Cornabicorna, la rivincita dei bambini sulle minacce impossibili

Cornabicorna

Last Updated on 6 Settembre 2018 by Maestra Sara

Se tutti i genitori sono soliti, chi più, chi meno, cercare di irretire i loro riluttanti bambini con minacce poco credibili, Cornabicorna rappresenta la rivincita dei pargoli; ormai cresciuti fino al punto di potersi prendere beffe dell’immaginario spaventoso creato da mamma e papà.

Scavando nel cassetto della memoria, a tutti noi è senz’altro capitato di porre ai nostri figli bizzarri aut aut, nei quali, ad un’azione non compiuta veniva a corrispondere un terrificante castigo, che si sarebbe dovuto abbattere sul capo dei bimbi grazie all’intervento di creature mitologiche, quanto fantomatiche.

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In quest’ottica, Cornabicorna non è altro che il compimento del fatidico castigo ideato dal papà di un bambino assolutamente irremovibile riguardo alla decisione di non mangiare l’odiatissima minestra servita per cena dai suoi genitori.

Il libro composto da Magali Bonniol e da Pierre Bernard narra infatti le peripezie del piccolo Pietro, intimorito da fantomatiche minacce legate alla presenza della tremenda strega Cornabicorna, destinata a manifestarsi al cospetto di tutti quei bambini che si rifiutano di obbedire ai loro genitori e di saltare la cena a base di minestre.

A differenza di quanto il lettore potrebbe supporre dalle prime battute del libro, Cornabicorna ribalta tuttavia gli archetipi morali legati allo schema errore-castigo, ponendo il bambino al centro di un nuovo universo semantico e fornendogli quegli strumenti intellettuali utili a superare le avversità in modo autonomo.

Premesso che il libro non ha nulla di diseducativo, se letto nel modo giusto, e che non rappresenta un invito a trasgredire veti e e obblighi parentali, Cornabicorna è stato ideato, al contrario, con l’intento di rendere i più piccoli consapevoli del loro potere intellettuale e con lo scopo di invitare i genitori ad abbandonare minacce irrealistiche o comunque troppo avulse dal reale contesto.

Trascorsi gli anni della primissima infanzia, cercare di intimorire un bambino con minacce legate all’immaginario iconografico di tipo “horror” (se non ubbidisci, arriva il lupo e via dicendo) rappresenta un’azione del tutto controproducente, utile solo a spaventare i più piccoli e a sminuire il rapporto di fiducia che li lega ai loro genitori.

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Man mano che crescono, infatti, i bambini si sentono presi in giro e derisi dalle parole di mamma e papà e sviluppano la convinzione, da un lato, che i loro genitori si vogliano far beffe di loro e, dall’altro, che i castighi ventilati non hanno natura reale e che quindi la trasgressione è più che lecita, data la totale assenza di un contraltare da pagare.

Cornabicorna, primo capitolo di una fortunata saga, rappresenta in chiave fantastica proprio il momento della vita di un bambino in cui il piccolo smette di temere le minacce dei genitori e riesce a prendersi gioco di loro senza pagare pegno.

Il piccolo protagonista di Cornabicorna è infatti abbastanza scaltro e determinato non solo da contravvenire coscientemente ai moniti genitoriali, ma anche da prendersi gioco di quella creatura che si manifesta nella sua stanza da letto all’imbrunire, in base ad un artificio letterario volto a spostare nel campo del possibile quanto di fatto risulta irreale ed immaginario.

La duplice “vittoria” del bambino sui genitori e sulla strega rappresenta qui una sorta di tappa di passaggio che porta i bambini ad urlare a gran voce la loro volontà di essere trattati “da grandi” e il loro diritto ad esprimere la loro opinione senza venire per questo terrorizzati con minacce e castighi improbabili.

 

Cornabicorna, storia di una minestra non mangiata

cornabicorna stregaCome premesso, Cornabicorna si apre con la classica scena domestica di un bambino alle prese con una minestra che non vuol mangiare, anche a fronte dell’intervento del nucleo familiare allargato che comprende mamma, papà, nonna e nonno.

Stufo dei continui rifiuti di Pietro, una sera, il papà del bambino cerca di spaventare il figlio narrandogli la storia della strega Cornabicorna, fantomatica creatura della notte che si manifesta in camera da letto al calar delle tenebre per convincere i bambini a mangiare la loro minestra.

Pietro dà subito segno di non credere alla storiella del padre e continua ad opporre un netto rifiuto di fronte alla minestra; rifiuto che lo porta ad andare a letto a stomaco vuoto, come spesso accadeva.

Proprio mentre Pietro si trova, infuriato, nel suo letto, accade qualcosa di strano: la porta dell’armadio si socchiude con un cigolio e dall’anta spalancata spunta la strega Cornabicorna, tanto brutta, quanto inferocita per via della minestra rifiutata.

Anziché fuggire a gambe levate o rintanarsi sotto le coperte, Pietro inizia tuttavia ad insultare Cornabicorna facendo leva sulla sua creatività e a mettere in risalto i difetti fisici della strega permalosa.

Furibonda per l’insolito trattamento ricevuto, Cornabicorna assume dimensioni gigantesche e minaccia Pietro di divorare il suo adorato coniglietto di peluche, in caso il bambino non si fosse convinto a finire la sua minestra seduta stante.

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Facendo leva sulla sua astuzia, Pietro replica che non può mangiare la fatidica minestra perché ha perduto il cucchiaio all’interno di un calzino e non riesce più a recuperarlo.

Cadendo nel tranello, Cornabicorna si fa piccola piccola, entra nel calzino per recuperare il cucchiaio e viene giocata da Pietro, che lesto arrotola il calzino e lo getta nello scarico del wc, liberandosi così dell’odiosa strega (almeno fino al secondo capitolo della fortunata saga).

Il libro finisce con una sorta di cerchio narrativo che prevede Pietro intento a rifiutare la minestra strizzando l’occhio al suo coniglietto, ormai consapevole del suo potere intellettuale e della possibilità di sfatare il crudele destino evocato dai suoi genitori.

 

Cornabicorna, una fortunata saga

Opera prima di una quadrilogia incentrata sulla guerra totale tra la strega e il bambino, Cornabicorna è un libro profondamente innovativo che riserva la componente ludica ai bambini e la parte pedagogica ai genitori.

Più che volere educare i piccini, Cornabicorna mostra infatti ai genitori la vacuità delle loro minacce e li riprende apertamente ogniqualvolta decidono di mettere in campo streghe, lupi, vampiri o quant’altro per arginare i capricci dei loro figli.

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Affinché una minaccia ottenga lo scopo prefisso, è necessario che il castigo ventilato risulti effettivamente attuabile e che sia commisurato alla piccola violazione compiuta dai bambini, onde evitare di perdere stima e fiducia reciproca.

Il consiglio è quindi quello di evitare di evocare lo scoperchiamento dell’Inferno con tutti i suoi demoni ogni volta in cui i vostri figli rifiutano di mangiare la verdura, ma di cercare di stabilire con loro un rapporto razionale, basato sulla comprensione e sull’ascolto, prima che i bambini si prendano gioco di voi e di tutti i demoni che avete incautamente evocato.