Last Updated on 18 Novembre 2019 by Maestra Sara
Basato sugli schemi della fiaba classica, Capretti Caproni è un breve racconto illustrato che porta il bambino a misurarsi con tutti quegli elementi immaginari che si inseriscono alla perfezione nel suo bagaglio emotivo e conoscitivo.
Facendo, cioè, leva su un immaginario comune, formato da orchi e animali parlanti, Capretti Caproni porta il piccolo lettore a calarsi in un universo fantastico, in cui astuzia e coesione riusciranno inevitabilmente ad avere la meglio sulla prepotenza e sulla forza bruta, esattamente come accade nella maggior parte delle fiabe composte e trascritti agli albori dell’era moderna.
Una volta svuotata dei suoi differenti topoi letterari, la fiaba è innanzitutto il racconto di come gli oppressi, gli infelici, i piccoli e i puri di cuore possono aver la meglio sulle prepotenze che infestano il mondo, facendo semplicemente leva sul loro intelletto e su quel “gioco di squadra” che consente agli outsiders di dar vita ad una nuova totalità autosufficiente.
Estremamente attuale in un’epoca storica funestata dal bullismo (non che le epoche precedenti non lo fossero, intendiamoci), Capretti Caproni mostra una via d’uscita al bambino di fronte alle sue paure e spiega, al contempo, a tutti i prepotenti del mondo come la loro vanagloria sia inevitabilmente destinata a terminare, nel momento stesso in cui incontreranno qualcuno più furbo e più forte di loro.
Metafora di tutti quei bambini che si sentono minacciati da potenziali aggressioni esterne e che vivono malvolentieri i giorni di scuola, a causa di bulletti e consimili, i tre caproni della storia trovano infatti un espediente per sopraffare il vorace orco che desidera divorarli, dopo aver negato loro il passaggio verso il prato dove l’erba è più appetitosa.
Proprio la coesione, di solito “innaturale”, tra il capretto piccolo, quello mezzano e quello grande, rappresenta qui una via d’uscita di fronte alle prepotenze e un invito per tutti i bambini gentili ad unirsi e a lasciarsi alle spalle quelle differenze anagrafiche che costituiscono spesso una barriera dura da superare (alzi la mano chi non ha mai sentito pronunciare l’espressione: “non gioco con te, perché sei piccolo”).
Esplicitamente rivolto ad un pubblico di lettori collocato nella fascia d’età coincidente con gli anni della scuola d’infanzia, Capretti Caproni trova il suo maggiore punto di forza nella capacità di rileggere attraverso le immagini uno schema narrativo antico come il mondo stesso.
Se la trama e l’intreccio paiono quasi manifestarsi a seguito di un viaggio nel tempo, lo stile grafico adottato dal testo ha tinte modernissime, tanto da creare una sorta di effetto-sorpresa nel piccolo lettore, per sua natura portato ad associare il linguaggio fiabesco di tipo classico ad immagini dalle tinte “vintage”.
Lo stile ironico e quasi caricaturale adottato da Federico Fernandez, sdrammatizza fin dalle prime battute la narrazione di Olalla Gonzalez e porta il piccolo lettore a guardare con curiosità ad un universo iconografico ideato, innanzitutto, per divertirlo e per veicolare un messaggio didascalico in modo leggero e assolutamente mai gravoso.
Capretti Caproni, storia di un lauto pranzo
C’erano una volta (e altrimenti non potrebbe essere) tre caproni che vivevano sulla montagna: uno di loro era piccolo; uno mezzano e uno era un vero e proprio caprone adulto, con tanto di barba folta, corna ricurve e tutti quegli attributi fisici che denotano la piena maturità.
A dispetto delle differenti età, i tre capretti-caproni formano un tutt’uno piuttosto coeso e trascorrono le loro giornate in serena armonia, fino al giorno in cui decidono di attraversare il fiume per brucare la proverbiale “erba più verde” che cresce al di là del ponte.
Il problema, in tutto questo, è rappresentato dal fatto che sotto il ponte vive un orrendo e famelico orco e che, logicamente, la traversata potrebbe rivelarsi piuttosto complessa.
Difatti, appena l’orco sente il rumore dei passi del capretto piccolo (evidenziati da un onomatopeico “patin patin”), sale rapidamente sul ponte e manifesta l’intenzione di cibarsi del malcapitato.
Astutamente, il capretto invita l’orco ad aspettare, dato che di lì a poco transiterà sullo stesso ponte il mezzano e che, quindi, la bestia potrà avere un pasto più lauto.
Non appena il capretto mezzano sale sul ponte, la scena si ripete, con il furbo ovino che chiede all’orco di avere un po’ di pazienza ancora e di attendere il passaggio del corpulento caprone grande.
Pur languendo e soffrendo i morsi della fame, l’orco attende il passaggio del caprone, ma, per sua sfortuna, quest’ultimo si rivela un avversario piuttosto temibile.
Il caprone incorna infatti l’orco, facendolo carambolare chissà dove e consentendo ai tre animali di brucare tanta erba da diventare un giorno enormi.
Davvero scorrevole e finemente illustrato, Capretti Caproni è un’ottima lettura per tutti quei bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni che si trovano in cerca di una breve narrazione in grado di lenire le loro “ansie da bullismo” e di farli ridere allegramente di fronte alla stupidità della prepotenza.
- González, Olalla (Author)