Last Updated on 14 Giugno 2018 by Maestra Sara
Il meraviglioso Cicciapelliccia è una di quelle opere magiche, assolutamente imperdibili e perfettamente in grado di traghettare la dimensione della fiaba classica all’interno di un universo iconografico moderno, ma al tempo stesso fuori dal tempo.
Opera arcinota della geniale Beatrice Alemagna, cantrice della “diversità” e voce di tutti quei bambini che si sentono non all’altezza dei loro compiti, Il meraviglioso Cicciapelliccia abbina un incedere tipicamente fiabesco ad una seria riflessione sulla società contemporanea e sulla confusione che alberga tra la dimensione del “fare” e quella dell’”essere”.
Non appena la piccola Edith, per gli amici Eddie, si presenta ai lettori con una breve autobiografia in stile romanzesco, l’accento dell’opera cade inevitabilmente sul fatto che la piccola ritenga di “non sapere fare niente” e che il paragone con i membri del suo nucleo familiare le provochi una sorta di complesso di inferiorità e un’ansia da prestazione perenne.
Soprattutto in età infantile, l’essere umano tende a definirsi non in base alle sue caratteristiche intrinseche, ma alle sue abilità e la mancanza di eccellenza in un determinato settore porta i bimbi a sentirsi schiacciati da una serie di paragoni impietosi che noi adulti spesso legittimiamo (o addirittura incentiviamo).
Un bambino che non gioca particolarmente bene a calcio, non “porta a casa” voti eccelsi, non legge in modo particolarmente fluente e non risulta particolarmente franco in sella ad una bici, finisce così per sentirsi oppresso da un contesto familiare e sociale in cui tutto tende al paragone, in barba al fatto che, magari, il suddetto bambino è una persona mite, gentile, onesta e generosa.
Il meraviglioso Cicciapelliccia insegna ai bambini ad accettarsi per quello che sono e a scoprire talenti autentici, che si basano sull’empatia e non sulle medaglie vinte nelle gare di corsa, mostrando infine come le vere caratteristiche che ci definiscono appartengano a categorie dello spirito e non siano necessariamente legate alla dimensione del fare.
Il meraviglioso libro di Beatrice Alemagna urla in faccia a tutti i genitori votati verso l’eccellenza come l’universo infantile non sia definibile attraverso numeri e attività, con la stessa forza con cui Tyler Durden in Fight Club urlava al povero Edward Norton: “Tu non sei la tua casa, tu non sei il tuo lavoro”.
Il meraviglioso Cicciapelliccia, un viaggio di ricerca e scoperta
Come premesso, Il meraviglioso Cicciapelliccia si apre con la presentazione di Eddie, bimba di 5 anni e mezzo che “non sa fare nulla”, a dispetto di un padre che parla ben cinque lingue, di una madre che canta come un fringuello e di una sorellina minore che le ha metaforicamente rubato la scena, in qualità di reginetta del pattinaggio.
Una mattina, la piccola Eddie sente la sorellina pronunciare la confusa espressione “Compleanno-mamma-Ciccia-pelliccia”, si ricorda della fatidica ricorrenza e decide che questa volta sarà lei a porgere alla mamma il regalo più bello, recuperando quel meraviglioso, quanto fantomatico, Cicciapelliccia del quale ha appena scoperta accidentalmente l’esistenza e l’appetibilità grazie alla sorella.
Inizia dunque un breve viaggio di formazione urbano, con Eddie che percorre le vie della cittadina francese dove abita alla ricerca del Cicciapelliccia e con la volontà di scoprire dove il nuovo oggetto delle brame si trovi in commercio.
Dopo aver visitato il panettiere, la fioraia, un negozio di abbigliamento, l’antiquario e il macellaio ed aver assistito alla perenne storpiatura del nome in questione da parte di tutti gli esercenti, Eddie pare rassegnata alla totale impossibilità di reperire il fatidico Cicciapelliccia.
Importante sottolineare come tutti i negozianti visitati dalla piccola (scorbutico macellaio incluso), pur non disponendo del Cicciapelliccia, offrano in dono a Eddie una serie di oggetti (una brioche, un quadrifoglio, un bottone di madreperla e un francobollo raro) da regalare alla mamma in qualità di palliativo.
Quando Eddie ha ormai perso ogni speranza vede passare sopra di sé un Cicciapelliccia e la sua assenza di qualità (l’animaletto è fuori forma, poco chic e palesmente inutile) le fa comprendere come quello sia esattamente il regalo che cercava, dato che ciò che può apparire “inutile” può in realtà prestarsi ad ogni impiego possibile.
Sfruttando la brioche, la bimba riesce ad attirare a sé il Cicciapelliccia, il quale, tuttavia precipita dal tetto dell’abitazione che stava bazzicando e si ritrova all’interno di un sacco della spazzatura.
Impiegando il quadrifoglio e il rarissimo francobollo, la bimba riuscirà convincere l’addetto alla nettezza urbana a farsi restituire il bottino e, grazie al bottone di madreperla usato a mo’ di gettone, riuscirà persino a lavarlo all’interno di una fontana.
La storia si conclude con la mamma che accoglie il dono con entusiasmo e con la bimba che scopre di saper fare qualcosa di unico al mondo, dato che nessuno è mai riuscito a trovare e catturare un Cicciapelliccia.
Il meraviglioso Cicciapelliccia, una fiaba sull’essere
Corredata da quelle meravigliose illustrazioni che definiscono lo stile di Beatrice Alemagna con le solite tonalità sospese tra la fiaba e la malinconia, Il meraviglioso Cicciapelliccia è ormai a tutti gli effetti un classico della letteratura di infanzia, in virtù della sua capacità di lanciare uno sguardo abissale in direzione dei piccoli e dei loro genitori.
Al pari de Il Brutto Anatroccolo e di un’intera tradizione fiabesca orientata in direzione della “diversità”, Il meraviglioso Cicciapelliccia trasfigura apertamente abilità in qualità e mostra al lettore come la nobiltà d’animo della piccola protagonista (e dei suoi amici improvvisati) abbia concretizzato l’impossibile.
Perfettamente adatto a bambini di 5 anni che iniziano a somatizzare le ansie da prestazione che trasferiamo loro e a tutti quei genitori che vorrebbero rivivere un’altra giovinezza proiettando le loro velleità sui figli (la vostra occasione l’avete già avuta, fatevene una ragione!), Il meraviglioso Cicciapelliccia è un capolavoro di ingegno che mostra come un animo gentile riesca sempre a trovare redenzione e a liberarsi dalle catene sociali e familiari.
Al pari de I cinque Malfatti, Il meraviglioso Cicciapelliccia rappresenta probabilmente la vetta artistica di un’autrice che, come poche altre, riesce ad offrire un’immagine dell’infanzia priva di idealizzazioni ed edulcorazioni e paradossalmente proprio per questo, assolutamente fiabesca.
Fiaba moderna che sposta l’accento umano dal “fare” all’”essere” e che entra con garbo nei meandri dello spirito che anima l’infanzia, Il meraviglioso Cicciapelliccia è davvero una lettura imprescindibile per tutti coloro che vogliono realizzare l’impossibile, magari dopo aver capito la banalità del possibile e il valore morale dell’apparente assenza di qualità esplicite.