Last Updated on 24 Novembre 2022 by Maestra Sara
Frutto del fecondo e sempre prolifico sodalizio artistico tra Julia Donaldson e Axel Scheffler, Bastoncino è una lunga avventura che vede per protagonista un piccolo pezzo di legno, costretto a districarsi tra l’opinione che il resto del mondo ha di lui e le sue reali inclinazioni.
Metafora animata del bambino, lo sfortunato ramoscello non è infatti che il piccolo portavoce delle sue stesse esigenze vitali; un semplice arbusto che chiede agli altri di essere ascoltato e di poter essere ciò che è davvero, e non ciò che il mondo pensa di lui.
Storia di un bastoncino di legno che cerca disperatamente di far comprendere a tutti quelli che incontra come lui non sia un “comune bastoncino”, ma un rispettabile padre di famiglia che anela solo a tornare a casa, Bastoncino è infatti un meraviglioso libro che insegna ai bambini ad ascoltare e farsi ascoltare, oltre i preconcetti che gli adulti possono avere sul loro conto, in qualità di bambino.
La lunga serie di disavventure che coinvolge il minuscolo rametto e che lo relega a ruoli non esattamente in linea con le sue reali aspettative si generano, infatti, a partire dal fatto che nessuno ascolta davvero quello che il protagonista della vicenda cerca di dire loro, trovandosi gli avventori che si imbattono in lui troppo presi dall’idea preconcetta legata a ciò che Bastoncino potrebbe essere.
A partire da un giocondo cane, fino ad arrivare ad un bambino alle prese con un pupazzo di neve, tutti coloro che incontrano Bastoncino proiettano cioè sul piccolo pezzo di legno i loro desideri e le loro aspirazioni, senza curarsi troppo del fatto che Bastoncino sta urlando a gran voce di venire riportato a casa dalla sua famiglia.
Ovviamente estremizzata e trasposta su un piano meramente ironico, la vicenda coglie alla perfezione quei tratti comunicativi legati all’infanzia che prevedono i bambini perennemente intenti a cercare di esprimere le loro reali inclinazioni, di fronte ad un mondo che si ostina a ritenere che “un bambino è solo un bambino” e che dunque deve venire metaforicamente collocato in ogni luogo in cui gli adulti pensano che debba trovarsi.
Proprio come ai bambini viene spesso imposta una gamma di attività, narrazioni e contenuti completamente avulsa da quelle che sono le preferenze individuali di ogni singolo bimbo, anche a Bastoncino accade di venire destinato a compiti in linea con le esigenze di ogni specifico avventore e mai con le sue.
In questo senso, la lettura di Bastoncino porta il bambino (e l’adulto) al centro di un universo emotivo e semantico che si basa sulla comprensione delle reciproche esigenze e sul mutuo ascolto; condizione senza la quale continueremo a proiettare sui figli le nostre aspirazioni e viceversa.
Facce distinte della stessa medaglia, l’arte di ascoltare e quella di farsi ascoltare portano in dote una comunicazione feconda, che parte dal soggetto e che si conclude con la reale comprensione di ciò che l’altro vuole dire e dunque di ciò che l’interlocutore è realmente.
Cruciale in una fase della vita in cui risulta davvero difficile ascoltare gli e riuscire a farsi ascoltare dai grandi, Bastoncino è dunque un ottimo testo dal quale prendere spunto per avviare un serio processo di comprensione di noi stessi e dei nostri figli.
Bastoncino, storia di uno smarrimento improvviso
Bastoncino è la storia di un ramoscello che dimora felice nell’incavo di un albero, in compagnia di moglie e prole, almeno fino al giorno in cui, correndo felice per il giardino che circonda l’arbusto, Bastoncino viene afferrato da un cane che si trovava a passare di lì.
Nonostante Bastoncino chieda a gran voce al quadrupede di essere lasciato libero di poter tornare dalla sua famiglia, il cane ha deciso di trasformare lo sfortunato protagonista in una sorta di oggetto da riporto ed inizia così a giocare con il suo padroncino.
Il funesto gioco, incentrato sul lancio di Bastoncino, viene interrotto dall’arrivo di un guardiano che intima al padrone del cane di mettergli il guinzaglio, aprendo così uno spiraglio nelle speranze di ritorno a casa nutrite dal protagonista.
Proprio quando il peggio sembrava alle spalle, una bimba si precipita su Bastoncino (nonostante gli avvertimenti di un piccione appollaiato poco sopra) e decide di impiegare il piccolo arbusto a mo’di vascello, gettandolo nel fiume per dar vita ad una breve gara con i suoi amici.
Di male in peggio, Bastoncino viene successivamente afferrato da un cigno che lo incastra nel suo nido per riparare una piccola falla, sempre in totale noncuranza di quello che il ramoscello continua a ripetere da quando sono iniziate le sue sciagure.
Aggrappandosi al remo di una barca di passaggio, Bastoncino sfugge al suo destino di “falla per nidi di cigno”, ma ahimè, subito finisce nelle grinfie di un papà che lo utilizza per guarnire un castello di sabbia costruito per compiacere i suoi figli.
Le infinite tribolazioni di Bastoncino proseguono per tutto l’anno e culminano con l’arrivo dell’Inverno, quando, inutile dirlo, il povero arbusto finisce dapprima infilato in un pupazzo di neve e, in seguito, addirittura gettato impunemente in un camino.
Quando tutto sembra perduto per sempre, Bastoncino riesce tuttavia a stringere un’insolita alleanza con Babbo Natale, casualmente incastratosi nel camino sopra il quale l’arbusto stava ardendo senza più volontà di combattere.
Il nuovo sodalizio tra Bastoncino e Babbo Natale conduce alla fine il girovago ramoscello a poter tornare dai suoi bambini, al caldo del suo nido e lontano da tutti coloro che si ostinavano a vedere in lui quello che non era.
Bastoncino e la corretta comunicazione
Come premesso, Bastoncino è una superba avventura, interamente scritta in rima, che sfrutta l’enorme carico di divertimento insito nella storia per far riflettere grandi e piccini sugli esiti di una comunicazione non corretta.
Se uno qualunque dei personaggi incontrati durante la storia avesse infatti avuto la pazienza di ascoltare Bastoncino e le sue rimostranze, la serie di equivoci non si sarebbe mai generata e lo sfortunato protagonista sarebbe potuto tornare dai suoi cari e lenire così la loro legittima apprensione.
Allo stesso modo, Bastoncino ci invita tutti, grandi e piccini, a sederci vicino al nostro prossimo, ad abbandonare la nostra idea relativa a quello che “sarebbe meglio per loro” e a cercare di coglierne l’essenza, riflessa da desideri, aneliti e da quella medesima comunicazione che rende il processo possibile.
Imperdibile, al pari di tutte le opere di Donaldson-Scheffler, Bastoncino occupa dunque un posto d’onore nella nostra ideale “biblioteca dello spirito”, in virtù della sua capacità di parlare, facendosi ascoltare fino in fondo.
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