Last Updated on 30 Settembre 2019 by Maestra Sara
Fortunatamente è uno di quei libri che si leggono tutto d’un fiato (non che, di solito, per leggere gli albi illustrati ci si metta un’eternità, intendiamoci), ridendo di gusto ad ogni pagina, per poi ritrovarsi a riflettere sul senso di quanto appena letto.
Volutamente dicotomico, Fortunatamente di Remy Charlip si compone infatti di una serie di gag ironiche, narrate con ritmo incalzante, dietro le quali si cela una piccola riflessione sul senso degli eventi e sul modo in cui, spesso, ci lasciamo piovere addosso tutto quello che ci capita.
La breve vicenda di Ned mostra infatti ai bambini (e ai loro genitori) come tutto ciò che facciamo abitualmente ricadere sotto la sfera della “fortuna” e della “sfortuna” non sia, in realtà, che il prodotto della nostra capacità di adattarci a quando ci sta accadendo.
Senza scomodare l’ormai proverbiale bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, sempre in attesa che qualcuno finisca il drink e la smetta di filosofeggiare, Fortunatamente riesce a tracciare un ritratto del “caso” (o del destino) talmente vivido da farci perdere il filo dei pensieri e da guidarci in direzione di un non-luogo mentale in cui la fortuna e la sfortuna si confondono.
Facendo un passo indietro e osservando la nostra giornata, appena conclusa, tutti noi converremo apertamente sul fatto che numerose cose occorse durante le ventiquattro ore hanno avuto una valenza positiva ed altre negativa; entrambe comunque in modo indipendente dalla nostra volontà.
Ora, se usciamo un attimo dallo schema mentale, venutosi a creare proprio nel corso della primissima infanzia, potremmo scoprire un punto di vista del tutto inedito, in cui quanto oggi abbiamo catalogato come “evento fortunato”, potrebbe domani possedere una valenza nefasta e, logicamente, viceversa.
Nessuno può infatti stabilire se l’odiosa coda che abbiamo incontrato mentre andavamo al lavoro ci abbia risparmiato un incontro non gradito, facendoci arrivare in ritardo, e nessuno può dire con assoluta certezza che quella banconota da 5 euro trovata per strada non verrà investita in una merendina che ci resterà pesante, della quale avremmo altrimenti fatto a meno.
Questo accade perché fortuna e sfortuna sono tali solo se fossimo in grado di comprendere la totalità del presente, del passato e del futuro e, dato che non lo siamo, i due termini non sono che giudizi parziali su quello che ci sta accadendo.
La percezione è ovviamente ancora più marcata nei bambini, pronti ad imputare al caso tutto (o quasi) ciò che accade loro e che non ricade sotto la sfera della loro limitatissima volontà.
Un libro come Fortunatamente di Remy Charlip è funzionale, in quest’ottica, a spiegare ai piccoli che nessun evento può dirsi realmente fortunato finché non lo osserviamo nel dipanarsi della sua totalità e che, dunque, è inutile lagnarsi in continuazione di ciò che ci accade in questo momento, senza poter sapere a cosa condurrà davvero.
La lettura del libro, cioè, può portare i bambini a comprendere come non tutto il male viene per nuocere (oggi sono in vena di proverbi e metaforici bicchieri, scusate) e come dunque, bisogna comunque lanciare sempre uno sguardo al futuro carico di ottimismo e benevola attesa.
Fortunatamente di Remy Charlip, storia di una festa mancata
Fortunatamente è la storia di Ned, pacato e ordinario individuo che un giorno riceve (fortunatamente) un invito per una festa a sorpresa, che poi, tanto a sorpresa non è.
Il problema consiste nel fatto che (sfortunatamente) la festa in questione si terrà in Florida e che Ned abita a New York, per cui dovrà armarsi di pazienza e mettersi in viaggio, onde evitare di mancare all’appuntamento.
Ben presto, il viaggio lungo la West Coast si trasforma in una sorta di odissea, contornata, ovviamente, da fortunatissimi e sfortunatissimi eventi che mutano il senso della narrazione, pagina dopo pagina, in un incalzante balletto di sciagure e rimedi.
Non appena partito alla volta della Florida, a bordo di un aereo (fortunatamente) prestatogli da un amico, Ned cade vittima (sfortunatamente) di un’improvvisa rottura al motore, ma riesce ad evitare di sfracellarsi al suolo, grazie alla fortunata presenza di un paracadute a bordo del velivolo.
Mentre sta dolcemente atterrando, Ned assiste alla rottura del suo paracadute causata da un buco (inutile che vi dica quanto qui entri in ballo la sfortuna) e precipita dunque verso un covone di fieno, all’interno del quale, inutile dirlo, si cela un appuntito forcone, che il protagonista del libro riesce a schivare grazie ad un po’ di buona sorte.
La dicotomia tra eventi assurdamente sfortunati e colpi di fortuna prosegue per tutto il corso della narrazione, portando Ned a misurarsi con squali, tigri e grotte buie, riuscendo sempre ad uscirne indenne, fino a ritrovarsi all’interno di una sala da ballo dove si sta svolgendo una festa a sorpresa, proprio per il suo compleanno.
Senza sapere cosa ne sarebbe stato di Ned e della sua festa, in caso fortuna e sfortuna non avessero deciso di danzare sopra la testa del protagonista, il libro ci lascia con una risata in bocca e con quell’ottimismo che deriva dall’aver compreso come la sfortuna non sia spesso che un dato parziale nelle nostre vite.
Dedicato ad una fascia d’età compresa tra i quattro e i sette anni, Fortunatamente è senza dubbio un’ottima lettura per far comprendere ai piccoli come demoralizzarsi serva a poco, in assenza di quella visione d’insieme che ci rende tutti (fortunatamente) un po’ più sereni e consapevoli.