L’ascensore, un valido antidoto alla noia

l'ascensore

Last Updated on 24 Gennaio 2020 by Maestra Sara

Edito da Verbavolant Edizioni, L’ascensore è uno splendido albo illustrato che mostra al bambino come sconfiggere la noia attraverso la voglia di fare e il sapiente impiego di una memoria storica condivisa.

Interamente ambientato nel corso di un’afosa giornata estiva, L’ascensore è la storia di una bambina che decide di non rassegnarsi all’apatia e comincia a “cercare qualcosa” con occhi nuovi, scoprendo meraviglie impreviste all’interno del palazzo nel quale dimora.

Metafora dell’ascesa e dell’elevazione quasi per eccellenza, l’ascensore del titolo è qui lo strumento fisico che consente alla bambina di esplorare i vari piani della sua palazzina e di scoprire sempre nuovi segreti, tra i meandri del suo tessuto familiare e dei suoi ricordi.

Molto spesso, la noia che attanaglia bambini e adulti deriva proprio dall’assuefazione che proviamo nel guardare le stesse cose senza riuscire a trovarvi qualcosa di nuovo e dall’incapacità di osservare con attenzione quello che gli altri stanno facendo.

libro ascensore verbavolant

Se provate a pensare ad un bambino che si annoia e ad interrogarlo sul suo disagio, probabilmente vi risponderà che la sua apatia deriva dall’assenza di stimoli e dalla volontà di non ripetere per la milionesima volta gli stessi giochi o le stesse esperienze.

Sempre probabilmente, davanti agli occhi di quel medesimo bambino si sta spalancando un intero universo di possibilità: migliaia di cose accadono davanti a lui senza che lui se ne accorga e senza che nulla riesca a catturare la sua attenzione al punto di riuscire a sottrarlo alle sue lamentele.

L’ascensore mostra proprio al bambino quell’universo di possibilità che si nasconde allo sguardo e che chiede solo di essere cercato con occhi nuovi.

Insegnare ai bambini ad osservare il mondo, significa regalare loro un antidoto alla noia, dato che, uno sguardo attento troverà sempre qualcosa “da fare” in mezzo al nulla e qualche emozione autentica tra le pieghe del silenzio.

In quest’ottica, un semplice ascensore si trasforma in una navicella spaziale, in un veliero pirata, in un treno intercontinentale, in una mongolfiera e in qualunque cosa faccia squisitamente rima con la parola “scoperta”.

Finemente narrato e illustrato da Daniele Bergesio e da Olha Muzychenko, L’ascensore è una lettura perfetta per tutti quei bambini che hanno ormai superato la fase dell’entusiasmo perenne e che richiedono stimoli sempre più sofisticati per sconfiggere la noia.

Mentre un bambino di tre o quattro anni difficilmente comprende il senso della noia, venendo sottratto ai suoi pensieri da qualunque stimolo esterno, nel corso dell’età coincidente con le scuole primarie, i piccoli rischiano di cadere vittime della loro stessa ricerca di novità, finendo immediatamente per annoiarsi di tutto e di tutti.

ascenosre iris

Un bambino molto piccolo, cioè, trova piacere e interesse in tutto ciò che è “nuovo”, per cui può venire sottratto alla noia da qualunque tipologia di oggetto o di svago che non conosce ancora.

Intorno ai sette anni, l’artificio cessa di funzionare, dato che il bambino si trova perfettamente a suo agio con l’universo circostante e difficilmente passerà mezza giornata ad armeggiare con un mazzo di chiavi.

La via d’uscita di fronte all’impasse sensoriale non sta ovviamente nel lasciare che i nostri figli vegetino davanti alla consolle dei videogiochi per 7 ore al giorno, ma nell’aiutarli a guardare meglio nelle pieghe di ciò che che conoscono già o che credono di conoscere.

 

L’ascensore, storia di una giornata d’estate

Interamente ambientato davanti ad una palazzina, L’ascensore è la storia di una giornata d’estate come tante altre, solo che la piccola Iris, anziché correre, giocare, andare in bicicletta, siede davanti alla casa senza sapere cosa fare del suo tempo libero.

Presa dai suoi pensieri, Iris decide, quasi meccanicamente, di entrare in casa e sale fino al primo piano, dove dimora sua mamma, intenta a pulire e spolverare casa.

Vedendo la bimba in casa, la madre le chiede se vuole darle una mana a pulire; Iris accetta e, stranamente, si diverte, al punto di voler conservare in tasca un pezzo dello straccio che ha usato.

Presa dalla curiosità, la bambina prende nuovamente l’ascensore e sale al secondo piano, dove incontra suo zio, intento a scrivere il romanzo della sua vita e palesemente in difficoltà nell’ordinare le pagine.

ascensore verbavolant

Iris aiuta lo zio a numerare ogni singola pagina, si diverte nuovamente e tiene la biro, che lo zio gli offre in dono, come ricordo della piacevole esperienza.

Al piano successivo, Iris si imbatte nella nonna e nella sua vecchia sedia a dondolo, che usava per farla addormentare quando era molto piccolo; dopo un altro breve viaggio in ascensore, la bambina visita il papà, intento a lavorare ad un nuovo armadio e, inutile dirlo, aiuta anche lui.

Il breve viaggio seguente si conclude nella stanza del nonno, dove Iris ascolta i suoi racconti e ottiene in dono una bussola che va completare la sua piccola collezione di “oggetti della memoria”, iniziata poche ore prima.

Dopo aver visitato anche la stanza da bagno e la sua camera da letto, Iris sale in cima al piccolo edificio, guarda il mondo dalla sua terrazza e comprende finalmente il senso dell’espressione “cercare qualcosa”.

 

Davvero intenso e appassionante, L’ascensore è davvero un ottimo esempio di letteratura intelligente, che mostra al piccolo lettore come sia possibile compiere un viaggio di formazione senza spostarsi troppo nello spazio e nel tempo.

Una semplice palazzina e un comune ascensore diventano qui una sorta di strumento per la crescita interiore della piccola protagonista e un antidoto a quella noia che attanaglia solo coloro che non riescono a guardare il mondo con occhi nuovi.

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L'ascensore. Ediz. a colori
  • Bergesio, Daniele (Author)

 

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