Ora che il bambino legge in autonomia singole parole, la strada da percorrere appare splendidamente in discesa e, poco distante, si intravede il sorgere di quel sole ludico che avevamo costretto al tramonto all’inizio del nostro percorso.
Se siete giunti fin qui è perché, molto probabilmente, avete applicato i miei suggerimenti legati alla memorizzazione dell’alfabeto e avete ottenuto l’effetto sperato, portando vostro figlio a riconoscere ogni vocale e consonante presente nella lingua italiana, in tempi rapidamente brevi.
Una volta stabilito in maniera insindacabile che, per insegnare a leggere ai bambini, la fonetica riveste un ruolo prioritario (in maniera inversamente proporzionale all’età del piccolo allievo) e una volta insegnato al bambino una sorta di pre-alfabeto basato esclusivamente sui suoni che conosce, è ampiamente possibile cimentarsi con i segni grafici che compongono l’alfabeto vero e proprio.
Una volta stabilito che insegnare a leggere ai bambini in età prescolare rappresenta un patrimonio di inestimabile valore (vedi parte prima di questa lezione, clicca qui) resta ora da capire come catturare il loro interesse in modo costante, onde evitare che i piccoli si stufino dopo pochi minuti, restando ancorati alla lettera “C”.
Dato che la moderna scuola dell’infanzia segue necessariamente percorsi didattici modellati sulle esigenze conoscitive di bambini di età differenti, nel corso dei quali la componente didattica di tipo “classico” risulta quasi del tutto assente, molti genitori sentono l’esigenza di insegnare a leggere ai bambini in età prescolare e, per raggiungere l’obiettivo, si votano in direzione di soluzioni spesso improbabili e infruttuose.