Last Updated on 27 Settembre 2019 by Maestra Sara
Fiaba moderna dai toni delicatissimi, quasi Wildiani (nel senso di Oscar Wilde, non delle terre selvagge), Il ghiaccio che amava il sole è uno splendido libro illustrato che porta il bambino a misurarsi con un universo incantato, dove tutto parla di amore, rifiuto e redenzione.
Realizzato e illustrato da Reza Mozouni e Meysam Mousavi, Il ghiaccio che amava il sole sfrutta una componente grafica piuttosto marcata e quasi malinconica, sullo stile di Benjamin Lacombe, per dare vita ad una vicenda amorosa impossibile, in cui eros e thanatos si accarezzano per tutta la durata del libro, senza mai toccarsi davvero, fortunatamente.
Capita spesso, infatti, anche durante l’infanzia, di provare una sorta di anelito amoroso verso tutto ciò che potenzialmente potrebbe farci soffrire e di desiderare ardentemente proprio quell’unica cosa o quell’unica persona che non possiamo avere, dato che la sua presenza ci risulterebbe fatale.
Se pensate all’universo emotivo dei bambini, vi accorgerete immediatamente di quanto ogni bimbo si trovi portato, per sua stessa natura a desiderare di provare quelle sensazioni che, se protratte, risulterebbero distruttive per la sua psiche o per la sua salute.
Il fatidico “complesso di Edipo” (o di Elettra, a seconda dei sessi), la volontà di nutrirsi esclusivamente di zuccheri e dolci, l’anelito quasi morboso verso l’amichetto che più lo fa soffrire, non sono altro che manifestazioni di un desiderio di esclusività provato verso tutto ciò che produce nella mente del bambino sensazioni forti e spaventose allo stesso tempo.
Esattamente come i bambini soffrono, perché comprendono rapidamente di non poter aver un rapporto esclusivo con la loro madre, di non potersi alimentare con vivande che li condurrebbero dal dietologo in pochi giorni e di dover stare alla larga da quell’amico così affascinante, ma, al tempo stesso così spaventoso; il piccolo pezzo di ghiaccio, protagonista della storia, soffre per via del suo desiderio di guardare il sole; desiderio che lo porterebbe a morte certa dopo pochi istanti di beatitudine.
Struggendosi di desiderio e di dolore, il blocco di ghiaccio desidera, più di ogni altra cosa, poter osservare l’oggetto del suo amore, nonostante il sole avverta a più riprese il suo spasimante di quanto l’azione risulti pericolosa e letale.
Il lungo dialogo tra i due, dai fortissimi toni emotivi, porta il bimbo a misurarsi con una dimensione interiore dove non tutti i desideri possono essere appagati e dove proprio l’amore può rappresentare la principale fonte di pericolo per la nostra sopravvivenza.
Inserita ad arte, la redenzione finale, regala invece una nuova speranza al piccolo lettore, mostrandogli una metamorfosi, allegoria della crescita, in cui il tanto agognato amore diventa finalmente possibile, riempiendo di gioia entrambi i protagonisti della delicata fiaba.
Il ghiaccio che amava il sole, storia di un amore impossibile
Il ghiaccio che amava il sole inizia laddove l’inverno sta per terminare, lasciando spazio alla primavera e a quel cambio di scenario che, come di consueto, trasforma il mondo, portando in dote la fioritura dei prati e lo scioglimento dei ghiacci.
Proprio un piccolo pezzo di ghiaccio non desidera, tuttavia, rassegnarsi al suo ineluttabile destino e resta seduto su una roccia, cercando di sopravvivere grazie all’ombra di quel masso che gli offre protezione di fronte all’incedere dei raggi del sole.
In ritardo e palesemente fuori stagione, come la celeberrima rondine de “Il Principe Felice” che si era intrattenuta ad amoreggiare con i giunchi, il cristallino pezzo di ghiaccio scopre di provare un amore quasi assoluto proprio verso il sole, scorgendo i suoi raggi per la prima volta attraverso il filtro dei rami di un albero.
Invaghito e rapito dalla bellezza del sole, il ghiaccio chiede al suo amato di poter essere suo amico, suscitando l’imbarazzo della stella luminosa che, per tutta risposta, si nasconde dietro una nuvola.
Il sole spiega dunque al ghiaccio di non poter essere suo amico, dato che il calore dei suoi raggi farebbe sciogliere il suo corpo, riducendolo ad una piccola pozzanghera, anch’essa destinata a venire assorbita dal terreno e ad evaporare.
Anche di fronte ad una spiegazione che appare più che razionale, il ghiaccio non si rassegna, dato che il suo amore verso il sole è ormai assoluto e che il suono della voce della stella risulta tanto suadente da essere irresistibile.
In una sorta di estasi amorosa, il piccolo pezzo di ghiaccio continua a guardare imperterrito l’amato, fino a sciogliersi completamente e a sparire del tutto.
Grazie ad una sorta di magia, la piccola pozzanghera lasciata dall’ormai defunto pezzo di ghiaccio consente la crescita di uno stupendo girasole, che può finalmente fissare il sole in ogni suo movimento (simulato, si intende) e bearsi di un amore finalmente biunivoco e corrisposto in pieno.
Il ghiaccio che amava il sole, metafora degli aneliti assoluti
Oltre ad essere una delle storie illustrate più belle e delicate di sempre, Il ghiaccio che amava il sole è, come premesso, una lirica metafora di tutti quegli aneliti che stringono il cuore dei piccini (e dei grandi) portandoli ad amare ciò che non possono raggiungere.
Parlando in modo esclusivo alla sfera intima ed emotiva del piccolo lettore, Il ghiaccio che amava il sole insegna ai bambini il valore di un rapporto che ha bisogno di tempo, crescita, sofferenza e trasformazione per potersi realizzare e che comporta la necessità di vedere superate le pulsioni iniziali.
Proprio quando il bambino capisce di non poter avere un rapporto esclusivo con la madre, di non potersi alimentare a merendine e di non poter essere davvero amico di chi non lo considera, inizia un percorso di vita che porterà la sofferenza iniziale a lasciare spazio a nuovi sentimenti, sempre più maturi e coerenti.
Da leggere, rileggere e conservare, Il ghiaccio che amava il sole è una gioia per gli occhi e per il cuore e uno dei pochi libri moderni che riesce davvero a parlare all’anima di grandi e piccini senza mai farsi prendere dalla retorica o da intenti troppo marcatamente didascalici.
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- Mozouni, Reza (Author)