Last Updated on 5 Giugno 2023 by Maestra Sara
A lungo depredato, alterato e affidato a ricostruzioni postume, il mondo delle fiabe dei nativi americani è ricco di saggezza e di suggestioni letterarie.
In nessuna traduzione fiabesca presente al mondo si percepiscono, infatti, confini tanto labili quanto in quella codificata dalle antiche tribù che popolavano il Nord America prima della conquista britannica e francese.
La fiaba dei nativi americani è spesso un elemento letterario di confine, in cui mito e leggenda concorrono nel creare una serie di racconti tanto avvincenti, quanto ricchi di saggezza e di spunti di riflessione.
Se il racconto relativo all’origine del mondo e dei suoi elementi risulta, in Occidente, affidato al mito e i brevi insegnamenti morali, spesso di tipo pedagogico, formano il bagaglio culturale della favola, quando ci si addentra nelle terre dei nativi americani, queste distinzioni vengono immediatamente meno.
Pur mantenendo, per lo più, un incedere narrativo simile a quello delle nostre fiabe, i racconti presenti in questa raccolta non mancano quasi mai di celare al loro interno tutti quegli elementi moraleggianti e cosmologici tipici di altri generi narrativi.
La fiaba dei nativi americani rappresenta spesso un viaggio alla scoperta del mondo, nel corso del quale il protagonista e il lettore vengono chiamati a comprendere l’origine di tutto ciò che appare loro come un dato di fatto.
Non di rado, una fiaba si conclude con l’imprevista spiegazione relativa a fenomeni naturali (o ad usi e costumi), spostando il suo baricentro dalla narrazione avventurosa tout-court” alla dimensione del mito, della favola o della leggenda.
Molto avvincenti e quasi sempre avulse dagli schemi narrativi ai quali siamo abituati, le fiabe dei nativi americani risplendono di una bellezza ignota ad altre tradizioni analoghe, proprio per la loro capacità di spiazzare il lettore nel momento in cui la conclusione della vicenda appariva ormai scontata.
Dense di saggezza e, talvolta, persino di malinconia, le fiabe dei nativi americani rappresentano una delle più importanti testimonianze relative ad antiche civiltà, ormai tragicamente scomparse, spesso considerate come “incolte” solo da coloro che non sono stati in grado di comprenderne usi, costumi e tradizioni.
Accompagnando il lettore in un viaggio attraverso deserti, grandi fiumi, laghi e terre deserte, la raccolta “Fiabe dei nativi americani” si propone come obiettivo principale proprio la riscoperta di una serie di tradizioni che risulteranno ancor più affascinanti nel momento in cui il lettore abbandonerà la prospettiva “eurocentrica” che tende ad accompagnare spesso la lettura di fiabe.
Tutti i racconti presenti in questa raccolta sono stati accuratamente selezionati, tradotti e adattati per fornire uno specchio, il più fedele possibile, di quel mondo perduto in cui Natura e saggezza danzavano, mano nella mano, al calare del sole, sopra gli accampamenti assopiti.
Nel selezionare le fiabe per questo volume, ho cercato di evitare ripetizioni (il ciclo di Iktomi, ad esempio, è molto più lungo, rispetto alle due fiabe presentate e accorpate) e di fornire una gamma, il più ampia possibile, delle varie tipologie narrative adottate dai nativi americani.
Alcune storie ricorderanno, al lettore navigato, fiabe che celano al loro interno elementi simili a quelli della tradizione indoeuropea, mentre altre, per contro, risulteranno del tutto spiazzanti, a primo acchito.
Incentrata sulle differenti tradizioni fiabesche del Nord America, la raccolta proposta si snoda, inoltre, attraverso scenari differenti, che spaziano dalle gelide terre dell’attuale Canada alle assolate lande del sud degli Stati Uniti, formando una varietà territoriale complementare a quella narrativa.
Pur lasciando, il più possibile, invariati gli elementi linguistici delle fiabe, ho cercato di realizzare una traduzione abbordabile per il lettore europeo, evitando di riempire il testo di note e rimandi e preferendo la sostituzione di alcuni termini complessi, con altri di più immediata comprensione.
Laddove mi sono presa una certa libertà linguistica, ho specificato nel testo le ragioni della mia scelta, sempre finalizzata a rendere agile la lettura delle fiabe, soprattutto se rivolta a bambini.
Adatto ad un pubblico compreso tra i cinque e i novantanove anni (ma si può leggere tranquillamente oltre, senza gravi controindicazioni), “Fiabe dei nativi americani” rappresenta dunque il mio omaggio ad una serie di culture che ancora oggi affascinano gli occhi occidentali, sovraccaricati da input continui e desiderosi di ritrovare la pace nel caldo abbraccio della saggezza e della piena comunione con gli elementi naturali del mondo.
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