Last Updated on 27 Settembre 2019 by Maestra Sara
Se tutti i bambini molto piccoli provano un certo grado di piacere fisico nell’espletare le proprie funzioni corporali, non appena varcata la soglia della primissima infanzia, i bimbi iniziano e percepire la defecazione (fare la cacca, per intenderci) come una cosa profondamente imbarazzante e comica.
Semanticamente ben radicata nell’immaginario linguistico dei bambini, la cacca rappresenta infatti una sorta di oggetto misterioso e sgradevole; utile da impiegare in una serie di analogie poco convenienti e in divertenti storielle in cui le feci assumono un ruolo centrale.
Salvo in caso di rarissime eccezioni, legate all’ambiente circostante, “Cacca!” diviene così rapidamente la prima piccola imprecazione dei bambini e, al tempo stesso, il primo insulto da rivolgere verso tutti coloro che non ci vanno esattamente genio.
Ben radicato anche in età adulta, l’imbarazzo verso la defecazione trova la sua logica e naturale origine nella forma sgradevole della “cosa in sé” e nel fatto che il controllo degli orifizi rappresenta il vero discrimine tra la prima infanzia e l’età successiva.
La capacità di non “farsela più addosso” e dunque di poter rinunciare al pannolino, divide infatti i bambini grandicelli da quelli molto piccoli e separa tutti coloro che sanno dominare il puzzolente elemento da coloro che, invece, ne sono ancora dominati.
Chi me l’ha fatta in testa? di Werner Holwarth e Wolf Elbruch rappresenta, in quest’ottica, una divertente commedia dai toni umoristici, che porta il bambino a ridere di gusto per tutto il corso della narrazione, proprio in virtù della continua presenza dell’elemento cacca, presentato sotto diverse spoglie.
Assolutamente mai volgare o fine a se stesso (in caso ci fosse bisogno di dirlo) Chi me l’ha fatta in testa? è infatti una piccola fiaba che conduce il bambino alla scoperta della naturalità della defecazione, fenomeno comune a tutto il regno animale, fungendo, al contempo da rapido breviario sui fenomeni digestivi.
Oltre a far ridere a crepapelle i bimbi, Chi me l’ha fatta in testa? introduce una serie di nozioncine, legate alla forma e alla consistenza degli escrementi animali, piuttosto utili per tutti quei piccoli che intendono esplorare l’universo della vita in tutte le sue più variegate sfaccettature.
Chi me l’ha fatta in testa? Alla ricerca del colpevole
Una sera come tante altre, una piccola talpa mette la testa fuori dalla sua tana per controllare se il sole è già tramontato e, all’improvviso, sente qualcosa di caldo, fumante e piuttosto sgradevole precipitare sulla sua testa.
Pur non essendo esattamente un genio (l’idea di pulirsi il capo non la sfiora per tutta l’avventura), la piccola talpa capisce che qualcuno o qualcosa gliel’ha fatta in testa e si mette alla disperata ricerca del colpevole.
Dopo pochi istanti, la talpa si imbatte in un piccione e gli chiede se gli escrementi presenti sopra la testa siano opera sua; subito il volatile declina ogni responsabilità e gli offre una dimostrazione pratica di quanto le sue feci possiedano una consistenza e un aspetto del tutto differenti da quelle che la talpa porta in testa.
Identico schema si ripete con un cavallo, con un coniglio, con una capra, con una mucca e con un maiale; tutti lesti nel produrre escrementi per fornire alla talpa la prova della loro palese innocenza di fronte al misfatto compiutosi al tramonto.
Ormai presa da sconforto, la talpa incontra due mosche intente a sollevare escrementi e capisce immediatamente di dover chiedere consiglio alle vere esperte in materia, onde evitare pericolosi fraintendimenti.
Regine indiscusse della cacca, le mosche spiegano dunque alla talpa che l’origine degli escrementi è senza dubbio canina e che, quindi Gianmaria, il cane del macellaio, è senz’altro il responsabile dell’accaduto.
Cogliendo il cane addormentato, la talpa deposita i suoi minuscoli escrementi (della cui presenza, probabilmente Gianmaria non si accorgerà mai) sulla sua testa e corre felice nella sua tana, lieta di essersi finalmente vendicata.
Libro molto scorrevole e divertente, Chi me l’ha fatta in testa? trova nella compiutezza e nell’eleganza del linguaggio il suo punto di forza, data la gamma e la qualità degli aggettivi impiegata per descrivere gli escrementi delle varie specie animali presentati nel corso della storia.
L’impiego di un vocabolario molto curato chiarisce da subito la reale destinazione del libro e relega l’opera ad una fascia d’età compresa tra i quattro e i sei anni.
Intendiamoci, anche un bambino di tre anni potrebbe agevolmente trovare divertente Chi me l’ha fatta in testa?, ma rischierebbe di perderne le sfumature, non possedendo un bagaglio linguistico adeguato e trovandosi spesso relegato, suo malgrado, in quel limbo che separa la consapevolezza delle proprie funzioni corporali dal comico imbarazzo che ne consegue.