Last Updated on 27 Marzo 2022 by Maestra Sara
Ormai parte ampissima della moderna letteratura per l’infanzia, i libri per bambini sulla rabbia rappresentano uno dei topoi letterari più in voga e uno strumento che si ripropone (spesso maldestramente) di arginare quelle eruzioni colleriche che connotano il raggiungimento della prima indipendenza fisica.
Prima di correre in libreria ed acquistare il primo albo illustrato che presenti in copertina l’immagine di un bambino dal volto paonazzo, stretto tra le spire dell’ira, è forse meglio riflettere su cosa sono davvero i libri per bambini sulla rabbia e sulle ragioni che ci spingono ad acquistarli in modo quasi compulsivo, restando spesso delusi dai contenuti e dagli effetti.
Parlare della rabbia e dei suoi effetti ad un bambino molto piccolo richiede infatti un certo grado di cautela, perché l‘incapacità di controllare le eruzioni colleriche rappresenta spesso agli occhi dei bimbi (e dei loro genitori) una fonte di forte spavento e di imbarazzo sociale.
La fase della vita dei bambini associata nel linguaggio comune ai “terrible twos” si accompagna infatti alla scoperta di universo emotivo distante anni luci dal candore della primissima infanzia e incentrato, spesso, sul contrasto e sul conflitto, intesi come mezzi per l’affermazione dell’io.
Non appena i bambini raggiungono la prima indipendenza motoria, imparando a deambulare in autonomia e a maneggiare con coscienza in primi oggetti, scoprono rapidamente di aver di fronte ai loro occhi un infinito orizzonte di possibilità, che esula ampiamente dalla volontà e dalla disponibilità di mamma e papà.
Mentre un bambino di un anno o poco più sa perfettamente che le le sue azioni dipendono in tutto e per tutto dalla sfera dell’accudimento genitoriale, data la sua assoluta incapacità di realizzare da solo i suoi piccoli obiettivi “pratici”, intorno ai due anni il bambino scopre, quasi per incanto, di essere in grado di andare dove vuole, di arrampicarsi, di prendere gli oggetti che gli interessano e di poter svolgere semplici attività manuali in barba all’ipotetico consenso dei suoi genitori.
Tutto questo porta il piccolo, da un lato, a provare gioia ed entusiasmo verso una nuova fase della sua vita segnata da una primissima indipendenza e, dall’altro, a cercare spesso il conflitto con i suoi genitori, con l’intento di rivendicare la sua identità e di tagliare un secondo e metaforico cordone ombelicale.
Il doversi scontrare con un ambiente esterno che spesso si pone come limite alla sua sfera d’azione e la presenza delle legittimissime limitazioni che i genitori impongono, per garantire la sua salvaguardia, finisce per rendere l’universo emotivo del bambino instabile come il cielo a primavera e per portare il piccolo a misurarsi con sensazioni che non aveva mai provato fino a quel momento, quantomeno in forma così accentuata.
Ne consegue che il bambino diventa preda di una rabbia che non riesce a controllare, che lo trasforma, che lo porta a compiere azioni delle quali si pente e, al contempo, a divenire consapevole che dentro di sé si annida una sorta di Mister Hyde che attende il minimo pretesto per uscire allo scoperto.
In caso vi stiate domandando cosa possiamo fare per arginare, prevenire e limitare questo fenomeno, la risposta è: assolutamente niente.
Le eruzioni colleriche associate alla fascia anagrafica compresa tra i due anni e i tre anni e mezzo (con tempistiche variabili per ogni bambino) fanno parte della crescita e non possono venire bandite o censurate come se fossero una malattia.
Il bambino ha bisogno di conoscere se stesso in tutta la sua totalità, di passare attraverso un’ardente fase di contrasto interiore, per poi riemergere, una volta passata la tempesta emotiva, con una nuova consapevolezza e con la capacità di ponderare le reazioni di fronte all’effettiva gravità delle situazioni.
Perché dunque leggere libri sulla rabbia per bambini se i suddetti non possono arginare un fenomeno del tutto naturale?
La funzione dei libri per bambini sulla rabbia
Dando per assodato che non esistono libri sulla rabbia per bambini in grado di agire sull’inconscio infantile fino al punto di alterarne la composizione biochimica, le letture incentrate sulla rabbia rivestono comunque una funzione privilegiata nel corso di questa convulsa fase della crescita, ponendo il bambino di fronte ad un metaforico specchio in grado di lenire i suoi timori.
Per quanto i libri sulla rabbia per bambini non riescano a mettere al riparo i più piccoli da tutte quelle eruzioni colleriche che non possono dominare, la letteratura specifica, cioè, aiuta il bambino a comprendere la naturalezza della fase che sta attraversando e a guidarlo verso una transizione serena.
Ogni volta che ad un bambino viene presentata una narrazione compiuta che prevede l’ipotetico protagonista della storia alle prese con la tremenda rabbia, il piccolo comprende di non essere solo in mezzo a quel vulcano emotivo ed intravede quella lontana luce in fondo al tunnel che potrà trovare solo ed esclusivamente con le sue forze.
Ogni volta in cui ci riproponiamo di acquistare libri sulla rabbia per bambini dobbiamo dunque tenere ben presenti gli scopi e le finalità delle opere che ci apprestiamo a selezionare, evitando manualetti dalle pretese miracolose e dirigendoci dritti verso narrazioni cariche di emotività e sentimento.
Il mio consiglio è dunque quello di lasciar perdere opere troppo didascaliche che si ripromettono di “curare” la rabbia, come si trattasse di una malattia o di un parassita alieno, e di preferire decisamente storie coerenti e accessibili ai bambini, a seconda della loro fascia anagrafica e dalla reale “gravità del problema” (virgolettatissimo).
Nel marasma delle produzioni tematiche, cercherò di elencare di seguito alcuni testi davvero ben riusciti, con l’intento di fornire esempi pratici riguardo a ciò che intendo.
Alcuni esempi di ottimi libri per bambini sulla rabbia
1.Il libro arrabbiato
Un buon punto dal quale cominciare, specialmente per bambini piuttosto piccoli, è sicuramente Il libro arrabbiato, opera che si rivolge ad un pubblico di bimbi di età inferiore ai tre anni e (soprattutto) ai loro genitori.
In modo semplice e agevole, mostra ai più piccoli la natura della rabbia attraverso le sue manifestazioni, inscenando una sorta di dialogo tra un libro inspiegabilmente furibondo ed un topolino curioso.
Senza mai soffermarsi a chiarire le ragioni che hanno portato il suddetto libro ad arrabbiarsi, l’opera mostra il dipanarsi di uno schema che procede in direzione della tranquillità emotiva, una volta sbollita la rabbia, di modo da chiarire ai più piccoli la natura transitoria di quella condizione irata che può apparire eterna solo in base ad un’assenza di esperienza specifica.
Importante sottolineare come Il libro arrabbiato mostri ai genitori, nel contempo, la necessità di lasciare che la rabbia nei bambini segua il suo proverbiale corso, senza forzature di sorta e senza che si cerchi, a tutti i costi, di calmare coloro che necessitano di tempo per recuperare la serenità perduta.
Per la recensione completa del libro, clicca qui
2.Che rabbia!
Classico tra i classici e profondamente dibattuto, Che Rabbia! è forse il testo che, meglio di ogni altro, mostra al bambino la potenza distruttiva e autodistruttiva della sua stessa rabbia, spingendolo a riflettere sugli effetti devastanti degli scatti collerici.
Nonostante la critica di settore abbia contestato alcuni tratti dell’opera, legati alla rappresentazione della rabbia sotto forma di demone da rinchiudere in un scatola, Che Rabbia! parla dritto al cuore del bambino e lo pone davanti ad uno specchio letterario che coglie alla perfezione i tratti comuni a tutta l’infanzia, palesando il pentimento alla stregua del necessario contraltare all’impulso incontrollato.
Storia di una bambino che cede alle lusinghe di un orrendo mostro, da egli stesso creato, finendo per distruggere tutto ciò che adora, Che rabbia! basa la sua struttura narrativa su uno schema “avventuroso” che risparmia al piccolo lettore intenti troppo marcatamente didascalici e che evita di soffermarsi su dissertazioni troppo complesse circa la natura della rabbia stessa, preferendo mostrarne gli effetti immediati.
Per la recensione completa del libro, clicca qui
3.Giulio Coniglio storie di rabbia e dolcezza
Dato che ci stiamo riferendo ad un universo emotivo e comportamentale tipico della primissima infanzia, non poteva mancare, da questa ipotetica graduatorio, la voce di Nicoletta Costa (per la monografia, clicca qui), autrice in grado di cogliere i tratti salienti di questa fascia anagrafica in modo poetico e puntuale.
L’idea di delegare la narrazione di quattro storie incentrate sulla rabbia alla metaforica voce di Giulio e Coniglio è qui funzionale non solo all’instaurarsi di un processo immedesimativo piuttosto diretto, ma anche a far capire ai bambini molto piccoli come la rabbia rappresenti una sorta di collante universale per tutta l’infanzia, in grado di investire persino il serafico coniglietto e si suoi più cari amici.
Le simpatiche storie, rivolte a calare il piccolo lettore in un contesto a lui familiare, si trovano inoltre ad essere integrate da una sezione ludico-didattica che prevede la presenza di uno strumento (il “barattolo della calma) rivolto ad aiutare i bambini a recuperare la serenità perduta in modo autonomo e senza forzature esterne.
Davvero indicato per bambini di età uguale o inferiore a 3 anni, Giulio Coniglio storie di rabbia e dolcezza acquista, logicamente maggior vigore narrativo in caso il piccolo destinatario del libro conosca e apprezzi già l’universo narrativo legato all’iconico personaggio e ai suoi simpatici amici.
4.Ti voglio bene anche se
Forse uno dei libri per bambini sulla rabbia più poetici ed emozionanti mai composti, Mi vorrai bene anche se travalica ampiamente gli angusti confini letterari di genere per dar vita ad una vicenda che trasuda amore ed emotività ad ogni pagina.
Storia di un piccolo di canguro ( o di volpe, a seconda delle vostre preferenze) che si percepisce come un’entità sgradevole e indesiderabile proprio a causa di quegli scatti d’ira che non riesce a contenere e controllare, il libro si dipana lungo una trama che prevede il genitore intento a spiegare al suo piccolo come nemmeno la rabbia possa scalfire l’amore che prova per lui e come la collera non alteri la vera interiorità del bimbo e non ne trasformi l’essenza intima.
Qui la rabbia è infatti il movente per dare vita ad una singolare storia d’amore genitoriale che supera la rabbia stessa e che pone l’accento sui suoi aspetti transitori, anziché accentuarne gli effetti negativi.
Un po’ più difficile da comprendere rispetto ai testi elencati in precedenza, Mi vorrai bene anche se si addice alle esigenze emotive ed intellettuali di quei bambini che hanno ormai passato il terzo anno di età e che non desiderano più conoscere la natura della rabbia, ma che vogliono capire, ora, in che modo gli stati emotivi influenzino la nostra personalità e l’opinione altrui.
Per la recensione completa del libro, clicca qui
5.La rabbia di Matteo
Opera molto originale e molto ben strutturata, La rabbia di Matteo è un brillante libro che paragona le manifestazioni colleriche infantili a svariate fiere e bestie feroci, apparentemente al servizio del bambino stesso per aiutarlo a liberarsi da un ipotetico castigo.
Storia di un bambino, di nome Matteo, messo in castigo da suo papà che assiste alla genesi di un caprone, volenteroso di aiutarlo nella sua opera devastatrice, il libro mostra al bambino un lato spesso trascurato della rabbia, vale a dire, la pretesa di onnipotenza.
Man mano che il piccolo Matteo si accompagna a bestie sempre più potenti, il piccolo sente di essere invincibile e si lascia cavalcare dalla sua stessa rabbia, cedendone alle suadenti lusinghe, quasi come se le sue manifestazioni colleriche lo rendessero davvero fortissimo ed intoccabile.
Come un piccolo Icaro che si avvicina troppo al sole in preda ad un delirio di onnipotenza, il piccolo Matteo scopre l’inganno prodotto dal suo cervello, solo quando si ritrova completamente solo con la sua rabbia, artefice del processo di “terra bruciata” che lo ha portato lontano dalle persone che gli volevano bene.
A differenza di altri libri per bambini sulla rabbia, La rabbia di Matteo possiede l’immenso pregio di riuscire a non rappresentare dalle prime battute la collera come qualcosa di orrendo e sgradevole, ma di portare il piccolo lettore a ragionare in prospettiva e a percepirla come sgradevole solo nel lungo termine.
Utile dunque per integrare la “letteratura classica” incentrata sulla rabbia, il breve testo propone un approccio complementare alla questione, spiegando ai bambini l’esistenza di un lato oscuro che ammanta tutte quelle emozioni negative che spesso percepiamo come seducenti di primo acchito.
Concludo qui questa breve rassegna sui libri per bambini sulla rabbia non perché non esistano altre decine (forse centinaia) di testi incentrati sulla tematica, ma perché la maggior parte delle opere in commercio possiede un approccio approssimativo o fuorviante.
Il mio consiglio è quello di evitare libretti che banalizzano il fenomeno o che promettono esiti miracolosi (come ampiamente premesso, non esistono libri in grado di “curare” la rabbia!) e di scegliere opere dall’ampio valore letterario, che possano aiutare i bambini a conoscersi meglio, anche quando la tempesta emotiva sarà passata.
I cinque libri sulla rabbia per bambini da me selezionati, rappresentano, in tal senso, quasi degli archetipi di quanto si possa trattare una tematica così complessa in una veste dotata di ampio respiro, che regali ai bambini emozioni autentiche e che li aiuti a scoprire l’universalità di un processo che ci appare mostruoso, solo quando sembra nostro esclusivo appannaggio.