Last Updated on 28 Settembre 2021 by Maestra Sara
Molto probabilmente, la recente perdita di mordente delle arte figurative sul tessuto sociale e sull’immaginario collettivo, è dovuta a quella continua ricerca del “nuovo” che ha snaturato le finalità e gli obiettivi del gesto artistico in quanto tale.
Salvo rare eccezioni, tutti coloro che si affacciano al variopinto mondo della pittura e della scultura, con l’intento di essere considerati “artisti” sono ossessionati dall’idea di riuscire a partorire qualcosa di innovativo, pur di ritagliarsi un angusto spazio sotto la luce, sempre più fioca, dei riflettori globali.
Il risultato finale di questa ricerca della novità a tutti i costi è spesso miserabile in termini di resa estetica e, difficilmente, riesce a varcare la soglia della provocazione fine a se stessa o, peggio ancora, della infinita rivisitazione in chiave post-moderna dei classici del passato.
Questo accade perché il “nuovo” non è una categoria dell’estetica, ma, casomai, un suo corollario.
La novità è la caratteristica che definisce l’ambito della moda e non dell’arte; la produzione artistica deve essere orientata alla creazione di opere in grado di trasmettere emozioni e di parlare un linguaggio universale, a prescindere dal fatto che il suddetto linguaggio possa venire considerato innovativo o meno.
Se pensiamo ai grandi artisti del passato, nessuno di loro è mai stato animato dal desiderio di creare qualcosa di nuovo (nemmeno i dirompenti Duchamp e Mirò), ma dalla volontà di rinchiudere il loro universo emotivo e concettuale all’interno di una serie di forme in grado di diventare paradigmatiche per l’umanità intera.
Giusto per chiarire la natura del processo creativo e per avvicinare i bambini alle tematiche dell’arte, Federica Chezzi e Angela Partenza hanno concepito un bellissimo libro per bambini dedicato ad uno degli artisti più rivoluzionari e più amati di sempre.
Illustrato da Daniela Goffredo e edito da Pacini Fazzi/Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, Jackson Pollock Dripping Dance è un meraviglioso atto d’amore verso il pittore americano e la narrazione di una parabola umana che pone il processo creativo alla stregua di un’autentica espressione dell’interiorità dell’artista e di tutte le pulsioni che si agitavano in lui.
La grande forza innovativa di Pollock viene sprigionata proprio dalla capacità dell’artista di riuscire a visualizzare lo spazio fisico della tela come una sorta di estensione del suo universo psicologico e di riuscire così a trasformare gli spazi stessi in un dimensioni semantiche mai concepite prima.
Come tutti i grandi artisti (o quasi), Pollock non si accosta al mondo dell’arte con l’intento di trarne un profitto o di cucirsi addosso un’etichetta, ma la sua spinta poetica nasce dalla volontà di liberare e incatenare su tela quel complesso ecosistema, popolato da fiamme, scheletri, alieni e navicelle spaziali, che egli riesce a vedere dentro di sé.
Jackson Pollock Dripping Dance, un artista realmente innovativo
Jackson Pollock Dripping Dance non è (e non vuole essere) una minuziosa descrizione delle principali opere realizzate da Pollock, ma un viaggio umano, dal sapore fiabesco, che fonde costantemente il vissuto del pittore alla sua produzione artistica.
Per tutto il corso della narrazione, il libro incrocia gli eventi che hanno segnato la vita del pittore con la sua produzione artistica, al fine di mostrare quella piena compenetrazione tra il vissuto e l’opera di Pollock che contraddistingue la sua produzione.
La narrazione si apre con l’immagine di un Pollock sconfortato che vorrebbe spedire un disegno al fratello Charles, ma non riesce a creare nulla di suo gradimento ed è costretto a cestinare ogni suo tentativo.
Proprio quando il lettore inizia ad interrogarsi sul fatto che Pollock fosse insoddisfatto dei suoi disegni, l’opera introduce un lungo flashback esplicativo che parte dall’infanzia del pittore e ne segue le gesta.
Dopo l’infanzia contadina, trascorsa nel Wyoming, Pollock si iscrive infatti ad una scuola d’arte, con l’intento di ricalcare le orme del fratello Charles, ma viene espulso due volte e crede di avere scarso talento per l’arte e per la pittura.
Senza cedere alla rassegnazione, Pollock si trasferisce a New York e trova la sua prima illuminazione, dipingendo “Fiamma”, il capolavoro che porterà l’artista alla scoperta di uno stile unico, destinato a fare la sua fortuna negli anni a venire.
Intersecando sempre il versante biografico con quello squisitamente artistico, il libro traccia in seguito tutte le principali tappe della parabola di Pollock: dall’ammirazione sconfinata per Picasso, all’incontro con Peggy Guggenheim, chiarendo la natura alla base della spinta poetica che ha generato le sue opere di maggior fama e di maggior pregio.
Nel vasto universo iconografico di Pollock, ampio spazio viene dato all’inconscio del pittore, dal quale scaturiscono tutte le forme che si rincorrono poi su tela, siano essi teschi rituali messicani, alieni, navicelle spaziali o fiamme purificatrici.
Tutto questo senza mai perdere di vista la peculiarità tecnica che ha reso Pollock celebre nel mondo e che ha reso l’action painting alla stregua di una corrente a più riprese (e spesso maldestramente) imitata.
Davvero ben scritto, avventuroso, ironico e scanzonato, Jackson Pollock Dripping Dance è uno di quei libri che si lascia leggere tutto d’un fiato, per poi venire consultato a più riprese, magari per comprendere la natura di una delle opere d’arte citate o per soffermarsi su un aneddoto della vita del pittore.
Ideale da leggere ai bambini in quella fascia di età, compresa tra i 7 e i 10 anni, in cui la riflessione sull’arte esula dalla semplice capacità mimetica e in cui il bambino inizia a voler esprimere concretamente la sua interiorità, il libro si addice anche a lettori più “navigati” per la vastità di curiosità e aneddoti in esso contenuti.
In caso vogliate spiegare in modo divertente ai vostri figli la natura dell’arte e degli artisti, Jackson Pollock Dripping Dance rappresenta un ottimo punto di partenza per riflessioni ulteriori su quel concetto di arte che sfugge ad ogni catalogazione empirica e ad ogni ossessiva ricerca di novità.