Brunello il pipistrello, una fiaba moderna

Last Updated on 25 Novembre 2022 by Maestra Sara

Per quanto la fiaba classica risulti, nell’immaginario collettivo, spesso ancorata ad archetipi estetici e narrativi superati, la fiaba è e continua ad essere la pietra angolare su cui fonda la sua esistenza la moderna letteratura per l’infanzia.

Il classico schema che prevede la presenza di un protagonista, nel quale i bambini possano identificarsi, in grado di sovvertire una sorta di “ordine naturale” basato sulla forza, rimane sempre una costante per le opere narrative di valore.

In ogni fiaba che si rispetti, esiste uno schema ben preciso che prende il via con l’infrazione di una sorta di divieto parentale, da parte del piccolo protagonista, per poi procedere con una serie di insidie, dalle quali risulta possibile emergere solo grazie all’uso dell’astuzia e dell’intelletto.

In tutta la sua semplicità, la fiaba mostra al bambino il suo infinito potenziale e gli spiega come l’uso del ragionamento possa sovvertire un sistema predatorio basato sulla forza e sulla sopraffazione.

Tanto Cappuccetto Rosso, quanto Hansel e Gretel riescono ad avere la meglio sui loro aggressori proprio perché l’astuzia consente loro di rivolgere l’arma della forza contro chi l’aveva impiegata per primo e lo stesso discorso vale per l’intero panorama estetico e semantico legato alla fiaba classica, a sua volta mutuato dalla favola antica.

Dato che nel mondo reale, le cose sembrano andare in modo leggermente diverso e l’intelligenza è spesso preda della forza bruta, la fiaba rappresenta, oggi più che mai, un ultimo rifugio sicuro per la mente dei bambini e un ipotetico raggio di speranza nei confronti di un altro mondo possibile.

Perfettamente aderente agli archetipi della Fiaba con la “F” maiuscola, Brunello il pipistrello è un’appassionante storia che porta il piccolo lettore a misurarsi con un complesso di sensazioni ed emozioni fiabesche che fungono da specchio fedele per la sua interiorità.

Molto originale, per quanto riguarda la scelta dell’ambientazione, e molto classico, in merito all’intreccio narrativo, Brunello il pipistrello è un ottimo libro illustrato, per bambini piuttosto piccoli, che riesce ad appassionare il lettore, cercando di razionalizzare quello stesso complesso emotivo evocato durante la lettura.

A fianco della storia, il libro consta infatti di una sezione dedicata alle emozioni del piccolo lettore che si propone di mettere ordine e chiarezza in quel calderone interiore che il bimbo sente ribollire dentro di sé, man mano che la vicenda si fa sempre più intricata e appassionante.

 

Brunello il pipistrello, storia di una preda mancata

 

Scritta da Matteo Princivalle e illustrata da Alessia de Falco, la storia Brunello il pipistrello inizia con la consueta condizione di “quiete prima della tempesta” che prevede il simpatico protagonista della vicenda al sicuro nella sua caverna.

Come in ogni fiaba che si rispetti, il simpatico Brunello manifesta, un bel giorno, la sua volontà di uscire dal suo rifugio anche quando la luce del sole splende nel cielo, nonostante ai pipistrelli risulti palesemente controindicata la vita diurna.

Ignorando i moniti materni e i saggi avvertimenti genitoriali, relativi alla pericolosità del mondo esterno di giorno, Brunello vola via dalla sua caverna, dando inizio ad una serie di avventure e peripezie impreviste, quantomeno ai suoi miopi occhi (i pipistrelli sono miopi, non ciechi).

Mentre sta svolazzando felice tra i fiori, Brunello viene infatti catturato da un cacciatore che non comprende la sua reale natura e che intende trasformare il simpatico pipistrello in una succulenta pietanza, come la tradizione della fiaba impone (la maggior paura dei bambini piccoli è connessa all’antropofagia, per via di una serie di retaggi antropologici).

Poco prima di finire lessato, Brunello rivela al cacciatore di essere in realtà un ratto con le ali e, di conseguenza, un pessimo alimento per la dieta umana, facendo desistere l’uomo dai suoi propositi culinari.

La situazione si ripropone in modo analogo quando Brunello, poco dopo, viene catturato da una volpe, anch’essa felice di divorare il povero pipistrello e anch’essa pronta a desistere dopo la confessione di Brunello circa la sua reale natura.

Quando Brunello si sente ormai sicuro, si imbatte in un falco con intenzioni palesemente predatorie e, in quello stesso momento, capisce di non poter più ripetere l’artificio, dato che i falchi divorano topi e ratti senza farsi troppi problemi.

Prima che il peggio accada, Brunello riesce tuttavia a convincere il falco di non essere un topo, ma un uccello e quindi, una sorta di fratello naturale del falco stesso.

Il raggiro riesce perfettamente, il falco libera Brunello che può finalmente tornare dalla mamma nella sua grotta e dedicarsi ad uscite in orari più in linea con la sua natura.

 

Davvero ben scritto e ottimamente illustrato, Brunello il pipistrello è un’ottima lettura per tutti quei bambini di età compresa tra i due e i sei anni che vogliono misurarsi con le loro emozioni e per tutti quegli adulti che vogliono riscoprire il fascino della fiaba in un’epoca storica davvero poco fiabesca.

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