Last Updated on 21 Giugno 2019 by Maestra Sara
Probabilmente, da quando il genere umano ha scoperto l’utilizzo del fuoco, una delle principali problematiche della didattica infantile riguarda la possibilità di insegnare a contare ai bambini molto piccoli, senza confondere loro le idee.
La letteratura per l’infanzia è dunque satura di testi che si ripropongono di trasferire l’arte del conto ai bambini, fino al punto di condurre la categoria letteraria ad una sorta di condizione entropica, all’interno della quale ogni nuova parola potrebbe produrre caos e confusione.
Perché recensire dunque un testo come Le sorelle cinque dita, nuovo arrivato in casa Editoriale Scienza, rischiando di provocare un collasso dell’ecosistema letterario?
Perché Le sorelle cinque dita è davvero una delle poche opere geniali ed originali mai scritte sull’argomento e una delle uniche ideati lontano dall’ombra comoda dei cliché letterari.
La maestria pedagogica di Anna Cerasoli ha infatti condotto l’autrice del libro, illustrato da Martina Tonello, a dare vita ad un testo che non risulta mai, per un solo istante, stucchevolmente banale o vacuamente noioso.
Per insegnare a contare ai bambini, Le sorelle cinque dita prende come modello di riferimento la struttura della mano (e cosa, se no? i piccoli imparano a numerare le cose proprio da lì) e la incastra all’interno di una narrazione talmente ben strutturata da celare ad arte la vividissima componente didattica.
A differenza di molti altri testi simili, più prossimi allo spreco di denaro che non all’aspirazione di diventare Libri con la “L” maiuscola, Le sorelle cinque dita è incentrato su un’autentica narrazione, ben scritta e fortemente ironica, che appassiona il bambino, portandolo a misurarsi con le più basilari nozioni matematiche legate al conto con le dita.
Man man che la divertente storia si articola, l’autrice riesce inoltre a salire di livello, implementando le nozioni acquisite con ulteriori nozioni, legate al corretto nominativo della cinque dita e alla distinzione tra numeri cardinali e ordinali.
Nel corso di tutta l’opera, la componente numerica gioca un ruolo fondamentale, venendo evidenziata a livello grafico (prima ancora che concettuale), ma si trova perfettamente inserita all’interno di un’architettura che le dona coerenza, anziché riferirsi a concetti troppo astratti o avulsi tra loro.
Il numero è qui, cioè, non il mero espediente per una filastrocca o per un gioco mnemonico, ma la base per comprendere la narrazione e il fulcro attorno al quale ruotano le vicende delle sorelle cinque dita, vere protagoniste del libro.
Le sorelle cinque dita, impariamo a contare!
Le sorelle cinque dita palesa da subito la sua connotazione ironica e ludica, invitando il lettore a ricordarsi delle vicende dei sette nani e dei tre porcellini, introducendo così la componente numerica, prima di votarsi in direzione della narrazione vera e propria.
La simpatica storiella è incentrata sulle vicende delle dita di una mano, poste in relazione con l’ipotetica età del proprietario e con una sorta di escalation funzionale che parte con il pugnetto chiuso del neonato (e dunque con lo zero) e si conclude con la piena acquisizione delle abilità manuali.
Se, all’inizio, il bambino non muove correttamente nemmeno un dito, man mano che il tempo passa, il piccolo impara ad indicare un uccellino con un dito solo; a congiungere due dita per afferrare due briciole sul seggiolone; a scartare regali per il terzo compleanno con l’ausilio di tre dita; a numerare il quattro in occasione del quarto compleanno e, infine a salutare a mano aperta la mamma mentre va all’asilo.
Una volta appreso l’utilizzo di ogni singolo dito, il libro prende una direzione inattesa, mostrando al bambino l’utilità dell’impiego congiunto delle due mani e l’importanza cruciale di Manosinistra, considerata “più debole” dai bimbi non mancini.
Le sorelle cinque dita si chiude con un ulteriore surplus esplicativo, legato al corretto nominativo di tutte le dita, associate al numero ordinale di riferimento, di modo da portare la capacità di contare del bimbo ad un livello superiore.
Molto bello e curato anche l’eserciziario finale che si rivolge a bambini più “grandicelli”, stimolandoli a giocare con le rime e con i numeri, lungo un simpatico tripudio ludico che unisce italiano e matematica.
Le sorelle cinque dita, il primo libro di matematica
Grazie alla sua struttura scorrevole e alla capacità di intrattenere il bambino senza tediarlo, Le sorelle cinque dita può davvero essere considerato il primo testo di matematica nella vita dei piccoli e un valido strumento per cominciare ad introdurre concetti, necessariamente destinati a diventare centrali nella vita dei piccoli.
La ripetizione degli elementi legati al conto e la loro capacità di inserirsi all’interno di una storia, sempre protesa verso lo status di filastrocca, agisce infatti a livello intimo sulle strutture mentali dei piccoli, portandolo ad apprendere senza mai stancarlo.
Inserito da Editoriale Scienza nella collana 1-2-3 Raccontami una storia (per il link, clicca qui), il libro è davvero un ottimo prodotto, talmente di buona fattura, da smuovere tutta quell’entropia narrativa che detta legge nella didattica infantile dalla notte dei tempi.