I Fiababbracci di Teresa Capezzuto, Edizioni il Ciliegio

Last Updated on 19 Agosto 2022 by Maestra Sara

In un mondo in cui tutto è divenuto virtuale e rigorosamente interattivo, spopolano sul mercato numerosi prodotti per bambini destinati a traghettare i piccoli all’interno di un universo di suoni, luci, colori, sulla base di semplici azioni da compiere.

Non è raro imbattersi in scatole e scatolette magiche rivolte a generare ologrammi degni di Star Wars, non appena il bambino sorride o  libri virtuali che mostrano ai più piccoli incredibili scene di computer-grafica, come se leggere significasse immergersi in un remake di Avatar. 

Tutto questo tripudio di immagini e azioni simulate ha sicuramente il pregio di riuscire ad intrattenere i bambini e di lenire la loro noia, a scapito, tuttavia, di quella fantasia infantile che appare sempre più alla stregua di un agnello sacrificale da immolare sui bilanci dei colossi Hi-Tech.

Ampiamente in controtendenza con questa overdose sensoriale, la bravissima autrice bergamasca Teresa Capezzuto ha appena dato alle stampe un libro interattivo che, in realtà, è tutto fuorché interattivo, quantomeno nell’accezione moderna del termine.

I Fiababbracci è infatti un testo rivolto alla primissima infanzia che invita il piccolo lettore a compiere una serie di azioni in corrispondenza di ogni coppia di pagine, senza che, tuttavia, si manifesti alcun effetto tangibile o conseguenza visibile.

Se il libro, ad esempio, chiede al lettore di di fare il solletico con le dita ad una simpatica formica adagiata su una fogliolina, una volta eseguito il piccolo compito, non si verifica alcuna trasformazione nel testo.

Non ci sono immagini ologrammate rivolte a simulare una risata e nemmeno superfici alterate per dare al bimbo l’impressione di stare accarezzando realmente una formica: non accade nulla di nulla!

O meglio, accade tutto nella fantasia di quel bambino che diventa il vero protagonista del libro ad ogni pagina, non solo in base ad una serie di azioni meccaniche da ripetere senza riflettere (operazione che potrebbe venire tranquillamente svolta anche da un primate), ma proprio perché il lettore deve creare con la sua mente un effetto immaginario delle proprie azioni.

I Fiababbracci chiede a gran voce al bambino di giocare con le parole e con le immagini, senza mutilare la sua capacità immaginativa con artifici stucchevoli o inutili; è il lettore a dover immaginare le conseguenze delle proprie azioni, facendo leva sull’ausilio più potente del mondo: la sua sterminata fantasia.

Toccando, colorando, disegnando o semplicemente avvicinando le pagine tra loro, il bambino trasforma un mondo semantico perfettamente in linea con quelle che sono le sue reali esigenze cognitive ed emotive, andando a stravolgere la narrazione originale fino a crearne una sua che è sua e sua soltanto.

Partendo da un livello piuttosto semplice, il libro chiede al piccolo lettore un coinvolgimento sempre maggiore, immergendolo sempre più a fondo in universo magico e portandolo a contatto con quella  stessa sfera immaginativa che rende plausibili gli animali antropomorfi della vicenda.

 

I Fiababbracci, il trionfo della fantasia

 

Scritto da Teresa Capezzuto e illustrato da Albertina Neri, I Fiababbracci è un tenerissimo libro (come suggerisce la crasi che dà origine al titolo) che si rivolge in modo esplicito alla primissima infanzia, andando a recuperare e trasfigurare un immaginario classico popolato da simpatici animaletti in forma umana.

Strutturato in coppie di pagine indipendenti e privo di una reale narrazione che le congiunge, il libro si apre con l’immagine di un bambino in pigiama abbracciato ad gigantesco orsetto e con l’invito, rivolto al lettore, ad accarezzare il morbido pelo disegnato.

Successivamente, il testo presenta l’immagine di un bimbo con una formichina tra i capelli e chiede al lettore di abbracciare il simpatico animaletto, ora adagiato su una foglia, in attesa di coccole.

Nella coppia di pagine successive, compare un simpatico elefante raffreddato ed è compito del lettore soffiargli il naso, onde evitare che il muco fuoriesca dai confini del libro.

In seguito, è la volta di due topini alle prese con due pendii opposti della stessa montagna e qui il bambino deve cercare di farli incontrare, prima che il loro viaggio li separi.

I Fiababbracci prosegue fino alla conclusione ricalcando lo stesso schema, ma (come premesso), chiedendo al contempo un coinvolgimento al bambino sempre più diretto e sempre più incentrato sulla sua capacità di immaginare nuovi mondi e nuovi scenari.

Tutti i simpatici animaletti presenti nell’opera si trovano alle prese con qualche richiesta o difficoltà del tutto particolare che il piccolo lettore deve risolvere o esaudire facendo leva su semplici gesti e sulla sua fantasia.

Non c’è da stupirsi dunque che, più avanti nel corso della lettura, il bambino dovrà armarsi di pastelli e matite per agire direttamente sul testo e personalizzarlo a piacere, sempre seguendo le indicazioni che gli vengono fornite.

 

Davvero bello, spiritoso e colorato, i Fiababbracci rappresenta un mirabile esempio di come sia possibile realizzare opere interattive anche senza l’ausilio di microchip e luci stroboscopiche.

Incentrato sulla fantasia e sulla voglia di fare del bimbo, il libro garantisce lunghe sessioni di divertimento in famiglia, senza che quel mal di testa, tipico di ciò che è esageratamente artefatto o simulato, insorga al termine della lettura.

 

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