Il gigante più elegante: l’altruismo spiegato ai bambini

Il gigante più elegante

Last Updated on 27 Giugno 2018 by Maestra Sara

Divertente variante sul tema della generosità e dell’altruismo, Il gigante più elegante ricorda, per incedere narrativo e tematiche trattate, Il Principe Felice di oscar Wilde, pur non condividendone il triste finale e il tono tragico che pervade la fiaba dell’autore inglese.

Frutto della fulgida fantasia del duo rappresentato da Julia Donaldson e Axel Scheffler (la coppia del Gruffalò, per intenderci) Il gigante più elegante trasporta su un piano leggero e ironico le eterne dicotomie tra amore di sé e amore per gli altri; tra nobiltà d’animo e attaccamento agli oggetti materiali.

Il gigante più elegante libroLettura piuttosto efficace nel corso degli anni legati alla scuola d’infanzia, Il gigante più elegante è infatti un lungo percorso di ricerca interiore che prende il via con la volontà di apparire e che si conclude con la consapevolezza di essere e della netta prevalenza della seconda categoria sulla prima.

Se lo scrittore americano Thoreau sosteneva che è meglio essere un uomo nuovo in abiti vecchi, piuttosto che un uomo vecchio (non in senso anagrafico) in abiti nuovi: Il gigante più elegante rappresenta alla perfezione la parabola di un uomo intenzionato a definire sé stesso attraverso gli abiti, fino a scoprirsi “nuovo” nei suoi vecchi stracci.

Per quanto possano giovare alla nostra autostima e all’opinione che abbiamo di noi stessi, gli oggetti materiali (abiti compresi) si trovano collocati su un piano ontologico infinitamente inferiore rispetto a quello in cui alberga la nostra vera essenza morale ed è probabilmente preferibile il venire derisi per ragioni legate all’apparenza, piuttosto che suscitare genuino disprezzo per via di qualità morali riprovevoli.

Il gigante più elegante è un libro soffice, che prende il bambino per mano e gli mostra come l’apparenza e il mondo esteriore non debbano essere un fine ultimo, ma un corollario (assolutamente non indispensabile) a valori e principi impossibili da scalfire o da cambiare come se fossero calzini sporchi.

Non a caso, la coppia di autori impiega il vocabolo “stile” con una ricorrenza molto marcata, come a sottolineare che la vera eleganza risiede nei nostri gesti e non in un accessorio di abbigliamento che può risultare più o meno chic.

 

Il gigante più elegante, storia di stile e morale

Stufo di vestirsi con una tunica lisa e dei sandali malconci, un gigante di nome Adalberto decide di rivolgersi ad una boutique di alta sartoria, con l’intento di diventare Il gigante più elegante della città e di venire ammirato per il suo stile (oltre che per la sua altezza).

Il gigante più elegante

Dopo aver acquistato una camicia bianca, un paio di pantaloni dal taglio classico, una cintura di pelle, un paio di scarpe eleganti e una cravatta a righe, Adalberto indossa felice il suo nuovo completo e percorre le strade della città in cui vive pieno di orgoglio e di ammirazione per sé stesso.

Il gigante più elegante libro per bambini

Poco dopo, il gigante si imbatte in una giraffa molto triste, che gli rivela coma il suo lungo collo si trovi esposto al freddo e come non possieda nulla per coprirlo adeguatamente.

Senza esitare un attimo, Adalberto le dona la sua cravatta nuova e riprende a passeggiare con la convinzione di non aver subito una gran perdita, dato che la cravatta non si intonava ai calzini e che lui resta comunque Il gigante più elegante della città.

libro Il gigante più elegante

Un’identica situazione si ripresenta dopo pochi passi, quando Adalberto incontra una capretta in barca, disperata per la rottura della vela che ha interrotto la sua navigazione e l’ha costretta a riva.

Sempre senza esitare, Adalberto dona la sua camicia alla capra e riprende a passeggiare, canticchiando una canzoncina che rivendica le buoni azioni commesse e il suo inscalfibile stile.

Dopo aver donato una scarpa ad una famiglia di topolini, rimasta senza casa, un calzino ad una volpe priva di sacco a pelo, la sua cintura ad un cagnolino che doveva attraversare una palude, Adalberto perde tuttavia il suo entusiasmo, accorgendosi di essere ormai rimasto in mutande e ritenendosi impresentabile.

Il gigante torna quindi al negozio di abbigliamento, ma lo trova chiuso e cade vittima dello sconforto, fino a quando non si accorge che, proprio fuori dall’uscio, è stato depositato un sacco con la sua vecchia tunica e i suoi sandali.

Felice come una Pasqua, il gigante recupera i suoi vecchi stracci e li indossa con orgoglio, tornando a casa in preda ad una sorta di estasi legata al ritrovamento dei suoi comodi vestiti vecchi.

Proprio fuori da casa sua, Adalberto ritrova tutti gli animali che ha aiutato, i quali si sono radunati per offrirgli in dono una corona e per fargli capire che da quel giorno sarà sempre il gigante più amato di tutta la città.

 

Il gigante più elegante, tra divertimento e insegnamento

Come premesso, Il gigante più elegante è una parabola sull’altruismo che racchiude in sé numerosi spunti di riflessione e che trova i suoi (molti) punti di forza in un altissimo livello qualitativo legato a narrazione e illustrazioni.

L’andamento scorrevole, le immagini ormai iconiche di Julia Donaldson e Axel Scheffler e l’artificio rappresentato dalla “filastrocca riassuntiva” canticchiata dal gigante, rendono infatti l’opera molto leggera, a fronte dei temi trattati, e perfettamente in linea con le esigenze letterarie di bambini anche molto piccoli.

Il libro può infatti venire letto anche a bimbi di 3 anni o poco più, dato che la continua riproposizione di eventi strutturalmente simili e la presenza della filastrocca renderanno la trama perfettamente accessibile anche a coloro che abitualmente faticano a seguire il dipanarsi di matasse narrative troppo lunghe.

Bellissima opera da leggere ai bambini per spiegare loro in modo divertente come l’altruismo porti in dote una sorta di ricompensa sempre superiore alla quantità di beni ceduti, Il gigante più elegante definisce i parametri del vero “stile”, quello che non può essere acquistato perché alberga in quel lontano luogo dello spirito dove già Oscar Wilde aveva a lungo soggiornato.

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