Last Updated on 27 Maggio 2019 by Maestra Sara
Scritto in rima, quasi una lunga filastrocca, Io non ho paura! è un brillante albo illustrato che si prende gioco della paure infantili con l’intento di rivalutarle e di assegnarle alla loro naturale funzione salvifica.
Se tutti noi ci prodighiamo infatti di consigli rivolti ai bambini, affinché vincano le loro paure e diventino un minimo coraggiosi, nessuno si ferma mai a riflettere sul fatto che la paura porti in dote connotazioni positive, legate alla salvaguardia della specie e allo sviluppo dell’intelletto.
Cercare di reprimere o negare in senso assoluto le nostre paure comporta infatti la perdita dei riferimenti relativi a quello che davvero può mettere a rischio la nostra sopravvivenza e si traduce spesso nella genesi di una sorta di Vaso di Pandora in cui le emozioni sopravvivono ad un livello inconscio, senza trovare libero sfogo.
Soprattutto in età infantile, provare paura è un sentimento naturale che aiuta il bambino a misurarsi con i pericoli, reali o supposti, del mondo esterno e a esercitare doti intellettive che consentono di limitare il margine d’azione della paura, senza per questo sopprimerla o negarla.
La storia della paura è infatti la storia dell’eterno conflitto tra emotività e razionalità; conflitto che non trova mai reale risoluzione, ma che consente all’intelletto di trovare un giusto equilibrio, grazie al quale il bambino continua a provare paura, senza che questo sentimento condizioni le sue scelte e il suo agire quotidiano.
Il piccolo protagonista di Io non ho paura! presenta, al contrario, una netta sproporzione tra la sua dimensione emotiva e quella razionale (a vantaggio di quest’ultima) e si illude di poter eliminare ogni tipologia di paura, facendo affidamento su un coraggio che sconfina nella spavalderia e sulla possibilità di razionalizzare componenti del tutto irrazionali.
Emblema del bambino che nutre una fiducia nei propri mezzi eccessiva e spropositata, l’io narrante della breve storia si ritroverà, inevitabilmente, vittima di quelle stesse paure che pensava di aver sconfitto per sempre, sulla scia di una confidenza nei propri mezzi razionali decisamente poco realistica.
Premetto quindi da subito che Io non ho paura! non è un libro volto a lenire le paure infantili, ma l’esatto contrario: Io non ho paura! è un testo che spiega in modo ironico il valore della paura e il diritto dei bambini a spaventarsi per tutte quelle creature, per lo più immaginarie, che da sempre popolano l’immaginario dei più piccoli.
“Abbiate paura!” verrebbe quasi da dire, in un sarcastico ribaltamento semantico, dopo aver letto lo stupendo libro di Dan Crisp e Lee Wildish, perché la paura fa parte di noi, della nostra storia antropologica ed è a pieno titolo un’emozione che, soprattutto durante l’infanzia, assume un potere creativo immenso.
Io non ho paura! Storia di un gattino spavaldo
Interamente narrato da un gattino temerario, Io non ho paura! inizia con il simpatico animaletto che asserisce fiero di non temere i mostri, nemmeno quelli con gli occhi spaventosi, e che li inviterebbe volentieri a mangiare con lui.
Nemmeno i giganti lo spaventano, nonostante il cucciolo sappia che le enormi creature si nutrono di bambini e che lui sarebbe una preda agevole per quella tipologia di predatori.
Discorso analogo per i ragni e i coccodrilli: per quanto grandi possano essere le temibili creature il gattino non si scomporrebbe affatto alla loro vista.
Né tanto meno potrebbero terrorizzarlo le streghe, i demoni e gli spiritelli che si agitano fuori dalla sua finestra duranti le notti buie e tempestose.
Ovviamente nemmeno gli scheletri e i sinistri rumori che provengono dalla cantina sortirebbero l’effetto sperato su un micino tanto coraggioso, per non parlare poi degli orchi che vivono sotto i ponti, del tutto incapaci di farlo piangere, in barba alla loro terribile e famelica natura.
Se le terrificanti creature immaginarie non riescono a far paura alla voce narrante, nemmeno leoni, orsi, meduse e squali riuscirebbero logicamente a scomporlo più di tanto.
Nemmeno i draghi potrebbero terrorizzare il piccolo protagonista di Io non ho paura!, dato che il micino impiegherebbe il fuoco delle loro fauci, al massimo, per cuocervi uno spiedino.
Mentre il protagonista della storia chiude la sua carrellata passando in rassegna gli ormai estinti dinosauri, sente improvvisamente bussare alla porta e si reca ad aprire con un pizzico di perplessità.
Non appena spalancato l’uscio, si presentano davanti al cucciolo tutte le creature mostruose appena passate in rassegna, che mettono in fuga l’ex spavaldo, si appropriano di casa sua e decidono di dare una liberatoria festa.
Io non ho paura! Il diritto ad avere paura
Davvero divertente e scandita da ritmi narrativi agilissimi, Io non ho paura! presenta un singolare ribaltamento di ruoli rispetto alle classiche storie di paura per bambini, mostrando il trionfo dei mostri sul piccolo eroe e dando vita ad una sorta di festino dell’inconscio, dove le componenti represse riemergono ora in libertà.
Come premesso, avere paura è un diritto di ogni bambino e il compito di genitori ed educatori non è quello di estirpare un sentimento naturale dal suo animo, ma di relegare il terrore ad un ambito innocuo, dove le attività quotidiane non vengono compromesse da fobie troppo marcate e irrazionali.
Io non ho paura! ribadisce questo diritto a gran voce, invitando i bambini a lasciarsi spaventare quel tanto che basta da rendere la vita più avventurosa ed avvincente, senza cercare di reprimere tutto ciò che, in un modo o nell’altro, riemergerà comunque trovando altre strade e altri mezzi.
Leggere Io non ho paura! è un simpatico mezzo per riconciliare i piccoli al loro universo emotivo e per cercare di trovare il giusto equilibrio tra quella razionalità, ancora ben lungi dal prevalere, e quella componente insita in tutti noi che ci definisce in qualità di essere umani.