Last Updated on 1 Luglio 2022 by Maestra Sara
Fin dall’alba dei tempi, le favole della buonanotte rappresentano un valido artificio serale, in grado di porre i più piccoli al riparo dai rischi di un’iperattività protratta oltre il termine delle ore diurne e i loro genitori dalla ricerca di un palliativo in grado di traghettare i bambini tra le braccia di Morfeo in modo indolore.
Leggere favole e fiabe della buonanotte rappresenta una sorta di momento magico che cementa tradizioni antichissime e che permette di dare vita ad una sorta di rituale domestico, utile a tutta la famiglia e alla genesi di una serenità che aleggia tra le mura al calar della sera.
In questo breve post voglio chiarire le ragioni antropologiche e biologiche che portano le favole della buonanotte ad essere tanto utili e tanto amate, per poi soffermarmi sulla consueta lista di titoli in grado di adattarsi alle esigenze di bambini di differenti età.
In caso vi troviate alle prese con bambini piuttosto vivaci e poco avvezzi a coricarsi di loro sponte e non abbiate, al contempo, ancora deciso di votarvi in direzione della fatidica lettura delle favole della buonanotte, è infatti mio dovere informarvi che le suddette letture non rappresentano soltanto un semplice antidoto all’insonnia o agli stimoli lanciati dalla televisione, ma che le fiabe in questione traggono la loro efficacia dalla capacità di agire su una serie di meccanismi cerebrali comuni a tutto il genere umano e particolarmente marcati nell’universo infantile.
Tutti noi possiamo infatti cadere vittima di sonnolenza improvvisa, in caso la nostra giornata sia stata particolarmente stressante, oppure decidere spontaneamente di predisporci al sonno, mediante una serie di pratiche utili ad interrompere la produzione di adrenalina che ci tiene svegli e a favorire il rilascio di una complessa gamma ormonale in grado di garantirci una notte serena.
Per quanto il sonno rappresenti una necessità fisiologica ed un fattore comune a tutto il Creato, dormire bene rappresenta una vera e propria arte, che richiede alcuni accorgimenti affinché la notte risulti il più serena possibile e il ciclo sonno-veglia si adatti a quelle che sono le reali esigenze dell’organismo.
Sia che decidiamo di sederci in poltrona a gustarci una camomilla, sia che ci corichiamo in compagnia di un libro, il transito verso il sonno profondo è frutto della nostra lunga esperienza di vita ed è interamente proteso ad evitare tutti quegli stimoli e impulsi che potrebbero interferire con la qualità del nostro sonno e con la possibilità di addormentarci in un lasso di tempo ragionevole.
Traendo spunto dalla nostra memoria e dalla più comune delle esperienze, tendiamo infatti ad evitare (o almeno dovremmo) di utilizzare lo smartphone subito prima di andare a letto, di consumare bevande eccitanti nelle ore che precedono il sonno, di protrarre le discussioni domestiche oltre tempo, onde evitare di rimuginare tutta la notte sull’accaduto e, in generale, di fornire al nostro cervello troppi spunti di riflessione o tensioni emotive.
Il bambino non ha, logicamente, una nozione definita riguardo la natura e la qualità del sonno e possiede, dalla sua, alcuni svantaggi biologici che rendono spesso più difficoltosa la genesi di un ciclo sonno-veglia naturale e basato su tempistiche funzionali al mantenimento della sua salute.
L’addormentamento nel bambino
Se riuscire a fare addormentare noi stessi risulta spesso un’impresa abbastanza complicata, le cose si fanno infinitamente più complesse quando decidiamo di mettere a letto i bambini, dato che, tanto la biologia, quanto la strenua volontà del piccolo remano decisamente in direzione contraria.
Se il calo di adrenalina negli adulti segue infatti una sorta di parabola che declina verso il far della sera, i bambini piccoli tendono infatti ad essere soggetti a picchi adrenalinici imprevisti che li portano a sviluppare una sorta di iperattività, proprio quando l’orologio biologico interno segna l’ora della nanna e il fisico sembrerebbe aver dato fondo alle ultime scorte energetiche.
A differenza degli adulti, i bambini paiono spesso “accendersi” e “spegnersi” all’improvviso, il che li porta magari a voler giocare e ballare all’ora della messa a letto e ad addormentarsi, invece, nei momenti più improbabili della giornata, sotto i colpi di un rapido cambiamento di ormoni e neurotrasmettitori.
Oltre al versante biologico, i bambini tendono a percepire il sonno come una sorta di perdita di tempo e come una parentesi da interporre a tutte le attività che attirano la loro attenzione, il che li rende piuttosto restii a volersi coricare e a sospendere, di conseguenza, l’attività ludica iniziata poc’anzi.
La lettura delle proverbiali favole e fiabe della buonanotte consente, in parte, di sopperire ad entrambi i fattori, andando, da un lato, a regalare al bambino quelle ultime gocce di adrenalina che lo condurranno nel mondo dei sogni e, dall’altro, a trasformare la messa a letto in una sorta di ulteriore attività ludica.
Le favole della buonanotte tengono infatti vigile l’attenzione del bambino quel tanto che basta a favorire lo sviluppo di quelle ultime emozioni della giornata, funzionali al proverbiale crollo finale e a fare in modo che il piccolo non si annoi nel suo lettino in attesa di un sonno che, difficilmente, si manifesta a comando.
Favole e fiabe della buonanotte, un rituale salvifico
Andando a trasformare la lettura delle favole e delle fiabe della buonanotte in una sorta di rituale ludico si crea dunque una situazione in cui il bambino attende la sera per potersi divertire con storie a lui congeniali e in cui la messa a letto viene filtrata da una sorta di anticamere emotiva che consente il passaggio al sonno in modo indiretto e dolce.
A differenza di televisori, videogiochi, smartphone e tablet, la lettura delle fiabe consente infatti al bambino di fruire di stimoli positivi che lo sollecitano senza stressarlo e che vengono rielaborati a livello meramente mentale, senza richiedere il coinvolgimento della vista o di altre parti del corpo.
Mentre ascolta le favole della buonanotte il bambino presta attenzione, riflette, chiede di ripetere, interrompe, si interroga, senza cadere tuttavia vittima di quello stress mentale tipico di chi si trova sottoposto ad impulsi luminosi o stimoli visivi troppo eccitanti.
Durante la lettura, il piccolo dà così fondo alle ultime scorte energetiche della giornata senza stancarsi, finché il suo cervello gli “toglie lentamente corrente”, lasciando il bimbo serenamente addormentato e noi intenti a riporre il libro senza far troppo rumore.
Affinché si possa parlare di rituale vero e proprio, sarebbe ideale cercare di selezionare una serie di favole della buonanotte del tutto differenti dalle letture diurne, di modo da creare l’ambiente emotivo necessario e da offrire al bimbo un senso di continuità con le serate precedenti.
Diversificare la tipologia di letture che offriamo ai nostri bimbi in base all’orario di lettura consente infatti ai piccoli di creare una sorta di stacco a livello inconscio tra le ore del giorno e quelle serali, utile a far comprendere al cervello dei più piccoli che è giunta la sera (in tutti i sensi) e che ora ci si sta preparando ad entrare in un regno fatato del tutto differente da quello creato a partire dalle “storie diurne”.
In generale, l’unico consiglio relativo alla natura delle favole della buonanotte è proprio quello che possiedano un’intrinseca differenza strutturale con le storie lette durante il giorno e non esistono ulteriori particolari accorgimenti da adottare per la scelta dei libri in questione, anche se, la fiaba classica va sempre per la maggiore e porta in dote una componente fortemente votata al raggiungimento dello scopo.
La struttura della favole classiche le rende infatti tutte piuttosto simili e consente alla mente del bambino di fare affidamento su riferimenti narrativi e iconografici piuttosto comuni, favorendo il riconoscimento della storia e il probabile finale e tenendo così la sua soglia d’attenzione sempre vigile, ma senza troppi sforzi.
A partire dal classico “C’era una volta”, fino all’immancabile “E vissero tutti felici e contenti”, le fiabe creano infatti una sorta di universo a sé stante, facilmente riconducibile alla fase che precede l’addormentamento e quindi funzionali al medesimo.
Se tutte le tipologie di letture si adattano teoricamente a diventare “favole della buonanotte” (purché, ribadisco, di segno differente dalle letture diurne), le fiabe classiche possiedono la proverbiale marcia in più, trovandosi provviste di una seria di topoi letterari in grado di conciliare il sonno, non in quanto “noiose”, ma in qualità di letture predilette per le ore serali.
Anche le avventure illustrate legate alla notte e all’addormentamento svolgono il loro compito in modo egregio, facendo leva, questa volta sul senso di emulazione tipico dell’infanzia e creando un ambiente letterario in cui tutto parla di sonno e riposo, fino alla genesi dei proverbiali sbadigli.
Pur non essendo favole della buonanotte in senso stretto, gli albi illustrati dedicati al sonno possono venire inclusi a pieno titolo in questa categoria ed impiegati per raggiungere lo scopo, sulla base delle preferenze personali dei genitori.
Favole della buonanotte, quali scegliere?
Una volta stabilito che le fiabe classiche rappresentano le letture ideali per conciliare la buonanotte e che i “testi tematici” offrono comunque un ottimo palliativo, premetto da subito che non esistono vincoli di sorta e che ogni genitore può creare un percorso emotivo del tutto differente all’ora della messa a letto dei piccoli.
Cercando di attenermi al mio piccolo canone, cercherò comunque di suggerire brevi raccolte di favole della buonanotte che si adattino il più possibile al luogo letterario creato in questo post e che si compongano di quelle particolari storie che vengono tradizionalmente associate alle letture pre-addormentamento.
Come sempre, la lunghezza e la complessità dell’intreccio delle favole della buonanotte da sottoporre ai giovani lettori varia in base all’anagrafe del pubblico di riferimento ed è ovvio che difficilmente riusciremo a fare addormentare un bambino di 3 anni leggendogli una fiaba ricca di termini complicati e di sfumature impercettibili.
Esattamente come per le favole classiche, la scelta della singola opera dipende dalla sua capacità di solleticare l’immaginario del bambino senza farlo precipitare all’interno di una giungla semantica dove non batte il sole della comprensione e dove l’auspicato addormentamento potrebbe non sopraggiungere mai.
Cercheremo dunque di scegliere favole molto semplici (non necessariamente cortissime) per bambini molto piccoli, per poi estendere il livello della narrazione e del vocabolario ma mano che gli anni passano.
Le favole della buonanotte, come premesso, rappresentano la discesa del bimbo in un mondo fatato che precede l’addormentamento e la condizione indispensabile perché il rituale vada a buon fine è rappresentata proprio dalla possibilità che il piccolo comprenda appieno quanto accade in quel mondo, senza confusione e senza troppe mediazioni.
Armiamoci dunque di pazienza e cerchiamo favole della buonanotte che siano innanzitutto accessibili ai nostri figli, preferendo raccolte piuttosto ampie, dato che anche la possibilità di fare affidamento su un identico libro entrerà presto a far parte di quella continuità notturna favorita dalla fiaba stessa.
L’impiego per svariati giorni (o settimane) di un identico testo consente al bambino di riconoscere già ad un livello visivo quello strumento che lo traghetterà nel mondo delle favole della buonanotte e capire immediatamente cosa stiamo per proporgli.
I testi che prenderò in considerazione saranno, dunque, il più possibile in linea con i canoni legati alla lunghezza e all’accessibilità, lasciando poi al lettore la scelta definitiva, sulla base delle sue specifiche preferenze e degli interessi dei propri piccoli.
Favole della buonanotte, alcuni consigli
1) Le fiabe della buonanotte. Ediz. illustrata
Opera molto semplice ed accessibile ad un pubblico di bambini piuttosto piccoli (dai 3 anni in su), Le fiabe della buonanotte rappresenta una sorta di entry level, risultando davvero agevole e sufficientemente lungo da venire impiegato per più notti.
Comprensivo di una serie di classici rivisti e presentati in forma non estesa, Le fiabe della buonanotte, edito da Gribaudo, si avvale delle ottime illustrazioni di Stefania Colnaghi per introdurre da subito il bimbo nel metaforico mondo dei sogni e per mostrare ad un livello visivo immediato la natura degli avvenimenti narrati, in caso il bambino lo richieda.
Piuttosto e vario e comprensivo di fiabe più o meno note, il testo passa in rassegna una selezione di fiabe classiche dai toni differenti, andando ad includere nella medesima mini-raccolta narrazioni apparentemente avulse l’una dall’altra, come Pollicino, i Musicanti di Brema o Cenerentole.
Il collante tra le varie narrazioni è rappresentato proprio dal minuscolo carico di adrenalina che le storie portano in dote e dal medesimo immaginario, che le ambienta in all’interno di universo fiabesco facilmente riconducibili alla dimensione onirica verso la quale si tende durante la lettura.
Questa particolare edizione porta inoltre in dote un duplice mini-vantaggio su molti omologhi, presentando un indice molto accurato, diviso per lunghezza e tematica delle fiabe e una sorta di fluorescenza della copertina che consente ai bambini molto piccoli di meravigliarsi di fronte alla vista delle stelle che si accendono come per magia.
2) I Racconti della buonanotte
Interamente incentrato sul tema animalesco, i Racconti della buonanotte rappresenta una sorta di antologia tematica incentrata su vicende domestiche che si pone come punto di incontro tra la fiaba classica e la ridefinizione dell’universo narrativo finalizzata all’addormentamento.
I Racconti della buonanotte non si compone infatti di fiabe in senso classico, ma di storielle incentrate sulle attività quotidiane svolte dal bambino, trasfigurate sotto forma di favola per favorire l’immedesimazione del piccolo lettore con la vicenda narrata.
Piuttosto vario ed eterogeneo, il testo risulta adatto ad un pubblico di bambini piuttosto piccoli, non portando in dote quell’elemento avventuroso che appassiona bimbi ormai cresciutelli, ma facendo interamente riferimento ad uno scenario emotivo proprio della primissima infanzia.
Edito da Dami Editore, i Racconti della buonanotte ha inoltre il pregio di porre in rilievo la figura materna all’interno delle storie, di modo da affidare ad un ruolo per sua natura rassicurante il compito di traghettare il bambino nel mondo dei sogni.
3) 100 storie della buonanotte
A differenza del testo trattato in precedenza, 100 storie della buonanotte presenta una componente maggiormente votata verso l’avventura e meno ancorata all’ambientazione domestica, rendendosi ideale per quei bambini, dai 4 anni in su, che hanno ormai iniziato a viaggiare con la fantasia e ritrovano nell’esplorazione la loro ansia di indipendenza.
Piuttosto compatto e facile da tenere in mano, 100 storie della buonanotte è una sorta di raccolta antologica che rilegge gli archetipi della fiaba classica in chiave moderna e che mira a dare vita ad una nuova narrativa per la primissima infanzia, composta da fiabe inedite e storie solo parzialmente sovrapponibili a quelle presenti nella favole più note.
Ricco di illustrazioni e strutturato secondo un indice tematico che consente di creare una sorta di filo conduttore tra le storie, le favole della buonanotte edite da Giunti Kids, strizza anche l’occhiolino in direzione di un pubblico di bambini molto piccoli, senza trascurare quelli più grandicelli, grazie ad un mix di lughezze e intrecci narrativi adatti a differenti età.
Ottima scelta in caso si decida di uscire un po’ dal seminato della favola classica senza perdere di vista quella struttura tipica del pre-addormentamento e ottima alternativa a testi ormai cementati da lunga tradizione, 100 storie della buonanotte è davvero un buon libro per tutti i neofiti delle favole serali.
4) Cinque minuti prima di dormire. Le più belle fiabe della buonanotte
Una volta creato un personaggio di successo, la più comune delle esperienze insegna che un format piuttosto amato può venire replicato all’infinito e sfruttato in veste di Cavallo di Troia per veicolare prodotti eterogenei.
Se anche voi vi siete accorti di come la simpatica Masha sia ormai diventata la portabandiera di cartoni animati e storie illustrate che non la vedono come protagonista diretta, il successo di Geronimo Stilton è ormai talmente ampio da poter reinvestire il simpatico topo in altri progetti.
Cinque minuti prima di dormire sfrutta infatti l’amore dei bambini per Geronimo Stilton per dar vita ad un’ottima raccolta di fiabe in cui il celeberrimo topo si pone a metà strada tra l’elemento di marketing e l’io narrante.
A prescindere dalla trovata commerciale e dal fatto che i bambini vorranno proprio quel libro, non appena scorto Geronimo Stilton in copertina, Cinque minuti prima di dormire è davvero un’ottima raccolta antologica di favole della buonanotte , in grado di raccogliere narrazioni di tipo tradizionale, spesso poco note al grande pubblico.
Cinque minuti prima di dormire si compone infatti di fiabe e favole (come “La figlia del taglialegna”, “Il grande incendio” o “Il rospo canterino”) generalmente poco battute dai sentieri letterari tradizionali, ma non per questo meno degne di nota.
Da leggere magari per ampliare l’immaginario fiabesco dei bambini, dopo aver rispolverato i classici, Cinque minuti prima di dormire è una lettura che si adatta alla perfezione tanto alle esigenze di bambini molto piccoli, quanto a quelle di tutti coloro che, in prossimità dei 5 anni cominciano ad appassionarsi a Geronimo Stilton e ad aver metaforica fame di favole nuove.
5) 365 fiabe della buonanotte
Se 100 favole della buonanotte dovessero sembrarvi poche, 365 fiabe della buonanotte è il testo che fa per voi e quello che maggiormente incarna lo spirito di continuità visiva di cui abbiamo parlato poc’anzi.
Omologo per bambini delle celebri novelle pirandelliane, 365 fiabe della buonanotte presenta infatti una diversa fiaba per ogni giorno dell’anno, sfruttando la relativa brevità della narrazione e la vastissima gamma di scelta che il libro offre.
Libro assolutamente da leggere e non “da far leggere” ai bambini, data l’assoluta predominanza della componente testuale sulle risicate immagini, 365 fiabe della buonanotte è un volume piuttosto corposo, da lasciare sul comodino in bella vista, a mo’ di feticcio serale.
Il libro sfrutta un intelligente artificio letterario, andando a proporre una galleria di personaggi ampiamente noti e iconici in veste nuova, trasferendo elementi comuni all’immaginario infantile in un contesto nuovo, di modo da creare una sorta di continuità con la fiaba classica, ma di offrire al contempo emozioni nuovo ai giovani lettori.
Sostanzialmente, 365 fiabe della buonanotte riprende 12 personaggi delle favole classiche (dalla Sirenetta ad Hansel e Gretel), reinterpretandoli parzialmente e trasformandoli nei protagonisti di nuove avventure, tutte abbastanza brevi e adatte per la fatidica lettura da effettuarsi “una al giorno”.
6) Storie da 5 minuti per far addormentare i bambini
Tralasciando l’ormai consueta indicazione relativa ai fatidici 5 minuti, arco temporale molto supposto che dovrebbe traghettare il bimbo verso le braccia di Morfeo (buona fortuna!), Storie da 5 minuti per far addormentare i bambini è un’ottima raccolta per piccolissimi lettori, ideale anche per quei bambini che non hanno ancora compiuto i tre anni.
Basata su narrazioni molto semplici ed estremamente archetipiche (l’immancabile “C’era una volta” troneggia incontrastato, in compagnia di re e principesse), Storie da 5 minuti per far addormentare i bambini rappresenta una sorta di calderone letterario universale, in cui trovare tutto e il contrario di tutto, ma alternati con garbo.
La raccolta antologica si compone, infatti, tanto di storie provenienti dalla tradizione popolare, tanto di inediti, quanto di riletture dei classici, il tutto accomunato dall’atmosfera fiabesca che definisce i parametri delle singole narrazioni.
Interessante anche la sezione dedicata alla creazione di storie per bambini ex-nihilo (forse un po’ semplicistica), grazie alla quale i genitori potranno cimentarsi con l’ideazione di trame originali per far divertire e addormentare i loro bambini.
7) L’elefantina che voleva addormentarsi. Il nuovo modo di far addormentare i bambini
Chiudiamo la breve rassegna uscendo un po’ dal tracciato e presentando un’ardita opera che mira all’addormentamento dei bambini secondo “tecniche innovative”.
Per quanto io sia un po’ scettica riguardo alla metodologia impiegata dal libro, che sfrutta la reiterazioni di topoi letterari e un sottile senso di noia che pervade il bambino, il successo editoriale de L’elefantina che voleva addormentarsi è stato talmente vasto che l’idea di non menzionarlo pareva una sorta di crimine contro la “volontà popolare”.
Seguito ideale de Il Coniglio che non voleva addormentarsi, l’opera di Carl-Johan Forssén Ehrlin basa infatti l’incedere narrativo su ritmi palesemente blandi, ispirati al training autogeno, per condurre il cervello del bambino in direzione di una sorta di meditazione interiore guidata in grado di favorire il rilassamento.
Presa di per sé, la storia del libro è davvero noiosa e assolutamente indegna di una reale menzione narrativa, ma la volontà di agire sui meccanismi limiti del cervello infantile merita comunque una discussione più approfondita.
Se fino ad ora siamo partiti dall’assunto che le favole della buonanotte producano sul bimbo un lento rilascio di adrenalina, funzionale al consumo dell’ultima riserva energetica del giorno, è piuttosto interessante anche l’idea opposta, basata su una sorta di meccanismo volto a spegnere l’emotività del bambino in modo graduale.
Ribadendo a gran voce tutto il mio scetticismo verso il libro e verso tutte le sedicenti tecniche innovative in generale, vale forse la pena fare un tentativo in caso il bambino salti come un grillo dopo la lettura di 20 fiabe della buonanotte ininterrotte, se non altro per capire se “prenderlo per noia” possa davvero essere una strada percorribile in assenza di altri spunti.
Ricordando, come sempre, che la lista di esempi da me fornita risulta ben lontana dal coprire la sterminata narrativa di settore, spero di essere riuscita a fornirvi qualche delucidazione in merito alle favole della buonanotte e qualche linea guida da seguire al momento della scelta.
Tanto se decidete di rispolverare le favole classiche che tenevate nel cassetto dal giorno successivo alla gravidanza, quanto se volete invece trovare storie nuove, leggere favole della buonanotte ai bambini resta comunque un’attività utile e divertente, soprattutto in caso di picchi di adrenalina imprevista o di bambini iperattivi.
Andando a trasformare la lettura delle favole della buonanotte in una sorte di rituale fisso regalerete ai piccoli momenti teneri e indimenticabili, quasi quanto quelli che attenderanno voi non appena il bimbo avrà chiuso gli occhi e voi potrete posare il libro, facendo magari attenzione a non farlo cadere e a vanificare così il “duro lavoro” svolto fino ad ora.
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