Last Updated on 23 Maggio 2022 by Maestra Sara
Capolavoro assoluto di Beatrice Alemagna, I Cinque Malfatti è un mirabile esempio di quanto la letteratura d’infanzia possa fungere da monito per le future generazioni e di quanto, attraverso un semplice albo illustrato, risulti possibile lanciare un messaggio salvifico oltre la cortina dell’apparenza e della presunta perfezione.
Tra i tanti errori che noi genitori possiamo commettere (e che commettiamo giorno dopo giorno), un posto d’onore spetta sicuramente al volere proiettare sui nostri figli le nostre frustrazioni e al volere impiegare i bambini come metro di paragone per la nostra autostima.
Spesso senza che ce ne accorgiamo nemmeno, tendiamo a stimolare i bambini affinché eccellano in una qualunque attività, giustificando ogni indebita pressione con l’impiego arbitrario di frasi tipo “è per il suo bene” o “un giorno mi ringrazierà”.
No, nessuno vi ringrazierà per aver costretto i vostri figli a partecipare a sequenze interminabili di casting pubblicitari, per aver preteso sforzi al di là delle loro possibilità, per aver storto il naso di fronte ad un secondo posto in una gara di nuoto, per aver preteso che i bambini imparassero a leggere e scrivere prima dei loro coetanei e per non aver concesso loro la stessa indulgenza che invece riserviamo troppo spesso ai noi stessi.
L’ideale di perfezione che imponiamo ai nostri figli è spesso grottesco e deforme, tanto da portare i bambini a confondere le qualità con la loro estremizzazione e da genere frustrazione. di fronte alla scoperta di limiti intrinseci alla natura umana, dato che, al momento di “persone perfette” non mi pare di averne mai incontrate.
I Cinque Malfatti apre una crepa nel muro delle nostre assurde aspirazioni genitoriali e ci mostra, per dirla con De Andrè, come, in fondo, non ci sia poi tutto questo valore nella virtù e tutto questo disvalore nel vizio.
I Cinque Malfatti invita il bambino ad amarsi a discapito dei canoni imperanti e a cercare nel suo animo qualità impossibili da trasformare in aridi metri di paragone, mostrando il lato squisitamente umano dell’imperfezione e quello grottesco della perfezione, in un balletto di opposti e antinomie.
I Cinque Malfatti, storia di un’imperfezione congenita
I Cinque Malfatti è la storia di un gruppo di individui (nel testo chiamati addirittura “cosi”) piuttosto bizzarri e “imperfetti” che coesistono pacificamente proprio in virtù della loro imperfezione, all’interno di una casa, anch’essa logicamente imperfetta.
Il primo di loro si caratterizzava per la presenza di cinque buchi nella pancia, il secondo malfatto si trovava invece ad essere piegato in due come un foglio di giornale; il terzo era talmente molle da non avere quasi energie, il quarto imperfetto era capovolto e il quinto era talmente sbagliato da non poter nemmeno venire ricondotto ad un singolo difetto in grado di denotarlo in modo univoco.
A causa della loro imperfezione, i Cinque Malfatti non erano riusciti a concludere niente nella loro vita e trascorrevano le giornate, all’interno della loro dimora sbilenca, nella vana attesa di qualcosa che potesse sconvolgere le loro inutili esistenze.
Un bel giorno, senza sapere da dove, come o perché, in casa dei Malfatti giunge il Perfetto; un individuo apparentemente esente da difetti che incedeva altezzoso beandosi del suo bell’aspetto e delle sue supposte qualità.
Non appena giunto all’interno della casa sbilenca, il Perfetto interroga i Malfatti su cosa stiano esattamente facendo, ottenendo per risposta un laconico “boh” e la considerazione che loro cinque sbagliavano tutto.
Subito pronto a riprendere i Cinque Malfatti per il loro stile di vita, il tipo Perfetto decide che occorre un progetto o un’idea in grado di traghettare i protagonisti del libro nell’alveo della normalità e di porre fine all’anomalia.
I Cinque Malfatti rispondo spiegando l’impossibilità di mettere in atto il progetto, dato che le idee attraversano il Bucato senza lasciare il segno, si perdono nelle pieghe del Piegato, risultano troppo deboli se partorite dalla mente del Mole, sono capovolte in relazione al Capovolto e, ovviamente sono tutte sbagliate se accostate allo Sbagliato.
Dalla risposta ottenuta, il tipo Perfetto deduce che i Malfatti si trovano ad essere completamente inutili ed inizia ad apostrofarli malamente, stimolando inconsapevolmente un orgoglio solo apparentemente sopito.
Per quanto “inutili”, i Cinque Malfatti possiedono tuttavia qualità umane altissime, dato che sono in grado, rispettivamente, di avere la capacità non arrabbiarsi mai, di conservare i ricordi tra le pieghe, di osservare il mondo da una prospettiva diversa e di gioire dei piccoli successi della vita.
I Cinque Malfatti termina con gli imperfetti che lasciano la casa sbilenca consapevoli del loro valore, mentre il Perfetto resta con un palmo di naso da solo in mezzo a tutta la sua infinita stupidità.
I Cinque Malfatti, un libro controcorrente
I Cinque Malfatti è forse l’opera in cui la poetica di Beatrice Alemagna si fa più esplicita e in cui l’artista mostra più apertamente la sua natura di “cantrice della diversità” lungo lo snodarsi di una fiaba moderna mai banale.
Attacco diretto agli ideali irraggiungibili che spesso proiettiamo sui nostri figli e ai canoni estetici di una società che, mai come oggi, assomiglia ad un colossale spot pubblicitario, I Cinque Malfatti si fa largo in un mare di opere per l’infanzia remando decisamente controcorrente, mostrando al bambino come non esista una scala reale di valori in grado di definire il genere umano.
Ognuno di noi si trova ad essere contraddistinto da peculiarità che non possiedono un elemento di valore o di disvalore assoluto, ma che devono necessariamente venire relativizzate per essere comprese a fondo.
Così come le proverbiali ali dell’albatro descritto da Baudelaire ne I fiori del male gli ostacolano il cammino sulla terraferma, ma gli consentono, al contempo, di volare più in alto, le caratteristiche “anomale” dei bambini possono essere un disvalore solo in un determinato contesto orientato verso la perfezione, ma portare in dote elementi sublimi e irraggiungibili.
Dedicato a tutti quei bambini che non scorgono in sé alcun valore e a tutti quei genitori che vorrebbero sempre “qualcosa di più” dai loro figli, I Cinque Malfatti è un’opera senza tempo, da leggere e rileggere ogni volta in cui qualcuno cerca di farci sentire sbagliati, inutili o semplicemente malfatti.