Mortina e l’amico fantasma: il valore dei ricordi spiegato ai bambini

Mortina

Last Updated on 12 Dicembre 2018 by Maestra Sara

Terzo capitolo della geniale saga ideata dall’altrettanto geniale Barbara Cantini, Mortina e l’amico fantasma è una splendida storia illustrata che mostra ai bambini il valore della memoria storica, collettiva ed individuale, e i rischi di un oblio perpetuo,mai come ora rappresentato in tutto il suo cupo terrore.

Incentrato sulle vicende di un bambino fantasma che deve risalire alla sua reale identità, onde evitare di venire risucchiato all’interno di una nera cavità celata in un albero, Mortina e l’amico fantasma è infatti un albo che pone l’accento su una dimensione dell’esistenza squisitamente umana, in barba ad una galleria di personaggi che, ormai, di umano non hanno più niente.

mortina fantasma cantini

 

Delegando il suo nobile messaggio al consueto carnevale di zombies, spettri e teste parlanti, Barbara Cantini porta il giovane lettore a misurarsi con un universo semantico denso di significato, all’interno del quale la vera “morte” non consiste nel trapasso terreno, ma nel venire dimenticati.

Se avete presente il capolavoro di Britta Teckentrup “L’Albero dei ricordi” (per la recensione, clicca qui) non faticherete a trovare una sorta di contiguità simbolica tra le due opere; assolutamente non paragonabili tra loro in merito a trama, stile illustrativo e fascia anagrafica di riferimento, ma profondamente accomunate dall’idea che il ricordo possa sublimare e sconfiggere persino la morte.

Proprio l’idea che la memoria degli estinti possa produrre una sorte di “salvezza” di fronte alla morte, anima una vicenda divertentissima e godibilissima, in grado di nutrire la fantasia dei bambini senza mai stancarli e, soprattutto, senza mai dare l’impressione che la trama si trovi a svolgere una funzione subalterna rispetto al messaggio morale del libro.

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La maestria dell’autrice fiorentina consiste infatti proprio nella capacità di confezionare vicende spassose ed esilaranti, nelle quali il contenuto morale scaturisce quasi come se fosse un naturale corollario alla narrazione, favorendo una forma di apprendimento dai toni ludici, mai marcatamente didascalici o severi.

Viene quasi naturale, infatti, dopo la lettura di Mortina e l’amico fantasma fermarsi a riflettere sulle implicazioni etiche e simboliche della storia, proprio in virtù di un carico di divertimento e ironia che spinge il bambino, in modo quasi automatico, a voler cogliere le implicazioni di una storia tanto allegra.

 

Mortina e l’amico fantasma, storia di un’amicizia inaspettata

Mortina e l’amico fantasma prende il via durante il periodo invernale, quando la neve imbianca Villa decadente e la piccola zombie trascorre ore serene in compagnia del suo fedele cane Mesto e degli amici del villaggio, ormai tranquillamente a loro agio con la piccola non morta.

La serena atmosfera che precede la solenne celebrazione del “Capodanno Trapassato” (anche i morti hanno i loro rituali e le loro tradizioni!) è tuttavia funestata dalla presenza di una strana luminescenza che appare e scompare all’esterno di Villa Decadente, facendo precipitare la fuliggine dal camino e inquietando gli abitanti della casa.

Alle sei di sera di un venerdì, l’entità si manifesta finalmente a Mortina, bussando alla finestra, chiedendo di poter entrare e rivelando la sua natura di bambino fantasma.

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All’inizio piuttosto scettica e guardinga, la piccola non morta accetta di offrire il suo aiuto al bambino, non appena scopre che il piccolo non ricorda la sua identità e che si trova in lì in quanto è riuscito a fuggire da un terribile buco nero dal quale era stato inghiottito.

In aiuto della giovane e confusa zombie giunge lo spettro di nonne Feretro, che rivela a Mortina e al suo nuovo amico fantasma come l’unico modo per salvare il piccolo dall’oblio consista proprio nel risalire alla sua identità, dato che i fantasmi di persone dimenticate vengono inghiottiti da una sorta di “nulla cosmico” che ne spegne la luminosità, fino ad alterarne la natura.

Mortina e l’amico fantasma si recano dunque in biblioteca, desiderosi di trovare informazioni sul misterioso bambino o di fornire, quantomeno, un quadro temporale approssimativo che possa collocare il suo decesso in un’epoca storica ben precisa.

Mentre Mortina si cimenta con la “storia del costume” e il cane Mesto analizza la qualità e la fattura degli abiti indossati dal fantasma, il duo giunge a scoprire che il bambino dovrebbe essere morto approssimativamente intorno al 1810.

L’aiuto di zia Dipartita consente a Mortina di scoprire che la chiesa locale tiene dei registri comprensivi di tutte le nascite e che, quindi, la chiave dell’arcano si trova proprio nel luogo sacro del villaggio.

mortina e l'amico fantasma

Sfidando le resistenze della stessa zia (poco propensa alla sortita notturna di Mortina) e spaventando il guardiano della chiesa, Mortina finalmente in possesso dei fatidici registri, li studia in compagnia del bambino fantasma e risale al suo nome: Nicolas.

Onde evitare che il bambino e la stessa Mortina si dimentichino di nuovo il salvifico nome, la piccola protagonista confezione due ciondoli da portare al collo, con scritto all’interno il nome del fantasma, vicino alla foto della piccola non morta.

Mortina e l’amico fantasma si conclude con Nicolas che, su richiesta di Mortina, rimane a “vivere” (si fa per dire) a Villa Decadente e festeggia il Capodanno Trapassato in compagnia della sua nuova amica e dei bambini del villaggio.

 

Mortina e l’amico fantasma, tra risate e ricordi

Davvero avvincente, superbamente illustrato, ricca di “inside jokes” (perdonatemi il termine), Mortina e l’amico fantasma è sicuramente uno dei migliori albi per bambini del 2018 e uno dei pochi in grado di far davvero riflettere i più piccoli su tematiche solenni e gravose, in modo spensierato e sereno.

In virtù di una trama piuttosto complessa, di un impiego dell’immagine che non sempre aderisce fedelmente al narrato e di un linguaggio volutamente ironico, l’opera di Barbara cantini risulta perfetta per tutti quei piccoli lettori che hanno ormai compiuto il sesto anno di età e che riescono ora ad afferrare a fondo la componente simbolica del libro, senza troppe spiegazioni e parafrasi da parte dei genitori.

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Tutto questo non implica, ovviamente, che Mortina e l’amico fantasma non possa venire letto anche prima del fatidico sesto compleanno, ma che l’opera risulta davvero accessibile solo ad un pubblico che si trova a proprio agio con un impiego non esclusivamente denotativo del linguaggio e che può seguire il dipanarsi si periodi piuttosto lunghi senza chiedersi che fine ha fatto il soggetto della frase ad ogni virgola.

Come ampiamente premesso, il sublime messaggio morale che scaturisce dal libro, con la stessa luminosità che irradia Nicolas fuori dall’Oblio, è conseguenza (oltre che movente) di una vicenda che diverte e appassiona a prescindere dal fatto che si riesca a cogliere o meno quanto l’autrice voleva comunicarci durante una prima lettura della storia.

Vivamente consigliato a chiunque voglia passare una mezz’ora serena con i propri bambini, a chi desidera parlare di morte e ricordo senza impiegare toni troppo gravi e chi ama le avventure di tipo “horror”, Mortina e l’amico fantasma è decisamente un libro da non dimenticare.

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