su tutte), la variante realizzata dalla Cantone ne accentua la componente ironica e onirica, dando vita ad un testo imprevedibile e, al tempo stesso, godibilissimo.

Alice nelle figure

Facendo un passo indietro, per chi non conoscesse la vicenda, Alice nelle figure è una sorta di meta-fiaba che ironizza apertamente sul celebre ingresso di Alice nel mondo incantato, per dar vita ad una narrazione nuova, in cui all’omonima protagonista accade di precipitare nei meandri di un universo parallelo rappresentato da un libro di fiabe.

Mentre la celebre Alice di Lewis Caroll precipita, cioè, in una sorta di mondo parallelo che possiede tutti connotati e gli elementi di una fiaba, l’Alice di Rodari precipita invece direttamente in un libro di fiabe, trovandosi consapevole, fin dal suo primo ingresso nel mondo fatato, della paradossalità della situazione venutasi a creare.

Oltre la mera componente legata al divertimento e all’ironia, Alice nelle figure racchiude al suo interno numerosi moventi didattici e didascalici, celando tra le pagine un meraviglioso invito alla lettura e alla volontà di perdersi, in modo consapevole, tra le pagine dei libri.

Pur restando perennemente consapevole della sua natura e della sua sfera d’appartenenza, la piccola Alice riesce a penetrare tanto a fondo l’universo fiabesco da diventarne parte integrante, quasi come se la lettura si trovasse ad essere un mezzo per estraniarci da noi stessi, senza tuttavia mai smarrirci fino in fondo dentro l’oggetto della nostra contemplazione letteraria.

Alice nelle figure di Gianni Rodari e Anna Laura Cantone

Alice nelle figure invita cioè il bambino a guardare i libri per quello che sono: appassionanti universi da esplorare in prima persona, pur tenendo un piede sempre ancorato a quella realtà di fatto alla quale apparteniamo.

Proprio la capacità di sapersi immedesimare in una storia senza venirne totalmente assorbito sancisce il discrimine tra il “lettore maturo” e il bambino piccolissimo; mentre il secondo è sospeso tra la possibile indifferenza verso una storia e, al contrario, il totale assorbimento; il bambino grandicello impara presto ad assumere quella posizione di moderato distacco che gli consente di godersi una storia senza rimanerne troppo turbato o coinvolto.

Come premesso, la scelta di uno stile illustrativo “non rassicurante” o convenzionale amplifica la componente emotiva della fiaba di Rodari, tramutandola in una meta-avventura a tutto tondo, in cui il simpatico senso di tensione che pervade l’opera si fa, via via, quasi reale e palpabile.

 

Alice nelle figure, un lungo viaggio nelle fiabe

Alice nelle figure è la storia di una bambina che, complice la pioggia, la noia e la desolazione dei palinsesti televisivi, decide di aprire un libro di favole illustrato; azione del tutto insolita, dato il disinteresse della piccola per la letteratura.

Se la prima pagina del libro viene accolta da Alice con un solenne sbadiglio, più la bimba prosegue nella lettura, più la sua attenzione viene rapita, fino al punto di precipitare nei meandri della storia in un modo assolutamente non metaforico.

Una volta trovatasi all’interno del libro di fiabe, Alice si imbatte in Aurora, la celebre “Bella addormentata nel bosco, che attende sognante l’arrivo del principe Filippo e di quel fatidico bacio che potrebbe risvegliarla dal sortilegio.

Il fracasso prodotto da Alice, mentre cadeva nel libro proprio sugli stivali di Filippo, portano Aurora a svegliarsi e a provare vivo disappunto per la presenza dell’insolita bambina, percepita dalla Bella addormentata alla stregua di un corpo estraneo, destinato ad intromettersi tra lei e il suo principe.

Alice nelle figure libro

In seguito, Alice si ritrova all’interno di “Cappuccetto Rosso” dove, questa volta, è la stessa bambina a presentarsi come un elemento estraneo della narrazione, onde evitare di finire tra le fauci del lupo.

Dato che il lupo cattivo non vuole sentire ragioni, Alice scappa tra le pagine del libro, fino a trovarsi in prossimità dell’ultima illustrazione del tomo, dove incontra il Gatto con gli Stivali che invita la bimba a presentarsi come governante del Marchese di Carabas, di fronte al re.

Quando Alice obietta che lei non può dire bugie, il gatto le risponde che nelle fiabe le menzogne sono lecite; Alice lo incalza, allora, sostenendo di appartenere al mondo reale ed è così che il felino invita la bimba a tornare al suo universo semantico di appartenenza.

Alice nelle figure termina con la piccola protagonista che è ormai tornata nella sua dimora e che può finalmente uscire a giocare, mentre la pioggia sta scemando.

 

Alice nelle figure, una meta-storia per i piccoli lettori

Davvero divertente e superbamente illustrato, Alice nelle figure rappresenta un ottimo movente per iniziare a parlare ai nostri bambini di emozioni e letteratura, lungo un filo logico che prevede la meta-storia come metafora del nostro amore per gli albi illustrati.

Leggere ai bambini una fiaba in cui la protagonista risulta pienamente consapevole del suo status di fronte agli elementi magici è infatti un’attività utile a portare l’immaginazione dei piccoli ad un livello superiore, in cui gli elementi reali e quelli fiabeschi si combinano lungo un duplice balletto che culmina, inutile dirlo, con il termine del libro e con quel medesimo ritorno al mondo reale compiuto da Alice.

Alice nelle figure libro rodari bambini

Data la natura di una trama non immediatamente comprensibile agli occhi dei bambini più piccoli, Alice nelle figure è una lettura che si adatta alla perfezione alle esigenze cognitive di quei bambini di 5 anni (o poco più) che hanno ormai acquisito piena familiarità con l’impiego retorico del linguaggio e con l’immaginario fiabesco.

In assenza di riferimenti certi, un bambino troppo piccolo rischia infatti di fraintendere il senso della narrazione e di arenarsi di fronte all’artificio letterario rappresentato dalla caduta di Alice nel libro.

Intendiamoci; nulla di grave, ma la vicenda diventa davvero godibile solo quando il piccolo riesce a comprenderne il senso ironico e meta-testuale, senza fermarsi ogni due righe ad interrogarsi sulla fattibilità di quanto ha appena udito.

Libro che sancisce il passaggio ideale del piccolo lettore ad una fase “matura” della sua esperienza letteraria, Alice nelle figure è dunque un’opera tanto sottile, quanto divertente, trasformata in un piccolo gioiello da una serie di illustrazioni non convenzionali e, proprio per questo, più accattivanti.

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