Last Updated on 8 Ottobre 2018 by Maestra Sara
Racconto riconducibile all’ampio filone delle storie di paura per bambini, In una notte nera di Dorothée de Monfreid è un simpatico albo che mostra ai più piccoli l’origine della paura, trovando una redenzione nella genesi di un terrore ancora più grande.
Nel momento in cui i bambini tendono a provare paura nei confronti di qualcosa di definito (sia esso un iconico lupo, un compagno di scuola troppo aggressivo o un mostro immaginario), difficilmente si rendono conto di quanto l’oggetto del loro terrore possa a sua volta trovarsi spaventato da qualcos’altro e di come, dunque, tutti quanti siano soggetti a fonti di spavento profondamente differenti.
L’attribuzione di poteri quasi magici a tutto ciò che ci spaventa è infatti alla radice della nostra stessa paura e contribuisce ad alimentarla ed è per questo che la letteratura “horror” (per grandi e per piccini) mira a ridimensionare mostri e consimili, mostrando come anche le più temibili creature della notte possano essere terrorizzate da qualcosa che non possono controllare.
Mentre i vampiri scappano disperati alla vista del sole o i lupi mannari indietreggiano di fronte al fuoco, l’immaginario dei bambini riacquista vigore, nel momento stesso in cui comprendere come tutte quelle creature che suscitano tanto orrore, sono esse stesse soggette alla paura e, per tanto, passibili di sconfitta.
In una notte nera conduce il bambino proprio lungo un percorso “horror”, in cui tutto quanto spaventa il piccolo protagonista si trova a sua volta a essere spaventato da altri elementi, fino alla genesi di un finale catartico, in cui sarà proprio l’astuzia del bambino a terrorizzare e mettere in fuga una nutrita schiera di feroci predatori notturni.
L’obiettivo dichiarato di In una notte nera è dunque quello di mostrare al bambino il proverbiale “lato debole” delle sue fonti di terrore e di spiegargli, al contempo, come sia possibile vincere i timori irrazionali attraverso l’uso di quell’ingegno che mira proprio a spaventare ciò che ci spaventa.
Il conflitto tra razionale e irrazionale pervade infatti tutta la storia, lungo una netta dicotomia che colloca nella sfera dell’emotività la nascita della paure e nell’intelletto gli strumenti atti a ridimensionare i terrori e a sconfiggerli definitivamente.
Come accade in buona parte delle opere “di genere”, la via d’uscita prediletta di fronte alla paura risiede proprio nella componente razionale e nella sua capacità di togliere potere alle fonti di spavento, di guardarle da una prospettiva diminuita e, infine, di prevalere su di esse in modo autorevole e beffardo.
In una notte nera, storia di un bambino smarrito nel bosco
In una notte nera è la storia del piccolo Pietro che, per non meglio precisate ragioni, si trova tutto solo nella foresta al calar delle tenebre, fragile ed esposto ai potenziali pericoli derivanti dalla presenza di predatori notturni.
le paure indefinite di Pietro prendono forma nel momento in cui il piccolo sente un ululato e decide di nascondersi all’interno di un albero cavo per osservare cosa succede.
Paralizzato dalla paura e volenteroso di non far scorgere la propria presenza, Pitero vede un lupo intento ad accendersi un falò e a riscaldarsi le mani, fino a quando un terribile ruggito produce uno spavento maggiore nel bambino e nello stesso lupo, che scappa a gambe levate.
Il posto del lupo di fronte al falò viene ora occupato da una gigantesca tigre, anch’essa tuttavia pronta a svignarsela nel momento in cui un cupo verso annuncia l’arrivo di un coccodrillo.
Proprio mentre Pietro assiste sconcerto a quel crescendo di orrori, scorge una porticina collocata all’interno dell’albero cavo, la apre e scende dei piccoli scalini che conducono in direzione di una cucina apparecchiata con una tazza di cioccolata fumante.
Entro breve Pietro scopre di essere finito nella dimora di un coniglio e spiega al padrone di casa le ragioni che lo hanno portato a cercare rifugio nella suatana e a rimanere bloccato lì dentro, data l’impossibilità di fare ritorno a casa in modo sicuro.
Dopo aver udito il racconto, il coniglio indossa un mantello, sale sulle spalle di Pietro e indossa una maschera da mostro (simile a un diavolo dell’iconografia classica), invitando il bambino a percorrere la foresta ruggendo come un leone.
Come da previsione, l’artificio funziona e il mostro composta da Pietro e dal coniglio riesce agevolmente a mettere in fuga tutti i predatori notturni, consentendo al duo il tranquillo approdo alla casa del bambino.
Mentre Pietro e il coniglio si trovano ormai al riparo, i due sentono bussare alla porta e, dopo aver chiesto chi fosse, apprendono che il lupo, la tigre e il coccodrillo si trovano in cerca di rifugio per via della presenza di un terribile mostro che terrorizza tutta la foresta.
Lestamente, Pietro e il coniglio, indossano nuovamente il loro travestimento, vanno ad aprire alla porta e mettono in fuga i tre predatori, potendo così ora gustarsi la loro cioccolata calda in tutta tranquillità.
In una notte nera, la rivincita dell’astuzia
Storia abbastanza lunghetta, ma comunque molto scorrevole, In una notte nera riprende il classico schema che prevede l’astuzia del bambino alla stregua dell’elemento in grado di sconfiggere predatori e mostri, aggiungendo una serie di sotto-tematiche volte a lenire le paure nei più piccoli.
La vittoria di Pietro sulle creature notturne non è infatti generata dalla mera sopraffazione o dall’artificio, ma dalla capacità di suscitare nei predatori quella stessa paura che paralizzava inizialmente il bambino, lungo una sorta di inversione di ruoli che toglie via via potere alle fonti di terrore infantili.
Un bambino che legge una qualunque storia, ad esempio, in cui un feroce lupo viene domato e sconfitto, è un bambino che apprende come il suddetto luop risulti battibile, senza che la cosa influisca più di tanto sul terrore che il predatore continua a suscitare nel bimbo.
Nel momento in cui al piccolo viene mostrata l’immagine di un lupo che trema di paura e che scappa a gambe levate, il bimbo assiste ad una sorta di “smitizzazione” delle sue stesse paure e vede tramutato in ridicolo tutto quanto lo atterriva fino a poco prima.
Ideale da leggere a tutti quei bimbi che sono vittime di terrori notturni, direi dai 4 anni in su, In una notte nera è un ottimo esempio di come la letteratura possa mostrarci l’origine delle nostre paure da una prospettiva inedita e tranquillizzante, in cui il confine tra spavento e spaventato si fa sempre più labile e sottile.