Last Updated on 5 Aprile 2019 by Maestra Sara
Opera del genio del Dr. Seuss, l’autore del Grinch (per la recensione, clicca qui), Il gatto e il cappello matto è una bizzarra commedia illustrata che traghetta il bambino nei meandri della dialettica tra razionalità e fantasia, portando in scena personaggi tanto buffi, quanto archetipici.
Prendendo spunto dalla consueta giornata di pioggia, che sta ai bambini come la kryptonite sta a Superman, Il gatto e il cappello matto porta i giovani lettori a misurarsi con un universo volutamente estremo, dove al desiderio di divertimento si accompagna la paura di andare oltre i limiti imposti dal buonsenso e dal controllo genitoriale.
Delegando ad un pesce saccente e puntiglioso e ad un gatto assolutamente fuori dagli schemi il compito di rendere quasi tangibile il conflitto tra ragione e sentimento, dr. Seuss illustra al bambino, ancora una volta, l’infinito potere delle fantasia e, al contempo, la necessità di incanalare le pulsione verso le loro naturali valvole di sfogo, onde evitare di doversi trovare a fare i conti con il demone del pentimento.
La noia provocata da una giornata di pioggia può infatti essere sconfitta solo se i bambini, logicamente confinati tra le mura domestiche, riescono a vedere la loro dimora come il teatro di infinite avventure e di immense fantasie, ma solo a patto che la volontà di trasformare la casa nel teatro delle loro emozioni non finisca col demolire la stessa casa e nel produrre una devastazione fine a sé stessa.
In quest’ottica, Il gatto con il buffo cappello rappresenta lo spirito giocondo, anarchico e caotico dei bambini, volenterosi di divertirsi hic et nunc, mentre il pedante pesce assume lo scomodo ruolo del “super-io” infantile, perennemente alle prese con il timore della conseguenza e con una diffidenza estrema nei confronti della sua controparte.
La lunga dialettica si risolverà con una sorta di artificio, che permetterà alla fantasia di vincere sé stessa e di riportare tutto alla calma, dopo aver sconvolto la casa, metafora della mente del bambino e dei confini che percepisce.
Scritto integralmente in rima, Il gatto e il cappello matto è un libro piuttosto lungo, che si addice alle esigenze di bambini cresciutelli (sopra i cinque anni, sicuramente), per via di una struttura narrativa che difficilmente può venire integralmente seguita da bimbi molto piccoli e molto poco a loro agio con narrazioni “caotiche” e articolate.
Il gatto e il cappello matto, storia di una giornata di pioggia
Il gatto e il cappello matto narra di due fratelli (il maschio è l’io narrante) che fissano desolati la finestra, aspettando invano che la pioggia cessi o che qualcosa di indefinito giunga a salvarli dalla noia assoluta nella quale sono precipitati, proprio a causa del maltempo.
All’improvviso, si sente un forte rumore che preannuncia l’avvento in casa di uno strano gatto antropomorfo (la fisionomia ricorda molto da vicino quella del Grinch), che apre la porta e invita i bambini a divertirsi, senza nemmeno essersi presentato.
Il gatto conosce infatti tantissimi giochi che possono raddrizzare la giornata di Sally e di suo fratello, senza che la loro mamma, al momento assente, possa aver nulla da recriminare, quando farà ritorno a casa.
Prima che il gatto possa dare dimostrazione di quanto ha appena annunciato, interviene il pesce rosso domestico, invitando i bambini a non fidarsi di quello strano individuo e a scacciarlo da casa, dato che mamma non c’è e che i bambini sanno benissimo di non poter rimanere da soli in compagnia di estranei.
Mentre i bambini sono perplessi e riflettono su quale delle due campane ascoltare, il gatto prende di petto la situazione e inizia a giocare con la boccia del pesce, sollevandola sopra il suo ombrello, senza che le lamentele del pesce riescano a turbarlo.
I giochi di prestigio aumentano di intensità e il gatto comincia a tenere tra le mani svariati oggetti domestici, tra i quali l’ormai immancabile boccia del pesce, e a tenerli in equilibrio.
Il funambolico felino incanta i due bimbi con un escalation di acrobazie, mantenendo in equilibrio precario tutto quanto gli capita a tiro, fino a quando il fatidico equilibrio non si rompe e gli oggetti precipitano rovinosamente al suolo.
Il pesce, che nella caduta è finito dentro una teiera, ormai non ne può più e si lamenta a gran voce del rovinoso gioco e del suo artefice, riprendendo il gatto per aver distrutto mezza casa e invitandolo ad andarsene.
Nonostante gli errori commessi e la confusione procurata, il gatto non ne vuole proprio sapere di andarsene, perché a suo avviso, tutto ciò che fa è divertente e, giusto per rincarare la dose, esce e si ripresenta subito dopo con uno scatolone rosso.
Dallo strano baule, chiamato dal gatto “DIVERTIMENTO-IN-SCATOLA”, fuoriescono rapide due strane creature, chiamate proprio “Coso uno” e “Coso due”, che, dopo essersi presentati e aver ostentato un minimo di calma apparente, cominciano a giocare per casa con due aquiloni.
Inutile dire che il livello di trambusto, confusione e devastazione prodotto dai due “cosi” è massimo, al punto che i due bambini, su invito del pesce, si trovano costretti a catturarli e a metterli alla porta, in compagnia del loro bizzarro padrone.
Quando la casa è ormai ridotta ad un campo di battaglia e il pesce può predicare liberamente sul latte versato, a sorpresa, si ripresenta il gatto che sistema tutto grazie ad uno speciale macchinario.
Il gatto e il cappello matto termina con la mamma che rientra in casa e trova i due bambini nell’identica posizione in cui li aveva lasciati; vale a dire seduti davanti alla finestra a fissare la pioggia che scende.
Il gatto e il cappello matto, la fantasia al potere
Come premesso, Il gatto e il cappello matto non è altro che una brillante metafora sul potere della fantasia e sulla necessità di fare in modo che sia la fantasia stessa a porsi un argine, nel momento stesso in cui il bambino impara a lasciarle libero sfogo.
In quest’ottica, lo spazio esteriore della dimora domestica non è altro che una rappresentazione fisica del conflitto che regna nella mente del bambino, perennemente sospeso tra il libero sfogo delle proprie pulsioni e il timore delle conseguenze.
Ad uno sguardo più attento, Il gatto e il cappello matto non è dunque altro che un colossale invito a liberare la fantasia, mantenendo sempre quel minimo controllo che consente alle mente, prima ancora che alla casa, di non venire sconvolta da un piacere senza freni e fine a se stesso.
Classico ormai senza età, Il gatto e il cappello matto è dunque un libro indicatissimo per tutti quei bambini che guardano con desolazione la pioggia battente e che non sanno come riorganizzare il loro spazio interno.
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