Max il coraggioso, storia di un gattino e della sua ansia di crescere

Max il Coraggioso

Last Updated on 19 Dicembre 2018 by Maestra Sara

Scritto e illustrato dal brillante Ed Vere, Max il coraggioso è una simpatica storia che ironizza apertamente sulle ansie di crescita dei bambini e sulla loro volontà di sentirsi già grandi ed affermati in tutto e per tutto.

Metafora del bambino che ha ormai raggiunto la piena indipendenza fisica, il gattino Max è infatti il simpatico portavoce di tutti quegli aneliti alla crescita ulteriore che pervadono i bambini di 4 anni o poco più, spingendoli a “voler fare da soli” tutto quanto risulta, in realtà, ancora inaccessibile.

Proprio come un bambino che ha appena imparato a cibarsi in modo autonomo, ad andare in bagno da solo e a camminare per lunghi tratti senza cadere, giunge a sentirsi pienamente cresciuto, al punto da voler rinunciare al supporto fisico e morale degli adulti; così Max il coraggioso decide di voler uscire dai parametri del “gatto domestico” per inseguire la sua natura di cacciatore.

Tanto il bambino, stretto nella morsa dell’indipendenza agognata, quanto il tenero gattino del racconto, si trovano tuttavia vittime delle loro stesse incomprensioni e di quella mancanza di solide basi intellettuali che li porta a voler compiere imprese al di fuori della loro portata, da un punto di vista logico, prima ancora che fisico.

Max il coraggioso

Un bambino fisicamente autosufficiente è infatti un bambino che viene pervaso da uno slancio che lo porta a voler emulare, in tutto e per tutto, quello che fanno gli adulti o i loro fratelli più grandi; slancio che, generalmente si arresta quando il piccolo cozza in modo evidente contro i propri limiti, fino a decidere di tornare sui suoi passi e di chiedere nuovamente la collaborazione di mamma e papà, rimandando gli aneliti di crescita ad un imprecisato futuro.

In questo senso, Max il coraggioso è davvero un’ironica (e riuscitissima) parabola sulle aspirazioni infantili, che riesce a portare il piccolo lettore a trovare un po’ di sé in tutte quelle ansie venatorie che pervadono il gattino; fermamente deciso a diventare un cacciatore di topi, pur non avendo la più pallida idea di cosa comporti da un punto di vista pratico la sua nuova aspirazione.

Il gattino del testo non sa infatti cosa sia un topo (né tanto meno come si cacciano) e cade ben presto vittima di una serie di errori e fraintendimenti che lo porteranno a rivedere le sue aspirazioni; infine incanalate verso il loro alveo naturale, seppur in modo del tutto inconsapevole.

Max il coraggioso, alla ricerca di un topo

Max il coraggioso è la storia di un tenero micetto, di nome Max, che viene agghindato con fiocchetti colorati dai suoi padroncini e che viene trattato come un dolce cucciolo; quale egli, in effetti, è.

Max non accetta tuttavia il ruolo impostogli dalla sua fascia anagrafica (il cucciolo ha solo pochi mesi) e dalla sua famiglia adottiva, dato che, in cuor suo, il gattino si sente coraggioso, spavaldo e pronto a dare la caccia ad un topo per dimostrare “sul campo” tutto il suo valore.

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Quando Max il coraggioso parte alla ricerca del fatidico topo, si rende conto, tuttavia, di non avere la più pallida idea relativa alle fattezze di un roditore ed inizia ad interrogare tutti gli animali che incontra sul suo cammino per farsi spiegare come è fatto un topo.

Dopo aver, invano, cercato all’interno di una scatola di latta vuota, Max decide infatti di chiedere consiglio a chiunque gli capiti a tiro ed inizia la sua piccola odissea chiedendo notizie del topo ad una mosca che svolazzava lì vicino.

La mosca risponde al gattino dicendogli di non essere un topo, ma di aver visto un topolino transitare poc’anzi in tutta la fretta.

Seguendo la metaforiche tracce rappresentate dal breve racconto della mosca, Max si trova a tu per tu con un pesciolino rosso, chiuso in una boccia d’acqua, anch’egli lesto nel affermare di non essere un topo, ma di avere, al contempo, visto un vero e proprio topo passare di lì poco prima.

Dopo essersi imbattuto in uno stormo di uccellini, in un elefante e in un coniglio (tutti pronti a fornire identiche risposte ad identiche domande), Max il coraggioso si trova finalmente faccia a faccia con l’agognato topo, il quale riesce, tuttavia, agevolmente a raggirarlo.

Max il coraggioso bambini

Il roditore sostiene infatti di non essere un topo, ma un mostro, ed invita Max a dare la caccia ad una creatura che dorme poco distante (un mostro a tutti gli effetti), presentandola al gattino come un autentico topo.

Armatosi di coraggio, Max tenta allora dapprima di svegliare e poi di cacciare il grosso mostro, il quale, poco turbato dal gattino, lo scaraventa piuttosto lontano con un semplice starnuto.

Max il coraggioso conclude allora di non essere pronto a dare la caccia ai topi e decide di divertirsi cacciando i “mostri”, a cominciare proprio da quell’astuto topolino che lo aveva ingannato e che il gattino crede ora che sia un mostro a tutti gli effetti.

Max il coraggioso, una serie di fraintendimenti

Scorrevole, divertente e animata da uno stile grafico molto spiritoso, Max il coraggioso è una simpatica “comedy of errors” che abbina numerosi spunti di riflessione ad una marcata componente ludica.

Oltre a dipingere alla perfezione le ansie di crescita dei bambini, il libro di Ed Vere mostra al piccolo lettore come sia necessario procedere secondo uno schema che prevede il pensiero prima dell’azione e non viceversa.

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Non è possibile mettersi a caccia di un topo, in caso non si disponga delle basilari nozioni relative alla morfologia dei roditori, così come non è possibile, per un bambino, cimentarsi in determinate piccole imprese, senza aver prima chiarito le possibili implicazioni delle suddette.

Max il coraggioso è dunque un libro che invita il bambino a riflettere sempre su quello che sta facendo, prima che una serie di malintesi lo costringa a tornare rapidamente sui suoi passi iniziali.

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