Il lupo che voleva essere una pecora di Mario Ramos

Il lupo che voleva essere una pecora

Last Updated on 19 Settembre 2018 by Maestra Sara

Assolutamente geniale nel trasporre su un piano ironico tutte le ansie e i timori legati alla primissima infanzia, Mario Ramos ha regalato al mondo, con Il lupo che voleva essere una pecora, un’opera insolitamente dolce, in cui il divertimento si sposa alla perfezione con quella tenerezza che solo i bambini sanno leggere fino in fondo.

Se, generalmente, Ramos impiega la figura del lupo per deridere apertamente la volontà di sopraffazione, la vanagloria e l’impiego della forza bruta, il piccolo protagonista de Il lupo che voleva essere una pecora è in realtà pervaso da una tenerezza di fondo che lo spinge in una direzione antitetica rispetto ai suoi simili.

Il lupo che voleva essere una pecora bambini

Il lupo che voleva essere una pecora è infatti la storia di un piccolo predatore che, osservando il cielo e scorgendovi l’abituale presenza di pecore (il mistero sarà chiarito nel corso del libro), vorrebbe diventare una di loro per poter toccare le nuvole e per vivere un’avventura che risulta impossibile a fronte delle sue reali caratteristiche morfologiche.

La componente ironica, sempre ben presente, investe qui l’ansia di emulazione tipica dei bambini e il loro sguardo parziale sul mondo, seppur con l’attenuante rappresentata da un finale che abbina il consueto “castigo”, tipico di chi si ribella alla sua vera natura, ad una sorta di redenzione temporanea.

I bambini piuttosto piccoli tendono spesso a voler emulare tutti coloro che si trovano collocati, dal loro punto di vista, in una sorta di condizione privilegiata e a volersi ribellare a quella natura infantile che, a fianco di numerosi vantaggi, porta in dote una serie di limiti percepiti come insormontabili dagli stessi bimbi.

Il fatto, ad esempio, di non potere decidere arbitrariamente cosa mangiare o a che ora andare a letto porta i bambini a credere che il mondo adulto rappresenti una sorta di Paradiso Terrestre, in cui tutto è lecito e in cui non esistono limiti reali.

Tutto questo comporta sovente una marcata ansia di crescita e la genesi di una convinzione relativa al fatto che l’infanzia si trovi ad essere una sorta di maledizione del tutto paragonabile alla schiavitù o ad altre funeste condizioni.

Il lupo che voleva essere una pecora di Mario Ramos libro

Ovviamente, le cose non stanno affatto così e la prospettiva distorta dipende dal fatto che, quando ci troviamo a desiderare ardentemente qualcosa, percepiamo solo i vantaggi della condizione altrui, senza renderci conto del prezzo da pagare per la realizzazione dei nostri aneliti.

Il bambino che sogna libertà e autonomia è dunque propenso a vedere la proverbiale erba del vicino perennemente verde, senza rendersi conto del reale prezzo da pagare per mantenere un prato in ordine e dei sacrifici che il giardinaggio comporta.

Metafora botanica a parte, Il lupo che voleva essere una pecora rappresenta alla perfezione questi aneliti, mostrando come il “voler essere qualcun altro” porti in dote un errato giudizio sull’altrui convinzione e una serie di inconvenienti trascurati in un primo momento.

 

Il lupo che voleva essere una pecora, storia di una metamorfosi

Il lupo che voleva essere una pecora è la storia di Piccolo Lupo che, in barba all’aperta derisione del suo nucleo sociale di riferimento, desidera tramutarsi in una pecora per poter volare libero nel cielo e per comprendere quali ragioni consentano agli ovino di elevarsi da terra, mentre i lupi devono restare ancorati al suolo.

Il lupo che voleva essere una pecora di Mario Ramos

Desideroso di toccare il cielo, Piccolo Lupo si traveste dunque, in modo piuttosto maldestro, da pecora e cerca di intrufolarsi in un gregge, a fronte della diffidenza che anima le altre pecore al suo arrivo.

Per quanto il suo travestimento risulti approssimativo, riesce pienamente a confondere un’aquila reale, rapida nel catturare Piccolo Lupo e nel portarlo a volare in cielo, secondo i desideri del protagonista dell’opera.

Una volta terminato il breve volo e depositato nel nido dell’aquila, Piccolo Lupo scorge la presenza di ossa e carcasse appartenenti a pecore in precedenza divorate e viene colto da una sorta di rivelazione, che lo porta a comprendere gli infiniti svantaggi della sua condizione e la vera ragione che portava gli ovini a “spiccare il volo”.

Liberatosi in fretta e furia del suo travestimento, Piccolo Lupo tenta dunque di fuggire dal nido sulla montagna, prima che l’aquila faccia ritorno e reclami il suo pasto.

Il lupo che voleva essere una pecora libro

Dopo innumerevoli peripezie che portano Piccolo Lupo a scavarsi un tunnel nella roccia e a rimanere aggrappato tutta la notte ad un albero solitario, il protagonista perde le forze e precipita dal monte, atterrando, per sua fortuna, proprio su un morbido gregge di pecore, leste nel fuggire al suo manifestarsi.

Il lupo che voleva essere una pecora si conclude con Piccolo Lupo che comprende e accetta la sua vera natura, ma che trova consolazione nel fatto di aver potuto toccare le nuvole per un giorno e di potersi sentire speciale rispetto ai suoi simili proprio per questo.

 

Il lupo che voleva essere una pecora e la “vera natura”

Il lupo che voleva essere una pecora è dunque una brillante storia che invita i bambini ad amare apertamente la loro vera natura e che regala loro quel pizzico di redenzione che appartiene a coloro che si sono resi autori di un’impresa titanica; tanto effimera, quanto significativa.

Esattamente come il bimbo che tenta di fare “qualcosa da grande” e che si trova ad essere sospeso, al termine dell’impresa, tra la paura per lo scampato pericolo e la soddisfazione per averci provato, Piccolo Lupo esce per un giorno solo dalla sua vera natura, terrorizzato e al contempo compiaciuto.

Il lupo che voleva essere una pecora

L’esperienza vissuta porta infatti lupetto a guardare per poche ore il mondo da un altro punto di vista e a comprendere il prezzo che avrebbe dovuto pagare per diventare una pecora a tutti gli effetti, ritenendo infine preferibile la condizione di lupo.

La redenzione finale, consente a Mario Ramos di introdurre un elemento di benevolenza nel corso della satira, quasi come se volesse perdonare il bambino per la sua marachella e per il carico di pericoli che ha comportato la sua ribellione alle regole che governano l’infanzia.

Dedicato a tutti quei bambini troppo ansiosi di crescere e a tutti quegli adulti pervasi da invidia perenne, Il lupo che voleva essere una pecora è un piccolo gioiello di stile e narrativa che vi porterà a guardare più serenamente alla vostra convinzione e ad accettare quei limiti che ci appaiono tali solo se osservati attraverso il filtro dell’ansia e del timore.

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