Last Updated on 17 Novembre 2023 by Maestra Sara
Portata alla ribalta, in tempi recenti, da una popolare serie animata per bambini, la fiaba russa rappresenta il punto di incontro ideale tra differenti tradizioni e narrazioni, accomunate dalla capacità di creare archetipi imperituri.
Dense di mistero, streghe, boschi innevati e principi coraggiosi, le fiabe della tradizione russa si compongono di una serie di narrazioni avventurose, misteriose e talvolta profondamente ironiche, in grado di influenzare l’intera letteratura mondiale di genere.
Frutto di antiche tradizioni slave, le fiabe russe vennero codificate in forma scritta tra gli ultimi decenni del 1800 e i primi anni del ventesimo secolo da alcuni scrittori locali ed esteri (inglesi, soprattutto), che scoprirono un autentico mondo sommerso in quelle storie ancestrali, talmente iconiche da resistere all’usura del tempo.
A differenza di quanto accade in analoghe tradizioni fiabesche, la fiaba russa rappresenta un universo narrativo piuttosto eterogeneo e variegato che trova nella creazione dell’archetipo (e nella sua ripetizione) il collante tra vicende spesso molto differenti tra loro, in merito a trama e significati.
Dall’incontro tra le tradizioni orali dei popoli slavi pagani con le prime comunità cristiane sono nate infatti narrazioni che incorporano elementi delle rispettive culture in modo sincretistico e imprevedibile.
Al lettore capiterà dunque di imbattersi in narrazioni dai toni mistico-magici nelle quali fanno capolino elementi di stampo cristiano; primo tra tutti quel Diavolo che si manifesta sovente nella fiaba russa, animato da intenzioni non sempre malevole.
Personaggio iconico della tradizione letteraria russa (si pensi a “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov), il Diavolo è infatti uno degli archetipi che definiscono la fiaba russa e il suo essere sospesa tra ingegno e realtà, tra morale di stampo cristiana e misticismo slavo.
A fianco di demoni e affini, i due archetipi principali che definiscono la fiaba russa sono rappresentati da Baba Yaga e da Ivan Tsarevich.
Nel leggere questo testo, al lettore capiterà a più riprese di imbattersi nei due personaggi e, onde evitare confusione, mi preme sottolineare che, tanto Baba Yaga, quanto Ivan Tsarevich non sono vincolati ad una singola narrazione, in quanto, appunto, archetipi.
Protagonista di una celebre fiaba a lei dedicata (che non ho inserito in questo testo, avendola già proposta nel volume Fiabe dall’Est), Baba Yaga diviene, con il trascorrere del tempo, la rappresentazione della strega in quanto tale, tanto da rappresentare la megera per antonomasia. Se il lettore dovesse, per tanto, leggere due fiabe differenti incentrate su questa figura, non deve necessariamente cercare connessioni tra le due narrazioni, dal momento che Baba Yaga incarna ogni strega e non una singola strega ben precisa.
Discorso analogo vale per Ivan Tsarevich (letteralmente “figlio dello zar”): la figura incarna un archetipo e non un singolo personaggio. Ivan Tsarevich è, per tanto, tutti i principi (generalmente ultimogeniti o figli unici) dotati di una serie di caratteristiche ben precise, come coraggio, ingegno e caparbietà.
Nel tradurre queste fiabe mi sono presa la libertà di impiegare il termine “zar” come sinonimo di re, dal momento che la parola non aveva in origine il significato che le viene attribuito oggi. Nella fiaba russa, lo zar è semplicemente un regnante e non l’imperatore assoluto che governa la totalità dei territori russofoni. È più che naturale, dunque, che il lettore si imbatta in fiabe che presentano numerosi zar al loro interno, data la natura limitata del loro potere su un territorio ben preciso.
La selezione di fiabe che contiene questo volume è stata fatta per fornire uno specchio il più fedele e il più vario possibile delle differenti tradizioni che sono state canonizzate attraverso la scrittura delle fiabe.
Nel tradurre questi racconti ho cercato di mantenermi il più fedele possibile alla versione originale, alterando alcuni elementi linguistici che risulterebbero obsoleti o alcune parti della narrazione che ad un lettore del ventunesimo secolo potrebbero apparire prive di senso.
Pur avendo rivisto e sistemato alcuni dettagli delle fiabe che ho inserito in questo volume, ho cercato dunque, come di consueto, di mantenere inalterato quello spirito che ha assistito alla nascita di una delle tradizioni fiabesche più varie, pittoresche e influenti del mondo.
Premesso che, per la prima volta, ho personalmente curato anche le immagini inserite in questo testo, con l’ovvio aiuto di alcuni software di elaborazione grafica, mi auguro che il lettore possa apprezzare il lungo viaggio in un mondo dove freddo, foreste, magia e coraggio risultano tanto vividi da sembrare quasi palpabili.