Last Updated on 21 Marzo 2022 by Maestra Sara
Non appena ci accarezza l’idea di avere un figlio e iniziamo a fantasticare sulle qualità del futuro pargolo, ci lasciamo trasportare dalle ali della fantasia e ci lanciamo in voli pindarici relativi alle presunte qualità che la nostra prole potrebbe possedere.
“Mi piacerebbe che mio figlio giocasse a calcio e che praticasse sport”.
“Vorrei proprio che i miei bambini si interessassero alla musica e alle arti”.
“Sarebbe davvero gradevole vedere i miei bimbi che seguono le mie orme professionali”.
Accade così che la nostra genitorialità si trasformi in una proiezione inconscia dei nostri desideri (spesso non realizzati) e delle nostre aspirazioni su una malcapitata prole che, per sua fortuna, non ha ancora avuto il piacere di entrare in contatto con questa galassia di aspirazioni, realizzata proprio per lei.
L’idea di proiettare le nostre ambizioni sui figli prosegue ben oltre la sfera legata al regno delle idee e al grembo materno e accade di sovente che cerchiamo di scoraggiare una determinata attività ai nostri figli, semplicemente perché non rientra nelle nostre metaforiche corde morali, affettive o emotive.
Prova ora a fare un esperimento: annulla per un istante i tuoi desideri, i tuoi sogni e le tue aspirazioni e chiediti, invece, cosa piace ai tuoi figli (ciò che piace a te è irrilevante).
Chiedi ai bambini cosa amano, cosa sognano, cosa desiderano, soffocando sul nascere ogni possibile obiezione che potrebbe sorgere di fronte alla loro libera esposizione.
Terminato l’esperimento, prova a soppesare su una metaforica bilancia le tue ragioni e le loro e ti accorgerai rapidamente di quanto il braccio penda nettamente a vantaggio dei bimbi, dato che tu hai già avuto in dono una vita e che ne hai fatto ciò che volevi.
Il bellissimo libro dell’autrice bergamasca Teresa Capezzuto mira esattamente questo: a farti comprendere come è il mondo visto attraverso gli occhi di un bambino, senza il filtro della tua stanca singolarità e dalla tua logora esperienza.
Deponi per un attimo il disincanto che hai accumulato nel corso degli anni e lasciati affascinare da una narrazione veloce, composta in forma di filastrocca, che ti possa guidare alla scoperta di lidi ignoti, gli stessi lidi che hai visitato anche tu, un tempo, e dei quali ti sei scordato.
Semplicissimo e velocissimo da leggere, Mi piace tanto è proprio un rapido viaggio all’interno di un universo immaginario dove sono i bambini a parlare, a descrivere come vedono il mondo e a far emergere la loro interiorità in modo puro e ingenuo.
Abilmente illustrato da Albertina Neri, il libro si struttura secondo coppie di pagine, ognuna delle quali dedicata ad un argomento diverso, che prevedono bimbi e bimbe alla prese con avventure fantastiche accomunate da quel “mi piace” che dovrebbe rappresentare l’essenza stessa dell’universo semantico infantile e di una genitorialità non distorta.
Mi piace tanto, una lunga avventura alla scoperta della fantasia
Il libro di Teresa Capezzuto si apre con una bambina che cavalca un Tirannosauro, intento a sorseggiare una bevanda con una cannuccia, e con la prima dichiarazione d’intenti dell’opera: alla bimba piace tanto il suo amico T-Rex!
Voltando la pagina, il piccolo lettore si imbatte nell’immagine di un’altra bimba, intenta a dormire in compagnia del suo cagnolino, mentre un ragno nero, sorretto da una cordicella, le si avvicina al volto: in questo caso il “mi piace tanto” si riferisce alla propensione dell’io narrante a fare innocui scherzi, come appunto, svegliare chi dorme con un ragno o infilare una formichina nel cuscino.
Proseguendo nella lettura, si incontrano simpatici draghi alle prese con flatulenze e zuppe di fagioli; bambini maldestri che si sporcano di farina e pomodoro mentre preparano pizze; bidoni della spazzatura che assumono le sembianze di mostri dall’interno di uno sgabuzzino; bimbi che imbrattano muri di casa (e gatti!) e tutto quanto possa risultare piacevole agli occhi di un bambino, anche se sgradevole a quelli di un adulto.
Tra stregoni, castelli, razzi boschi e pirati, il libro scorre che è una meraviglia, tanto da volerlo rileggere non appena si manifesta quella fatidica quarta di copertina che porta in dote la fine di un bellissimo sogno ad occhi aperti.
Raccomandato a tutti i bambini che adorano viaggiare con la fantasia (cioè tutti) e a quegli adulti che tendono a non interrogarsi su cosa piaccia davvero ai loro bambini.