Last Updated on 8 Novembre 2022 by Maestra Sara
Al pari dell’India e dell’estremo Oriente, l’Europa del nord vanta una tradizione fiabesca invidiabile.
Il “Grande Nord” è infatti il luogo in cui fiaba e mitologia si sono fuse insieme, per svariati secoli, generando un complesso di archetipi e tradizioni destinato ad influenzare buona parte della letteratura continentale e oltre.
Ben radicate nell’immaginario locale, le figure fiabesche di derivazione nordica, avrebbero infatti costituito la base per la nascita di ulteriori tradizioni letterarie successive.
Troll, giganti, boschi incantati, principesse coraggiose e intrepidi eroi rappresentano infatti, da un lato, il retaggio della mitologia norrena e, dall’altro il terreno fertile che avrebbe favorito la nascita di nuovi schemi letterari e nuove narrazioni, basti pensare all’opera di Tolkien.
Ben prima della nascita di Andersen e della creazione del suo celeberrimo universo fiabesco, il nord Europa è stato segnato da un anelito, quasi mitologico, alla narrazione eroica e alla creazione di un epos in grado di porre il singolo in correlazione all’universale.
Custodi di tradizioni millenarie, le fiabe nordiche sono incentrate su uno schema cosmologico che vede l’elemento umano accostato a quello naturale, seppur separato da esso.
I grandi eroi e le grandi eroine delle fiabe nordiche sono consapevoli di quanto il loro potere d’azione sia limitato, in caso i favori dell’elemento naturale vengano meno e di quanto ragione e intelletto siano poca cosa, se non ci troviamo in grado di comprendere il senso degli elementi che regolano il corso del cosmo e della natura.
In modo analogo a quanto accade nella tradizione omerica, il Cosmo è il vero protagonista della fiaba nordica, con le sue infinite manifestazioni; spesso mostruose e spaventose, a volte benevole e pronte a premiare coloro che usano coraggio e intelletto per ribaltare un destino avverso.
Troll ostili, montagne impervie, regine dei mari, incantesimi, vecchie streghe e giganti non sono di per sé elementi negativi tout-court, nelle fiabe nordiche, ma manifestazioni di un volere d’ordine superiore, rigorosamente immanente, che l’eroe deve cercare di comprendere ed eventualmente sfidare.
Il lieto fine, nella fiaba nordica appartiene a colui (o colei) che comprende a fondo i meccanismi naturali, che congiunge le tessere di un puzzle invisibile ad altri occhi e che giunge alla sfida finale potendo contare sul favore della Natura dalla sua parte.
Gli eroi della fiaba nordica sono in realtà spesso degli anti-eroi; poveri, orfani e solitari che possiedono, tuttavia, il dono di avere un intelletto in grado di connetterli con i segreti del mondo naturale e di guidarli in direzione di conquiste e imprese che risulterebbero precluse ad altri.
Pur partendo da una situazione apertamente di svantaggio, l’eroe nordico vede ciò che i suoi simili non vedono, pensa in modo laterale e comprende i piani del destino meglio di principi, sovrani e cavalieri.
Nel raccogliere, selezionare, tradurre e adattare alle esigenze di un lettore del Ventunesimo Secolo le fiabe nordiche presenti in questo libro, ho cercato di mantenere intatto lo spirito originale che aveva generato le narrazioni esposte, prima ancora della loro codificazione scritta.
Pur agendo sul linguaggio e sulla componente dialogica (ho dovuto, ad esempio, esplicitare alcuni elementi narrativi che risulterebbero difficilmente accessibili al lettore moderno), ho cercato di preservare il mondo della fiaba nordica dalle edulcorazioni che sono state compiute in vari paesi e di riportare la narrazione al suo spirito e splendore originario.
Tutte le traduzioni in questo libro sono completamente inedite (le ho realizzate personalmente), come sono inedite in Italia molte delle versioni che ho presentato e alcune delle fiabe inserite in questa raccolta.
Evitando il classico schema che prevede di adattare narrazioni di diverse tradizioni ai canoni morali ed estetici imperanti a livello globale, ho cercato di svolgere un lavoro di restauro che non andasse ad incidere su quello che la fiaba voleva esprimere in origine.
Come tradizione nordica impone, alcune narrazioni possono risultare permeate da una vena oscura, altre presentare elementi che il lettore moderno potrebbe trovare “cruenti” (spesso solo in apparenza), altre ancora presentare narrazioni estese che sono state mutilare e amputate dalla volontà di rendere il mondo della fiaba nordica “adatto a tutti”.
Le fiabe che ho incluso in questo libro sono quelle che ho trovato maggiormente in linea con le tradizioni e la mitologia nordica e, come tali le ho presentate, andando ad agire, come premesso, solo sulla componente linguistica e mai sul senso più autentico del racconto.
[dall’introduzione al testo]
Al pari del mio precedente libro, Fiabe dal mondo, anche il volume che ho composto evita volutamente narrazioni celeberrime (tra cui Andersen) per focalizzarsi su quelle fiabe che risultano poco conosciute agli occhi del pubblico nostrano.
Ho selezionato quindici fiabe, tre per ogni paese trattato, piuttosto lunghe e, proprio per queste adatte ad una lettura “tutta d’un fiato”, in caso di lettori grandicelli, oppure alla serializzazione e alla suddivisione in diverse tappe; utili a consentire la metabolizzazione del narrato a bambini piuttosto piccoli.
Ogni fiaba può, cioè venire letta nel corso di un pomeriggio, se il bambino risulta interessato allo sviluppo della storia, oppure suddivisa lungo un percorso narrativo che tiene il piccolo sospeso, sera dopo sera, in attesa di sapere cosa accadrà agli eroi e alle eroine protagonisti delle storie.
Le fiabe che ho raccolto, tradotto e reinterpretato presentano, per tanto, strutture narrative piuttosto lineari, seppur lunghe, in linea con le facoltà cognitive di un pubblico compreso tra i cinque e i novantanove anni.
Nell’operare la selezione, ho cercato di unire fiabe nordiche che contenessero al loro interno tutti quegli elementi e simboli che associamo immediatamente al nord Europa (troll, montagne, giganti), permettendomi qualche divagazione qua e là, che presentasse fiabe non ancorate a schemi narrativi fissi (come nel caso de “Il contadino Villano”), pur trattegiando perfettamente una morale in linea con la cultura nordica.
Per quanto re, giganti e troll siano i protagonisti indiscussi di “Fiabe Nordiche”, al lettore capiterà, nel corso di questo breve viaggio letterario di incontrare alcune fiabe che non presentano questi elementi, pur restando fermamente ancorate all’immaginario delle terre ghiacciate nel quale sono state partorite e ideate le narrazioni fantastiche.
Nel corso della lettura, potrà tranquillamente accadere che il lettore di fiabe più navigato possa riconoscere elementi narrativi (si pensi a “Il Maiale”) a lui familiari, senza tuttavia conoscere la fiaba nordica originale; questo accade proprio perché le fiabe nordiche rappresentano, come premesso il terreno fertile che ha consentito a gran parte della fiaba europea di svilupparsi e canonizzarsi.
Alcune delle fiabe inserite in questo testo sono state codificate per la prima volta da scrittori otto-novecenteschi (come Lang), altre ancora si rifanno ad un retaggio orale che non ha mai trovato reale espressione scritta, quantomeno in lingua italiana.
Con la speranza che il testo possa spingere il piccolo lettore ad entusiasmarsi per le vicende narrate nel “grande Nord”, il libro si rivolge a tutti coloro che trovano nella fiaba una forma di sapere ancestrale e senza tempo; necessario ad integrare il pensiero razionale dominante con una componente che ci porti a sognare ad occhi aperti e a toccare il cielo con un dito.
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