Cornabicorna contro Cornabicorna, la sottile arte dell’insulto

Cornabicorna contro Cornabicorna

Last Updated on 28 Settembre 2018 by Maestra Sara

Capitolo terzo della saga dedicata alla battaglia tra Pietro e la strega, Cornabicorna contro Cornabicorna riprende la narrazione esattamente da dove l’aveva lasciata (con la megera tramutata in zucca), focalizzando la vicenda su quella sottile arte dell’insulto che rappresenta uno dei nuclei centrali dell’intera epopea.

Per quanto tutti noi cerchiamo di impedire ai nostri bambini di pronunciare parole o espressioni ingiuriose, indirizzandoli verso innocue locuzioni come “sciocchino”, l’insulto entra ben presto a far parte del lessico dei più piccoli, consapevoli del potere della parola e desiderosi di trasporre le loro piccolo battaglie da un piano fisico ad uno squisitamente verbale.

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Premesso che ingiurie e offese risulterebbero comunque da bandire in un mondo ideale, il fatto che i bambini vi si dedichino con tanto ardore rappresenta una tappa ineliminabile nel loro percorso di crescita; tappa che spesso coincide con l’abbandono della forza in favore dell’ingegno.

Se i bambini di due o tre anni cercano cioè di dirimere le loro controversie a schiaffi e spintoni, intorno ai quattro anni, i piccoli cominciano a comprendere che le loro piccoli questioni possono venire risolte anche senza doversi per forza far male (in un’accezione fisica) e sostituiscono sovente l’aggressione con l’insulto.

Purtroppo, in tutto questo, noi genitori non ci possiamo far molto, dato che porre un argine all’eruzione vocale dei bambini può apparire un’impresa disperata, in relazione ad un contesto sociale in cui l’insulto va per la maggiore e si trasforma presto in una costante delle relazioni tra coetanei.

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Preso atto del fatto che i bambini amano le ingiurie almeno quanto amano i gelati, è comunque possibile porre dei limiti, bandendo severamente le parolacce vere e proprie, e cercando di incanalare la vis verbale dei bimbi verso insulti “bianchi” che non risultino realmente offensivi per via della loro natura di espressioni gioconde e simpatiche.

Cornabicorna contro Cornabicorna cerca di fare esattamente questo, proponendo una galleria di bizzarre espressioni solo apparentemente offensive (“puzzetta di cammello”, “budino rammollito”, “testa di zebra malzebrata”) ed enfatizzandone il ruolo all’interno della narrazione.

Premesso che il rischio di emulazione e di ripetizione continua delle espressioni che denotano il testo è piuttosto elevato, l’ideale sarebbe riservare la lettura di Cornabicorna contro Cornabicorna ad un pubblico di bambini piuttosto grandicelli (dai 5 anni in su) ed in grado di comprendere la natura di extrema ratio che definisce l’insulto creativo.

 

Cornabicorna contro Cornabicorna, storia di una strega raddoppiata

Ci eravamo lasciati con la temibile strega tramutata in zucca dall’astuzia di Pietro e ci ritroviamo con la megera pronta a venire servita in tavola dagli incauti genitori del bimbo, inconsapevoli di scoperchiare un nuovo vaso di Pandora andando a proporre lo strano ortaggio per cena.

Cornabicorna contro Cornabicorna si apre infatti con l’ormai consueto quadretto familiare che prevede Pietro intento a rifiutare la cena (questa volta a ragione) e con il papà del bambino che taglia la malefica zucca, scatenando una sorta di putiferio alimentare, comprensivo di oscuri vapori e di odori terrificanti.

Cornabicorna contro Cornabicorna, la sottile arte dell’insulto

Dopo essere stato mandato a letto senza cena, come sempre, Pietro ode uno strano rumore provenire dalla cucina e, in pieno stato di dormiveglia, viene rapito da misteriosi rami che il bambino inizialmente scambia per le braccia della madre.

Una volta risvegliatosi bruscamente, Pietro si ritrova in cucina la cospetto di due streghe Cornabicorna, per via di una sorta di incantesimo che ha permesso alla fattucchiera di sdoppiarsi in concomitanza con l’incauto taglio della zucca operato dal padre.

Se nel primo libro, la strega aveva il compito di irretire Pietro e di terrorizzarlo affinché mangiasse la sua minestra, in Cornabicorna contro Cornabicorna il livello di conflitto tra i due protagonisti ha ormai raggiunto dimensione epiche e la strega raddoppiata desidera ora trasformare nuovamente il bimbo in una pietanza da gustare.

Accade così che le due Cornabicorna leghino Pietro come un involtino e che comincino a condirlo, arricchendo il tutto con la solita dose di insulti che la fattucchiera riserva al bambino.

Proprio gli insulti rivolti dalle due streghe, offrono a Pietro un’ancora di salvezza, dato che il piccolo applaude il talento delle megere, ma che finge di rimpiangere, al contempo, la bravura della “vera Cornabicorna” nell’inventare ingiurie ancor più offensive.

Non appena Pietro finisce di parlare, tra le due streghe inizia una feroce disputa su quale delle due sia la vera Cornabicorna; disputa che porta le fattucchiere ad insultarsi a loro volta con termini sempre più coloriti.

Cornabicorna contro Cornabicorna

Mentre le due Cornabicorna si insultano, entrambe dimenticano di essere streghe e che, quindi, i loro insulti hanno valore di incantesimi in grado di trasformare l’avversario nel corrispondente fisico dell’espressione verbale.

Accade così che, in breve tempo, le due Cornabicorna si trasformino vicendevolmente in granelli di polvere e che lo scaltro Pietro provveda ad infilarle nel cestino dei rifiuti, prima di tornare beatamente a letto.

Cornabicorna contro Cornabicorna si conclude con i familiari di Pietro che si domandano le ragioni del fracasso che proviene dal cestino dei rifiuti, mentre il bimbo sorseggia felice la sua cioccolata calda, fingendo di ignorare l’accaduto.

 

Cornabicorna contro Cornabicorna, un libro per bambini “grandicelli”

Come premesso, Cornabicorna contro Cornabicorna può essere un libro davvero divertente ed utile ad incanalare l’aggressività verbale dei bambini, a patto che lo si legga quando i giovani lettori sono ormai in grado di contestualizzare la vicenda e i coloriti insulti che la compongono.

Cornabicorna contro Cornabicorna libro

Da leggersi necessariamente come seguito di “Cornabicorna” e “La vendetta di Cornabicorna”, Cornabicorna contro Cornabicorna trasferisce infatti la sottile arte dell’insulto su un piano in cui la creatività risulta talmente marcata da scongiurare il rischio di offesa vera e propria e in cui il turpiloquio è del tutto assente.

A prescindere dalle finalità didascaliche, Cornabicorna contro Cornabicorna resta comunque un “capitolo terzo piuttosto azzeccato e funzionale a risvegliare nel bambino l’interesse verso una vicenda tanto lunga, quanto ricca di colpi di scena.

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CORNABICORNA CONTRO CORNABICORNA
  • Bertrand, Pierre (Author)

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