Il Cuore e la Bottiglia di Oliver Jeffers, la vita oltre la morte

il cuore e la bottiglia

Last Updated on 18 Dicembre 2019 by Maestra Sara

Parto del genio indiscusso di Oliver Jeffers, Il Cuore e la Bottiglia rappresenta uno dei pochi momenti realmente lirici e toccanti nella carriera dell’artista, abitualmente dedito alla creazione di meticolosi “nonsenses” e giochi mentali.

Deposte le consuete armi dell’umorismo, Jeffers si concentra sulla narrazione di una storia fortemente emotiva, che parla di perdita, dolore, chiusura e di quella redenzione finale che solo i bambini ci possono donare.

Storia di una bambina curiosa, piena di passione e talento che rinchiude (metaforicamente) si suoi sentimenti in una bottiglia, a seguito di un grave lutto, Il Cuore e la Bottiglia è un lungo viaggio attraverso il dolore e il modo in cui la sofferenza ci snatura, facendoci perdere contatto con quello che siamo davvero.

cuore jeffers

Smettere di amare, di sognare, di stringere legami duraturi non è spesso frutto di una scelta ponderata o di un’indole troppo schiva, ma la tragica conseguenza di un dolore che ci ha paralizzati al punto da spingerci a temere di poter riprovare qualcosa di analogo.

Proprio la paura della perdita è ciò che porta la bambina del libro ad abbandonare la sua indole giocosa, la sua curiosità verso il mondo e il suo amore per il prossimo e a sviluppare un atteggiamento passivo nei confronti della vita, ormai ridotta ad un mero trascorrere dei giorni, in attesa che qualcosa accada.

Quando la piccola perde il padre (iconicamente simboleggiato sua poltrona, desolatamente vuota), smette di vedere le stelle nel cielo, smette di approcciarsi al mondo con curiosità e destina il suo cuore ad una fredda bottiglia, per paura che si potesse infrangere di nuovo.

Le forti ed evocative metafore di Il Cuore e la Bottiglia mostrano al piccolo (e al grande) lettore il potere distruttivo della perdita e della paura, invitandolo, al contempo a trovare il coraggio di reagire e di dominare gli eventi, senza diventarne schiavo.

Senza fare mai ricorso ad una retorica ormai logora, incentrata sul valore dei ricordi o sull’amena possibilità che i nostri cari perduti ci “guardino dall’alto”, Jeffers indica la via per superare il dolore, affidando la salvezza ad un fatidico incontro che porta la protagonista del libro a riacquistare fiducia in se stessa e negli altri.

cuore e la bottiglia

Se spiegare ad un bambino (o ad un adulto) come i nostri cari perduti continuino a vivere nei nostri ricordi, in Paradiso, nel Nirvana o in qualunque altro luogo, troppo lontano da noi, possiede una valenza meramente consolatoria e temporanea, il coraggio di seguire l’esempio dei defunti conferisce dignità alla loro morte e ci rende davvero umani.

A prescindere dalle nostre credenze individuali sull’esistenza di una vita dopo la morte (laica o ultraterrena che sia), quello che ci lasciano davvero le persone che abbiamo amato, nel momento in cui se ne vanno, è proprio un amore troppo intenso da venire racchiuso in una bottiglia e la forza di condividere quel mondo interiore che saremmo tentati di proteggere.

La bambina de Il Cuore e la Bottiglia, ormai cresciuta, smette davvero di soffrire quando si apre ad una nuova bambina, piccola e curiosa come lei, proprio come suo padre aveva fatto anni addietro, stimolando la sua curiosità dall’alto di quella poltrona che, purtroppo, è rimasta vuota troppo presto perché ci potesse essere una spiegazione razionale.

Rivolto ai bambini, ma anche (e forse soprattutto) agli adulti, Il Cuore e la Bottiglia è dunque un solenne invito a superare il dolore attraverso la condivisione dei nostri sentimenti e a non lasciare che il peso delle nostre stesse emozioni ci schiacci giorno dopo giorno.

 

Il Cuore e la Bottiglia, storia di un addio

Il Cuore e la Bottiglia è la storia di una bambina curiosa, con la testa piena di idee e con la volontà di trovare una ragione a tutto quello che vede e sente, senza mai fermarsi alla soglia dell’apparenza, qui magnificamente rappresentata da un fiore che spunta timidamente attraverso la neve.

A dare ogni spiegazione possibile e immaginabile alla bambina c’è suo padre, un uomo buono, paziente e decisamente colto che soddisfa ogni curiosità della piccola, rendendola incredibilmente felice e sempre più curiosa.

Un giorno, tuttavia, la bimba corre da suo padre per mostrarle un disegno che aveva appena fatto, ma trova la sedia paterna tragicamente vuota e rimane desolata a guardarla, senza riuscire a darsi una spiegazione per quell’assenza.

Presa dallo sconforto, la ragazza crede che la cosa migliore da fare sia quella di mettere il suo cuore al riparo da altri dolori e decide così di rinchiuderlo in una bottiglia, almeno per il momento.

cuore bottiglia

Crescendo, la ragazza perde interesse per tutto quanto la circonda, dal momento che la sedia vuota le ricorda in continuazione quanto ormai non abbia più senso interessarsi al mondo, in assenza di qualcuno con cui condividere le sue scoperte.

Le sue giornate sono apatiche, solo apparentemente tranquille e perennemente orientate alla salvaguardia di quel cuore nella bottiglia che, pur rappresentando un peso costante, non rischia di infrangersi nuovamente.

Le cose cambiano il giorno in cui la ragazza incontra sulla spiaggia una bambina, ancora più curiosa di quanto fosse lei durante l’infanzia e ancora più bisognosa di avere qualcuno con cui condividere le sue piccole scoperte.

Da subito la ragazza capisce che, per rispondere alla bambina, ha bisogno del suo cuore e decide, dunque, di rompere la bottiglia che lo contiene e di liberare i suoi sentimenti dalla loro metaforicamente prigione.

Purtroppo, per quanto tenti e ritenti, la bottiglia non vuole infrangersi, fino a quando la sua nuova piccola amica riesce ad estrarlo con le sue manine e a farlo finalmente tornare al suo posto.

Il Cuore e la Bottiglia si conclude con l’immagine della ragazza, ormai diventata donna, che prende il posto di suo padre sulla sedia vuota, cercando una risposta ai suoi infiniti perché e dando un senso a tutto quello che il suo papà le aveva pazientemente donato durante l’infanzia.

 

Davvero lirico e commovente, Il Cuore e la Bottiglia è uno di quei libri che può venire letto e riletto in continuazione, riuscendo sempre ad adattarsi al nostro vissuto e agli eventi che sconvolgono la nostra esistenza.

Dedicato a tutti coloro che temono di non riuscire a colmare il senso di perdita che li divora e che hanno smarrito loro stessi, il libro di Jeffers è un inno alla vita in ogni sua forma e manifestazione e a quel coraggio infinito che ci serve per non trasformare la morte dei nostri cari nella nostra.

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