Last Updated on 9 Gennaio 2019 by Maestra Sara
Rivolto ad un pubblico di bambini piuttosto grandicelli (dai 7 anni di su), La casa delle vacanze di Clive Barker è un capolavoro senza tempo che mostra in modo inequivocabile come l’autore inglese si trovi perfettamente a suo agio con una tipologia narrativa che esula dagli standard ai quali risulta legato.
Opera dell’autore della saga di Hellraiser (chiunque sia nato negli anni 80 non potrà aver scordato Pinhead e i terribili Cenobiti) La casa delle vacanze è infatti una sottile fiaba che invita il bambino a gioire del suo tempo a non vivere in funzione di quell’infinita attesa che spesso connota la nostra esistenza.
Se tutti noi ci sorprendiamo, infatti, a contare i giorni che mancano all’inizio della primavera, alle vacanze estive o al prossimo Natale, Clive Barker mostra al lettore come sia possibile raggiungere una sorta di armonia interiore tale da portare il bambino (e noi stessi) a godere dell’attimo presente e a non lasciare che l’attesa si trasformi in un logorante spreco di vita.
Soprattutto nel corso di un’età in cui i primi doveri scolastici e sociali possono venire percepiti alla stregua di un giogo infernale, La casa delle vacanze parla direttamente al cuore del bambino, supplicandolo di non sprecare il suo tempo, onde evitare di trovarsi un giorno a dover sfogliare le occasioni perduti e i minuti trascorsi senza lasciare un segno tangibile nell’anima.
La nostra felicità dipende infatti dal sapere affrontare le condizioni avverse e il trascorrere delle stagioni con identico entusiasmo, facendo tesoro delle esperienze passate e proiettando la nostra fantasia su quella grigia giornata di febbraio che dà inizio al racconto e che pare ideata proprio per spingerci nei meandri di un metaforico abisso.
Disponibile sia in versione romanzo, sia in veste di graphic novel (qui ho recensito la versione illustrata), superbamente illustrata da Chris Oprisko e Gabriel Hernandez, La casa delle vacanze è un libro più unico che raro, in virtù di una capacità di toccare tematiche profondissime senza mai risultare, per un solo istante, noioso o didascalico.
A differenza di opere analoghe, il capolavoro di Clive Barker riesce infatti a dipingere una storia avventurosa, con qualche venatura horror, che porta il bambino a diretto contatto con i drammatici effetti del suo “spreco di tempo e di vita”, mostrando il lato oscuro della noia e della desolazione in modo vivido e coinvolgente.
Attraverso l’ideazione de La casa delle vacanze, Clive Barker non intende, infatti, dare vita all’ennesimo testo moralizzante sul valore del nostro tempo, ma calare il piccolo lettore in un piccolo incubo a occhi aperti, nel corso del quale il giovane lettore si trova costretto a specchiarsi, come in un lucido abisso, per poi riemergere dalla narrazione realmente arricchito da nuovi valori e da una rinnovata consapevolezza.
Purtroppo a lungo ostracizzato da case editrici per bambini e da grandi compagnie cinematografiche (la Disney voleva produrre un ciclo di film ispirato alla saga di Abarat, ma non se ne fece niente) per via della terribile fama legata alla saga dei Cenobiti, Clive Barker da qui prova di una maestria unica e di una capacità di cogliere le sfumature dell’animo infantile ignota a narratori molto più celebrati e osannati di lui.
La casa delle Vacanze, un luogo fatato dove è sempre festa
La casa delle Vacanze è la storia del piccolo Harvey Swick, bambino di dieci anni divorato dall’apatia di febbraio che cerca, senza riuscirci, un movente per divertirsi nel grigio scenario di gelo e nubi che invade la sua anima.
Quando Harvey sembra rassegnato alla noia e all’apatia perenne, al punto di credere di poterne morire, dalla sua finestra penetra un bizzarro uomo con un sorriso larghissimo ed inquietante, di nome Rictus, che gli parla di un posto segreto, in cui è sempre vacanza ed è festa tutti giorni.
Dopo aver supplicato Rictus di portarlo con sé nella dimora del Signor Hood, Harvey ottiene l’assenso del bizzarro individuo e raggiunge la casa delle vacanze; luogo fatato dove ogni mattina è primavera, ogni pomeriggio estate, ogni sera Halloween e ogni notte Natale.
Harvey trascorre il suo tempo nella casa delle vacanze in compagnia di un altro bambino, di nome Wendell, di una bambina chiamata Lulù e della vecchia signora Griffin, cuoca e governante della dimora.
A differenza dell’abulico Wendell, Harvey desidera tuttavia comprendere a fondo i misteri della casa e la natura di un orribile stagno, colmo di pesci mostruosi, che si trova ai margini di un luogo tanto incantevole.
Ogni tentativo di Harvey di andare a fondo della questione viene tuttavia ostacolato dallo stesso Rictus e dai suoi mostruosi fratelli, pronti ad irretire i bambini non appena il seme del dubbio e della noia germoglia in loro.
Dopo una serie piuttosto lunga di peripezie, Harvey scoprirà che i pesci nell’orribile stagno altro non sono sono che bambini trasformati in creature acquatiche dal signor Hood per punirli della loro infelicità (identica sorte tocca a Lulù), che la governante Griffin è a sua volta una bambina tenuta prigioniera per anni nella casa delle vacanze e che da quel luogo è impossibile scappare, per via di un demone, di nome Carna, che divora chiunque provi a fuggire.
Attraverso alcuni abili stratagemmi, Harvey e Wendell riusciranno a scappare dalla casa del signor Hood, accorgendosi tuttavia che, nel mondo reale, per ogni giorno trascorso nella casa delle vacanze è passato un intero anno e che, quindi, l’universo della loro fanciullezza se n’è andato per sempre, nonostante i due protagonisti siano rimasti bambini.
Quando Harvey incontra i suoi genitori, ormai vecchissimi e logorati dalla perdita del loro bambino (avvenuta 31 anni prima nel mondo reale), decide di tornare nella casa della vacanze con Wendell per sconfiggere il fantomatico signor Hood e riavere indietro tutti gli anni che gli sono stati rubati.
Dopo una lunga battaglia, Harvey ha la meglio sulle mostruose creature della casa e sullo stesso signor Hood, sconfitto dall’intelligenza del bambino che gli chiede in dono, come pegno per restare nella casa, l’unica cosa che il diabolico padrone di casa non poteva dargli, vale a dire la concomitanza di tutte e quattro stagioni.
Accade così che la casa delle vacanze venga distrutta per sempre, che Harvey liberi tutti i bambini tramutati in pesci e che riesca a tornare nel mondo reale, ormai riportato alla sua esatta natura temporale.
La casa delle vacanze si conclude con Harvey che torna nel luogo in cui sorgeva la casa del signor Hood, trovando al suo posto un normalissimo parco pubblico, dove scorge da lontano Lulù, di molto più grande di lui, dal momento che i bambini rapiti nella casa sono stati fanciulli in epoche storiche differenti.
La casa delle Vacanze, la vita che scorre senza lasciare traccia
Come premesso, La casa delle vacanze è un’avventura stupenda, che incastra il proverbiale “Carpe Diem” all’interno di una superba narrazione, densa di metafore e allegorie sul tempo che trascorre invano.
Pochi libri per bambini e ragazzi (forse nessuno, a dire il vero) possiedono uno slancio emotivo tanto forte da fondersi alla perfezione con il messaggio morale e da dare vita ad un tutt’uno armonico, al termine del quale il bambino si sente realmente arricchito e cresciuto.
Uno degli infiniti punti di forza del libro di Clive Barker risiede nella capacità di creare una netta dicotomia tra anelito e felicità e di slegare i due termini del rapporto a vantaggio del contingente.
La felicità non risiede, infatti, nell’appagamento di un desiderio e nel termine di un’attesa, ma nella capacità di gioire del presente e di quello che già si possiede, facendo leva sulla consapevolezza che, un giorno, tutto ciò che amiamo verrà divorato dal tempo.
In ultima istanza, La casa delle vacanze guarda in faccia il bambino e lo invita ad essere felice oggi, senza pensare ad un futuro astratto in cui il rimpianto per il tempo perduto potrebbe agevolmente avere la meglio sulla lunga attesa inappagata.
- Clive Barker (Author)