Last Updated on 10 Luglio 2018 by Maestra Sara
Superba storia, finemente illustrata, C’è un rinofante sul tetto! si colloca a pieno titolo nel novero di quei libri per l’infanzia in cui la componente didattica viene abilmente celata e trasfigurata all’interno di una fiaba moderna.
Molto scorrevole, a fronte di una discreta lunghezza, C’è un rinofante sul tetto! è infatti uno di quei libri il cui impiego ludico porta in dote la capacità di agire sull’inconscio dei bambini, alle prese con l’inevitabile terrore dell’ignoto e con la paura legata ad un ambiente non familiare.
Se tutti i bambini tendono a sviluppare, intorno al terzo anno di età, una sorta di paura del buio, il suo superamento è spesso legato alla ripetizione e al senso di protezione offerto dalla cameretta, più che dal subentrare di una componente razionale tout-court.
In parole povere, il fatto che i bambini riescano finalmente a dormire tranquilli nel loro lettino, non è inizialmente legato al fatto che il bambino piccolo sia effettivamente riuscito a sedare il terrore con l’ausilio della ragione, ma al fatto che la sua cameretta gli offre un senso di continuità tale da riuscire a tranquillizzarlo.
La possibilità di affidare la sua percezione sensoriale ad una continuità ininterrotta, permette cioè al bambino di ritrovare gli stessi oggetti e le stesse dimensioni spaziali anche nel cuore della notte, dandogli l’impressione che tutto sia al suo posto e che l’ambiente gli offra quella protezione di cui aveva bisogno.
Il suo letto, i suoi cuscini, il suo peluche e un senso di spazialità ormai acquisita, cioè, consentono ai bambini di lenire e nascondere il terrore del buio e ai genitori di passare la maggior parte delle notti serenamente e senza troppe ansie.
La componente emotiva legata all’inconscio e alla paura risulta, tuttavia, ancora lontana dal venire domata completamente e l’atavica paura del buio si trova sempre in agguato, pronta a riemergere ogni volta in cui i riferimenti vengono stravolti.
Non è raro, quindi, che un cambiamento di ambiente notturno porti in dote un ritorno in auge di quel terrore del buio che, proprio come un ipotetico mostriciattolo, aspettava solo di riemergere in forma aumentata.
Se anche a voi è capitato di trovare i nonni con occhiaie fino alle ginocchia, dopo che avevate lasciato il piccolo a dormire da loro, C’è un rinofante sul tetto! fa proprio al caso vostro e potrà senz’altro aiutare voi e i vostri genitori ad uscire da un’impasse che pare assumere i contorni di un autentico stallo.
C’è un rinofante sul tetto! trama e struttura dell’opera
Ideato da Marita Van der Vyer e illustrato da Dale Blankenaar, C’è un rinfoante sul Tetto! narra le gesta di un bambino che si reca a dormire dai suoi nonni per la prima volta e che, proprio al momento di coricarsi, viene attaccato da mostruose creature immaginarie, pronte ad impedirgli di prendere sonno.
Nonostante gli amorevoli nonnini abbiano fatto tutto ciò che era in loro potere per conciliare il sonno al bimbo, cantandogli la canzone del topolino valoroso e leggendogli storie, il bimbo comincia infatti a percepire strani rumori provenienti dal tetto, non appena le luci si spengono.
Accade così che Daniel (questo il nome del piccolo protagonista) inizi a chiamare i nonni, sostenendo che non può dormire per via di un branco di rinofanti che si agitano proprio sopra il tetto della sua stanzetta.
Piuttosto paziente, il nonno provvede a scacciare i rinofanti con il suo bastone da passeggio, cancellando dalla mente del piccolo quei rumori che erano palesemente frutto della sua capacità di lasciarsi suggestionare dall’ambiente nuovo.
I rinofanti non erano tuttavia (poveri nonni!) che i primi arrivati di una lunga serie di animali immaginari, destinati a movimentare la notte della famigliola e a produrre le sopracitate occhiaie sul volto degli anziani parenti.
Ogni volta che Daniel afferma di aver udito un coccopotamo dimenarsi nella doccia, una dragoraffa fare capolino dall’armadio, un cervorilla sbucare da sotto il letto o un gigantesco leone vero (in realtà è il gatto domestico) adagiarsi sul letto, i nonni si rivelano molto abili nell’assecondare le fantasie del piccolo e nel rivelargli come scacciare il tremendo bestiario o, addirittura, farsi amiche quelle strane creature.
Proprio quando il bambino si convince che il cervorilla immaginario e il gatto reale lo proteggeranno di fronte all’eventualità di ulteriori attacchi, Daniel riesce finalmente a prendere sonno e a lasciare che i suoi nonni si godano il meritato riposo.
Perché devi leggere C’è un rinofante sul tetto!
Come premesso, C’è un rinofante sul tetto! non è una storia illustrata sul terrore del buio tout-court, ma una favola moderna che insegna a gestire la paura dell’ignoto e la perdita dei riferimenti spaziali abituali.
C’è un rinofante sul tetto! non parla infatti a quei bambini che iniziano a temere l’oscurità notturna (per quello ci sono altre ottime storie), ma a coloro che si trovano in quella fase di transizione in cui il timore risulta lenito solo tra le mura domestiche e che si trovano dunque soggetti a “ricadute” ogni volta in cui l’ambiente notturno muta.
Destinata ad un pubblico di bambini compresi tra i 4 ei 7 anni, C’è un rinofante sul tetto! si pone l’ambizioso obiettivo di svelare, da un lato, come il terrore del buio sia ancora ben lungi dal venire integralmente razionalizzato e superato e, dall’altro, di offrire un’ottima via di fuga a tutti quei nonni e quegli zii che credono che ci sia qualcosa di sbagliato in loro o nella loro casa.
Se il bambino non dorme e si agita a casa dei nonni, il problema non sta infatti nella casa in quanto tale, ma nel fatto che l’introduzione del bimbo in una dimensione ignota solleva il coperchio ad un proverbiale Vaso di Pandora emotivo, portando a riaffiorare paure mai davvero sconfitte.
Il sapiente ricorso all’immaginazione, messo in atto dai nonni, rappresenta la giusta via d’uscita da una situazione difficile da gestire, dato che sposta il conflitto ad un livello interamente emotivo laddove la razionalità pura avrebbe miseramente fallito.
Se i terrori di Daniel trovano origine nel suo subconscio, i nonni comprendono infatti che proprio l’inconscio è l’ambiente adatto a lenirle e trasformano l’esperienza in un gioco, anziché perdersi in spiegazioni e sermoni che il bambino non avrebbe compreso a livello intimo.
Conclusione sul libro per bambini: C’è un rinofante sul tetto!
Opera molto più complessa di quanto potrebbe sembrare, C’è un rinofante sul tetto! è un divertente viaggio all’interno della psiche infantile e dei suoi arcani segreti, in grado di chiarire aspetti spesso misteriosi e conflittuali.
Dedicata a chiunque si trovi in difficoltà al momento di lasciare i bambini dai nonni per qualche notte, il libro può tranquillamente venire letto anche in assenza di un movente contingente, dato che il bambino non esiterà a riconoscersi in quella lunga serie di paure e a ridere di gusto di un inconscio non ancora in grado di superare a pieno il terrore del buio e dell’ignoto.
- Editore: LupoGuido
- Autore: Marita Van der Vyver , Dale Blankenaar , Csaba Dalla Zorza , Virginia Portioli
- Collana:
- Formato: Libro rilegato
- Anno: 2018