Last Updated on 24 Marzo 2022 by Maestra Sara
Nonostante il fiorire di stupende storie illustrate per bambini e di narrazioni in grado di adattarsi ai tempi correnti, le favole classiche continuano a rivestire un ruolo di primissimo piano all’interno del ridente mondo della letteratura di infanzia.
Se provate ad addentrarvi in una qualunque libreria, noterete infatti come, a fianco delle ultime opere di Benjii Davies o di Anna Llenas, troneggino ristampe e riedizioni di Cappuccetto Rosso (ne è appena uscita una versione davvero bella!), raccolte di Esopo, di Andersen, di Fedro o dei Fratelli Grimm; tutte messe rigorosamente in ordine dai librai e provviste del bollino che le classifica come “novità”.
Dato che per la letteratura “adulta” non accade mai nulla di simile e che nessun libraio si sognerebbe mai di mettere una ristampa del Faust o delle tragedie di Sofocle in vetrina, occorre fermarsi un attimo ad interrogarsi sulle ragioni di una fortuna editoriale in grado di rompere qualunque schema e di conferire il sapore di eternità alle favole e alle fiabe classiche.
Favole classiche: le ragioni di una longevità senza tempo
A conferire lo status di evergreen alle favole classiche concorrono sicuramente molteplici fattori, comunque riconducibili alle due macro-categorie legate alla tradizione e al loro saper rappresentare il genere umano in forma “pura”, andando a tratteggiare caratteristiche e aneliti che rimangono invariati al passare dei secoli e che, proprio per questo, risultano particolarmente adatte a solleticare l’immaginario infantile.
Dal punto di vista della tradizione, è indubitabile che le favole classiche e le fiabe siano ormai divenute un autentico collante generazionale, in grado di congiungere nonni, genitori e bambini lungo un identico percorso immaginativo e, proprio per questo, di resistere all’usura del tempo in virtù della loro capacità di connettere l’immaginario di adulti e bambini e di creare quasi spontaneamente un momento di aggregazione familiare.
Se la maggior parte dei nonni (non tutti, intendiamoci) faticano spesso a trovare un terreno comune con i loro nipotini e assumono espressioni perplesse sentendo parlare di Super Pigiamini o di Venom, tutti conoscono “Cappuccetto Rosso” o “La Volpe e l’Uva” e tutti possono quindi instaurare una sorta di complicità dell’immaginario, in grado di di trascendere le barriere del tempo e dell’anagrafe.
Accade così che, fin dall’alba dei tempi, nonni e genitori riescano ad incuriosire ed interessare i bambini grazie all’abile espediente rappresentato dalle favole classiche e dalle fiabe, con la piena consapevolezza che il bagaglio emotivo che si apprestano a cedere ai bimbi non si arresterà con la generazione corrente e che, un bel giorno, altri figli e altri nipotini ascolteranno le stesse storie con il medesimo interesse.
La nascita di un supporto visivo, rappresentato dai libri illustrati, non ha fatto altro che cementare ulteriormente questo status, andando a conferire maggior univocità alle favole classiche per bambini e a rimpiazzare gradualmente la tradizione orale antecedente.
Dal punto di vista legato a trama, personaggi e significati, le favole classiche sono riuscite a ritagliarsi un glorioso ruolo nei meandri dell’eternità andando a creare e rappresentare una galleria di personaggi in grado di assurgere al ruolo di icone e di vivere, proprio per questo, al di fuori del tempo.
Se una storia illustrata contemporanea, per quanto stupenda possa essere, narra le gesta di un bambino (o di un animaletto) ben preciso, Cappuccetto Rosso, gli animali di Esopo, la Sirenetta, Hansel e Gretel rappresentano tutti i bambini in modo simultaneo, mostrando delle caratteristiche umane che perdurano al variare dei secoli e delle ambientazioni.
A prescindere dall’epoca della loro prima ideazione, le fiabe e le favole sono tali in virtù del loro riuscire a collocare la narrazione al di fuori del tempo, in un universo parallelo che esisteva prima dell’invenzione della corrente elettrica (molto, ma molto prima!) e che è rimasto immutato di fronte all’avvento di tablet e smartphones.
Il corvo e la volpe di Esopo, ad esempio, descrive una simpatica vicenda (ovviamente ipotetica) il cui valore pedagogico e morale resta e resterà sempre immutato, perché i due animali protagonisti sono degli archetipi di vizi e tendenze insiti nell’animo umano, a prescindere dal contesto in cui vengono collocati.
In ultimo, ma non meno importante, le favole classiche sopravvivono all’usura dei tempi proprio per la loro capacità di veicolare un messaggio pedagogico unico ed univoco, comunemente accettato e riconosciuto come “giusto” dal mondo adulto.
Ogni volta che si racconta una favola ai bambini, non si sta solo trascorrendo del tempo di qualità insieme a loro, ma si ha l’idea di svolgere una piccola missione didattica, andando ad instillare nei piccoli un concetto di “giusto” e “sbagliato” immediatamente riconoscibile e funzionale a dissertazioni più complesse.
A differenza delle storie illustrate contemporanee, che necessitano spesso del vaglio dei genitori, quando andiamo ad acquistare una raccolta di favole classiche, sappiamo immediatamente cosa andremo a leggere ai nostri figli e quale è il contenuto morale dell’opera.
Le favole classiche per bambini non necessitano cioè di interpretazioni e dissertazioni troppo approfondite, perché mostrano vizi, virtù ed emozioni umane come esse realmente sono, tramandando un insegnamento accettato come positivo da intere civiltà che, prima di noi, hanno funto da garante per la bontà della narrazione.
Come scegliere favole e fiabe sulla base di esigenze anagrafiche
Una volta appurato che le favole classiche sono immortali, così come le fiabe, e che è sempre meglio leggerle ai nostri figli e nipoti, resta ora da stabilire quale tra le infinite edizioni riesca ad adattarsi meglio ai nostri scopi e all’età anagrafica dei nostri bambini.
Se la narrazione è infatti “sempre quella”, non tutte le raccolte di favole classiche sono sovrapponibili o intercambiabili tra loro, dato che la stessa vicenda può venire rappresentata o raccontata in molti modi diversi, per renderla fruibile ad un pubblico di bambini più o meno grandi.
A definire le differenze tra le varie raccolte di favole e fiabe sono sostanzialmente tre fattori, legati, rispettivamente: alla volontà di rappresentare la narrazione per esteso; al rapporto che intercorre tra parola scritta e immagine e alla tipologia dell’immagine stessa.
Se, infatti, la vicenda di Cappuccetto Rosso appare sempre identica, è possibile orientarsi su un libro che riporti fedelmente la narrazione ideata da Perrault (o dai fratelli Grimm), oppure scegliere una delle molte varianti incentrate su una sorta di riassunto, in cui i dettagli vengono totalmente omessi per non distrarre i bambini più piccoli con elementi estranei al “plot”.
Risulta qui evidente che la scelta dipende proprio dall’età del bambino, dato che un bimbo di tre anni si perderà agevolmente nella selva di dettagli contemplata dalla versione estesa, mentre gioirà nel vedere la piccola protagonista giungere a casa della nonna rapidamente, senza perdersi tra i fiori, valicare ponti e aggirare gli infiniti ostacoli presenti nella storia.
Stesso discorso vale per il rapporto tra testo e immagine (seppur con notevoli eccezioni), dato che un libro denso di immagini accattivanti ed esplicative farà subito breccia nel cuore dei più piccoli, mentre una raccolta maggiormente “scritta” avrà più presa su una menta esperta e volenterosa di seguire il fluire della narrazione senza rischiare bruschi cali della soglia di attenzione.
A livello della qualità delle immagini, ce n’è davvero per tutti i gusti e sta al genitore saper scegliere una raccolta di favole e fiabe classiche in piena linea con le proprie preferenze e con le competenze artistiche dei figli.
Le illustrazioni possono infatti possedere una spiccata valenza artistica (è questo il caso di Benjamin Lacombe, giusto per citare il sommo maestro), oppure esplicativa: il primo caso presuppone spesso la conoscenza anteriore dei fatti narrati, mentre, nel secondo, l’immagine è complementare alla storia e la integra per adattarla ad esigenze prettamente conoscitive.
Eccoci dunque giunti a prendere in rassegna le principali raccolte di favole classiche, specificando fin da ora, che non mi soffermerò troppo sulle trame, ma che recensirò una raccolta per autore, chiarendo (a titolo di esempio) perché si adatta alle esigenze di una determinata fascia di età.
L’intento della lista seguente non è quello di recensire l’intero universo delle favole classiche (il metaforico spazio sul Web non basterebbe), ma di apportare una serie di esempi di opere piuttosto riuscite, chiarendo le ragioni che portano i libri in questione ad essere adatti a bambini di tre anni, piuttosto che di cinque o sei.
Una raccolte delle mie favole classiche preferite
1) Le più belle fiabe illustrate di Esopo, Edizioni EL
Dopo aver ampiamente recensito le Fiabe Illustrate di Esopo di Matteo Gaggia, da me considerato l’entry level (perdonatemi) per eccellenza, oggi voglio parlarvi di un libro completamente differente e decisamente adatto a bambini più grandicelli.
Se l’opera di Gaggia passava infatti in rapidissima carrellata tutte le principali favole classiche scritte da Esopo, il volume illustrato da Nicoletta Costa si sofferma solo su otto testi, entrando nel dettaglio della narrazione ed alternando sapientemente la parte scritta a quella disegnata.
La copertina “morbidosa” e il nome di Nicoletta Costa (superba, forse inimitabile, illustratrice per la primissima infanzia) non devono infatti trarvi in inganno: le più belle favole illustrate di Esopo non è infatti un libro per bambini piccolissimi o neofiti, ma una stupenda opera adatta ai bimbi che hanno già “masticato” libri in precedenza e che hanno la pazienza per ascoltare il dipanarsi della trama per intero.
Le otto favole contenute nel libro sono infatti ricche di descrizioni, aggettivi e costrutti sintattici adatti a partire dai 4 anni (forse 4 e mezzo) in su e presuppongono una soglia di attenzione in grado di travalicare il primo “e poi?” che generalmente accompagna l’ascolto.
Personalmente ho trovato davvero stupenda e ben realizzata l’opera (l’uso del carattere corsivo è una ciliegina sulla torta) e la consiglio davvero a chiunque abbia dei bambini grandicelli e votati all’ascolto (per gli altri, c’è il bellissimo libro di Gaggia).
2) Le più belle favole di Esopo, Fedro e La Fontaine
Raccolta di favole classiche ordinata non per autore, ma per tematica (in questo caso, il mondo animale), Le più belle favole di Esopo, Fedro e La Fontaine è sicuramente una delle opere più riuscite degli ultimi anni, in virtù di una componente artistica che fa continuamente breccia nel libro, lasciando i piccoli lettori a bocca aperta.
Lunghissima raccolta di favole (sono ben 36!), il libro trova infatti il suo principale punto di forza nelle superbe illustrazioni di Marisa Vestita e nella capacità di inserire il testo scritto in modo da adattarlo all’immagine e non viceversa.
Opera adatta anche a piccolissimi lettori (i tre anni vanno più che bene), Le più belle favole di Esopo, Fedro e La Fontaine si compone infatti di una serie di tavole davvero stupende, in cui il testo si riduce, si amplia o si sposta all’interno dell’immagine, per non appesantirla e per rendere la narrazione ancora più attraente agli occhi dei bimbi.
Pur restando leggibilissimo (intendiamoci, gli occhiali non servono), il testo si adegua cioè a quello che è lo spirito visivo della fiaba, andando a celarsi lungo una strada, sopra il dorso di un leone o in qualunque porzione della tavola dove possa venire percepito come un unicuum da colui che guarda.
Lo stile narrativo è piuttosto colorato, ma al tempo stesso sintetico ed in grado di appassionare i lettori più piccoli, magari costretti ad interrompere la narrazione per qualche chiarimento, ma difficilmente destinati a perdersi nei meandri della sintassi.
L’unica “debolezza” dell’opera è rappresentata proprio dal suo volume e dal suo peso che impongono la presenza di un adulto mentre lo si maneggia, onde non trovarsi costretti ad assistere alla duplice scena rappresentata da bambino con bernoccolo e libro ammaccato.
- Vestita, Marisa (Author)
3) Le fiabe dei fratelli Grimm
Recente e già molto apprezzata raccolta di favole classiche, Le fiabe dei fratelli Grimm rappresenta un ottimo testo, ricchissimo di immagini di varie dimensioni e, proprio per questo, adatto anche ai piccolissimi lettori.
Semplice (ma non didascalica), diretta ed immediata, la raccolta curata dalla coppia Brocklehurst Ruth-Doherty Gillian (parte di un lungo sodalizio) rappresenta infatti una sorta di standard per coloro che desiderano approcciarsi al mondo di Pollicino o ad Hansel e Gretel in modo agevole e divertente, senza troppi voli pindarici o velleità di piegare la storia a fini artistici.
Comprensivo delle 15 favole classiche più note composte dai fratelli Grimm, il libro giunge infatti subito al dunque, introducendo il piccolo all’interno di tutti quei castelli, boschi nordici e casette di marzapane che fissano gli archetipi della fiaba moderna e che permettono al piccolo di rileggere la Natura in modo magico e misterioso.
A dispetto della sua catalogazione, che prevede il libro fruibile a partire dai 5 anni, ho trovato l’opera molto scorrevole, dilazionabile e perfettamente in grado di suscitare emozioni anche in un bambino più piccolo.
4) Le mille e una notte
Dato che, fino ad ora, abbiamo assunto una prospettiva rigorosamente eurocentrica sulla fiaba, facciamo spaziare un attimo la mente e concentriamoci su un altro orizzonte narrativo, altrettanto imprescindibile.
Le mille e una notte rappresenta infatti la summa della capacità narrativa e didascalica del mondo arabo e un classico senza tempo in grado di dare vita a figure iconiche (si pensi a Sinbad od Alì Babà) in grado di trascendere ampiamente il contesto geografico, storico o politico che le aveva generate.
Proprio la presenza di un contesto ben definito e lontano dagli universi astratti greci ed europei potrebbe tuttavia rendere la lettura ostica ai bambini più piccoli, dato che lo sforzo di immedesimazione è qui meno immediato e che il giovane lettore necessita di alcune spiegazioni preliminari volte a chiarire la differenza con il mondo semantico a lui noto.
Per questa ragione, raccomanderei di leggere Le mille e una notte non prima dei 5 anni, quando il bambino si trova in grado di calarsi in situazioni mentali avulse tanto da un contesto interamente astratto (come quello della favola greca), tanto da un’ambientazione fiabesca a lui più familiare.
A livello di specifica edizione, la versione realizzata e curata dal duo Milborune-Masari e tradotta da Belardetti è semplicemente impeccabile: chiara, diretta, ottimamente illustrata e pienamente in grado di cogliere l’essenziale che si cela nella narrazione.
Qui la predominanza della parola scritta sull’illustrazione è abbastanza netta, quasi a voler sottolineare come la raccolta non sia esattamente in linea con le esigenze conoscitive ed emotive dei bimbi di 3-4 anni.
Consigliato a tutti coloro che, dopo aver consumato i libri dei fratelli Grimm o di Esopo, hanno deciso di votarsi verso una sorta di novità rimanendo sempre nell’ambito del classico, e a tutti coloro che vogliono partire proprio da queste avventure per introdurre i bambini ai concetti di diversità e differenza.
5) Le fiabe di Hans Christian Andersen
Sempre restando in tema di lettori (o ascoltatori) grandicelli, l’edizione Taschen de “Le fiabe di Hans Christian Andersen” è, a mio avviso, una delle migliori versioni mai realizzate sull’universo fiabesco creato dall’autore danese.
Lunghe, accurate, dense di dettagli e perfette nella traduzione, le fiabe inserite in questa raccolta curata da Noel Daniel rappresentano infatti una sorta di versione ideale delle narrazioni, onnicomprensiva ed in grado di fugare ogni dubbio.
Persino l’interminabile Regina della Neve, forse la favola classica più lunga della storia, appare qui sapientemente suddivisa in sezioni (in caso il piccolo si addormenti) e presentata in modo tale da risultare godibile anche quando la soglia d’attenzione non ha ancora raggiunto la piena maturità.
La lunghezza dei testi, la loro struttura sintattica (fedele all’originale), il fatto che le favole vengano presentate in modalità estesa rendono tuttavia, come ampiamente premesso, il libro non adatto a lettori troppo piccoli, a rischio noia dopo poche pagine e sicuramente destinati a perdersi in una ricchezza di dettagli davvero stupefacente.
Anche la penuria di illustrazioni, comunque molto belle e curate, rendono l’opera adatta ad una lettura univoca, effettuata dal genitore (magari prima di prendere sonno), piuttosto che ad un balletto di mani, mani piccole e mani grandi, che sfogliano il libro vicendevolmente, in cerca di stupore reciproco.
Comprensivo di una ricca introduzione sull’autore e sul contesto che ha visto nascere le sue fiabe, l’opera è consigliata a chiunque voglia entrare nel magico mondo di Andersen senza lasciare nulla di intentato ed uscirne con una conoscenza dell’autore piena ed esaustiva.
6) Le fiabe più belle di Charles Perrault
Concludiamo questa rapida rassegna sulle favole classiche (ci torneremo in modo più approfondito, promesso), con l’inossidabile Charles Perrault, forse colui che è riuscito a creare una sorta di immaginario cinematografico ante-litteram e a fissare i suoi personaggi in modo più vivido nella mente dei bambini.
Splendidamente illustrato da Francesca Rossi, il cui stile pittorico è ormai divenuto a sua volta un classico, il volume edito da WsKids ripropone infatti in veste accattivante e immediata tutti quegli eroi ed eroine resi immortali dallo zampino della Disney e dalla loro capacità di suscitare una gamma di emozioni sterminata nei bambini di tutto il mondo.
Scritte in modo semplice e davvero poco ampolloso o retorico, le fiabe di Perrault vengono qui offerte ai più piccoli in modo rapido ed avventuroso e si adattano alla perfezione alle esigenze dei bambini di 4 anni in su.
Nonostante la componente scritta risulti ben lungi dal venire sacrificata, l’opera risulta infatti più “fresca” rispetto ad altre riletture favolistiche operate dalla Rossi (Cappuccetto Rosso su tutte) e maggiormente adatta a cogliere l’attenzione di bambini volenterosi di giungere in fretta al proverbiale dunque.
Intendiamoci, anche le opere più specifiche curate da Francesca Rossi risultano pregevolissime e avvincenti, ma questa ha il pregio aggiuntivo di poter venire impiegata alla stregua di una sorta di entry level per poter introdurre i piccoli lettori nel magico mondo della fiaba.
Dedicato a chiunque cerchi una panoramica su Perrault originale, ma esaustiva, e a chiunque ami lo stile illustrativo di francesca Rossi (e gli occhioni dei suoi personaggi) questo volume rappresenta sicuramente un ottimo investimento e una sorta di tributo al mondo della fiaba.
- Perrault, Charles (Author)
Favole e fiabe, un immaginario senza tempo
Eccoci dunque giunti al termine di questo rapido viaggio nel mondo della favole e delle fiabe classiche, dove ho cercato di illustrare (in senso metaforico) le ragioni di un successo eterno e quelle che legano invece ogni edizione ad un pubblico ben preciso.
Premesso che, per ragioni di comodità linguistica ho impiegato i due termini in veste quasi intercambiabile (anche se non lo sono affatto), non ho ritenuto opportuno soffermarmi sulle infinite differenze che separano il mondo della favola da quello della fiaba, perché l’obiettivo di questo articolo è quello di definire un mondo ancorato a quelle figure iconografiche che percepiamo alla stregua di un terreno letterario comune, a prescindere dalla radice favolistica o fiabesca dei componimenti presentati.
Sia che vogliate introdurre i bambini molto piccoli verso un universo fantastico destinato ad accompagnarli per la tutta la vita, sia che vogliate approfondire nel dettaglio quanto è già noto, le ragioni per leggere favole classiche e fiabe ai nostri figli non mancano affatto, così come non manca la possibilità di votarsi in direzione delle opere più in linea con le nostre aspettative.
Tenendo presente alcuni semplici capisaldi, sarà possibile gioire delle favole classiche senza mai cadere vittime della noia e donare ai nostri bambini un prezioso bagaglio emotivo, destinato negli anni da passare di mano in mano come una valigia dei ricordi.
Per saperne di più…