Last Updated on 11 Novembre 2019 by Maestra Sara
Piccolo romanzo di formazione, riservato a bambini in procinto di finire le scuole elementari (e oltre), Il centro del mondo, di Cristina Nenna, è un ottimo esempio di come sia possibile fare appassionare i piccoli lettori a tematiche “alte”, andando a stabilire un ponte tra l’esistenza del singolo e la cultura, intesa come casa comune del genere umano.
Il centro del mondo narra infatti le vicende di una bambina di dieci anni, di nome Sara, alle prese con problematiche sociali ed esistenziali, quasi archetipiche per l’età, che trova conforto e coraggio nella filosofia di Giordano Bruno e nella vita del pensatore di Nola.
Proprio la scoperta di Bruno e del suo pensiero, mediata dai racconti della sorella Livia, aiuta Sara (la protagonista del libro) a comprendere come la cultura non sia una sorta di entità mostruosa, destinata a rimanere relegata nei libri, ma qualcosa di vivo e incredibilmente vicino al nostro vissuto quotidiano.
“Perseguitata” a causa di una voglia ricoperta di peli che si trova sul suo collo, la bambina apprende come la sua condizione umana non sia poi tanto dissimile da quella del celebre filosofo; anch’egli perseguitato per il suo pensiero e costretto a cercare conforto nel sapere e nell’astronomia di fronte all’insipienza e ai pregiudizi dei suoi contemporanei.
Uno dei punti di forza dell’ottima narrazione risiede nella capacità, da parte dell’autrice, di non minimizzare le ansie infantili legate ai piccolo complessi fisici e sociali, ma di presentarle per quello che effettivamente sono; vale a dire un forte motivo di frustrazione e sofferenza per tutti coloro che si trovano costretti a portarne il peso nel corso di una fase delicata dello sviluppo.
Seguendo lo schema che prevede la classica derisione alla base di un complesso sociale, l’autrice de Il centro del mondo costruisce un microcosmo intimo, in cui la fatidica voglia pelosa diviene quasi essa stessa il centro del mondo per la piccola Sara, intimamente costretta ad immedesimarsi con il suo lieve difetto fisico, fino a divenirne completamente succube.
Proprio quando la bambina pare destinata all’infelicità e alla rassegnazione perenne, la filosofia svela agli occhi di Sara la sua reale funzione, evitando di assumere un supino ruolo consolatorio, ma, al contrario, conferendo alla piccola “vittima” il coraggio per portare avanti le sue idee, per difendere la sua dignità e per camminare a testa alta in un mondo di ciechi.
Davvero scorrevole e scritto con un linguaggio pienamente alla portata di un lettore di dieci anni, nonostante le tematiche trattate, Il centro del mondo è davvero un ottimo libro per tutti quei bambini che hanno sete di sapere e che cercano modelli comportamentali ed intellettuali alieni ai soliti cliché e ai soliti modelli di riferimento.
Il centro del mondo, storia di una bambina particolare
Il centro del mondo è la storia di Sara, bambina di 10 anni che vive con la madre e la sorella maggiore (i genitori sono separati e il padre vive in Australia) in un quartiere di Roma, conducendo un’esistenza apparentemente ordinaria.
Benché Sara abbia un ottimo rapporto con la sorella Livia; adori andare a scuola, soprattutto grazie alla maestra Irene; abbia due amiche fidate, sempre pronte a difenderla e trovi conforto nell’amore per l’astronomia; la protagonista del libro non riesce a definirsi “felice” e prova forte imbarazzo nei confronti di quella medesima felicità che non riesce mai a comprendere o a quantificare.
Alla base dei dispiaceri di Sara si trova una voglia scura pelosa che la bambina ha sul collo e la derisione di un bambino di un altra classe, di nome Emanuele, che ha cominciato a chiamarla “Epilady”, scatenando in lei un atteggiamento di chiusura e rassegnazione nei confronti del mondo esterno.
In un quadro piuttosto fosco, la noncuranza della mamma rispetto alla sua problematica esistenziale e la morte dell’amato cane Rum hanno spinto la bambina verso una condizione di fragilità quasi perenne.
Proprio quando Sara ha perso la voglia di lottare per garantirsi il suo proverbiale spazio nel mondo, la sua amica Michela confida alla sorella Livia le ragioni delle ansie che pervadono la piccola protagonista del libro.
Anziché cercare di consolare la sorellina con una serie di luoghi comuni e letterari ormai obsoleti, Livia porta Sara a contatto con il pensiero di Giordano Bruno, solleticando la sua curiosità e risvegliando il lei quella voglia di combattere che sembrava ormai un lontano ricordo.
Proprio grazie all’esempio rappresentato da Giordano Bruno e da tutti gli eretici del mondo, Sara recupera serenità e riesce finalmente ad affrontare il tremendo Emanuele, dandogli una lezione morale che il dispettoso bambino ricorderà per tutta la vita.
La traslazione dell’espressione “Il centro del mondo” da quella malefica voglia che divorava l’universo emotivo della bambina alla bambina stessa è qui favorita dal paragone con la cosmogonia di Bruno e con quella volontà di comprendere la totalità delle cose, senza focalizzarsi sui dettagli, che hanno animato la filosofia del pensatore italiano.
Tra i migliori romanzi per bambini dell’anno, Il centro del mondo è una lettura vivamente consigliata per avvicinare i più piccoli alla filosofia e per cercare di lenire le paure e le ansie attraverso quel coraggio che non muore in un rogo, né tanto meno tra i corridoi di una scuola elementare.