Last Updated on 28 Novembre 2019 by Maestra Sara
Vi ricordate il classico di Jules Verne “Il giro del mondo in 80 giorni” e la relativa serie animata, piuttosto popolare verso la metà degli anni’80, tanto da venire trasmessa dalla televisione generalista, infilata tra un “Holly e Benji” e una “Memole” a metà pomeriggio?
Bene, se non siete vissuti in mezzo all’Oceano Indiano o al Polo Nord (in tal caso, provo una certa punta di invidia per voi) e avete dunque presente di cosa sto parlando, è mio dovere informarvi che in casa Editoriale Scienza hanno deciso di dare una sorta di seguito al romanzo, rivisitandolo in veste, scientifica.
Il giro del mondo in 80 esperimenti è infatti un monumentale e curatissimo albo illustrato che inserisce alla perfezione una serie di nozioni scientifiche quasi sterminata sull’impianto narrativo ideato da Verne, andando a realizzare dei piccoli esperimenti alle più disparate latitudini del mondo, lungo un viaggio di scoperta unico e irresistibile.
Nel piccolo (mai poi neanche tanto) capolavoro ideato e realizzato da Lorenzo Monaco e Matteo Pompili, scienza, geografia e narrativa riescono a fondersi perfettamente in un tutt’uno armonico e a veicolare così, in modo agevole e divertente, alcune nozioni non immediatissime, senza il rischio che il bambino si ribelli di fronte a tutto quel “Sapere” che gli viene offerto, preferendo ripiegare su passatempi meno dispendiosi in termini di energie mentali.
Prendendo spunto da tre ipotetici antenati dei protagonisti del romanzo di Verne, Il giro del mondo in 80 esperimenti va a ricalcare le tappe percorse da Phineas Fogg e dal poliziotto Fix, portando il bambino al centro di un’avventura mozzafiato in cui gli esperimenti scientifici vengono incastonati in modo naturale, quasi come se fossero l’inevitabile corollario di quel piacere di scoperta che anima il viaggio.
Se viaggiare significa sempre voler scoprire qualcosa di nuovo, perché non abbinare dunque la curiosità geografica e architettonica a quella scientifica e fermarsi, dunque, a riflettere sulle peculiarità fisiche e biologiche del pianeta Terra, osservato da differenti angolazioni e latitudini?
Tutti gli esperimenti proposti nel libro trovano infatti una base di tipo geografico e geologico, di modo che, una volta (metaforicamente) giunto in India, il piccolo lettore dovrà cimentarsi sul campo con un esperimento atto a dimostrare perché le mangrovie non temano la pioggia.
Data la vastità degli argomenti trattati, il testo può logicamente venire frammentato in micro-porzioni e vissuto in modo “interattivo”, spingendo il piccolo lettore a realizzare sul campo gli esperimenti proposti nel libro; la maggior parte dei quali risulta ampiamente replicabile con un po’ di ingegno e voglia di fare.
Uno degli infiniti punti di forza dell’opera risiede proprio nella capacità di unire universale e particolare sotto la bandiera della scienza e di proporre al lettore semplici esperimenti che, una volta realizzati, sveleranno leggi fisiche dalla portata molto più vasta.
Il giro del mondo in 80 esperimenti, un mondo di sapere
La monumentale opera concepita da Lorenzo Monaco e Matteo Pompili si apre con un’introduzione narrativa, che riassume al lettore in poche righe il succo del celebre romanzo di Verne e introduce al lettore i personaggi che si apprestano a ricalcare le orme dei loro antenati.
Midori Fogg, suo gemello (palesemente eterozigote) Pablo e Fix sono infatti i discendenti diretti dei protagonisti del libro e intendono ora replicare il celeberrimo giro del mondo, animati tuttavia da intenzioni profondamente differenti.
Mentre i loro tris-nonni, solcavano il Globo, rispettivamente, per scommessa e per arrestare un presunto criminale, i tre amici vogliono prendersela comodo, osservare il mondo in tutte le sue peculiarità e compiere una miriade di esperimenti scientifici agli angoli più remoti della Terra.
Il lungo viaggio inizia, ovviamente, da Londra, dove i tre amici e il cane Paspartù realizzano svariati esperimenti, incentrati: su un pendolo; sulla natura del grasso che isola dall’acqua fredda; sulla creazione di un rudimentale coesore (strumento atto a catturare le onde elettromagnetiche); su una barca in alluminio e sulla costruzione di una piccola mongolfiera domestica.
Il semplice schema viene ripetuto per tutta la durata del libro, di modo che, ad ogni tappa, corrisponda una serie di esperimenti, finalizzata a far passare il lettore dalla teoria alla pratica, dimostrando tra le mura domestiche quello che i tre protagonisti del libro scoprono nel corso del lungo viaggio.
Dopo Londra, è così la volta di Parigi, dell’Italia (dove non poteva mancare un succulento esperimento sui vulcani), della Grecia, del Canale di Suez, del Corno d’Africa e così via, lungo un viaggio che tocca luoghi iconici e facilmente rapportabili tanto alla dimensione narrativa del testo, quanto al versante squisitamente scientifico dell’opera.
Come premesso, nel corso di ogni tappa del viaggio, vengono offerte numerose informazioni riguardanti le peculiarità storiche e geografiche del luogo, di modo da dar vita ad un puzzle quasi infinito che arricchisce il lettore pagina dopo pagina, senza mai stancarlo e senza mai risultare monotematico.
Una volta terminata la lettura, il bambino ha così l’impressione di aver compiuto egli stesso un piccolo viaggio intorno al mondo e di essersi realmente arricchito di nuove esperienze e di un rinnovato sapere che lo accompagnerà per tutta la vita.
Consigliato dall’editore a partire dagli otto anni (per la scheda del prodotto, clicca qui), Il giro del mondo in 80 esperimenti è davvero un testo imprescindibile per tutti quei bambini che amano la scienza e il sapere e che desiderano cimentarsi con una lettura talmente interattiva da far apparire obsolete persino le più moderne tecnologie.