Last Updated on 28 Settembre 2021 by Maestra Sara
Regina indiscussa della primissima infanzia (per la monografia, clicca qui), Nicoletta Costa non ha mai smesso, nel corso della sua ormai quarantennale carriera, di sognare e di continuare ad arricchire la sua infinita galleria di storie e personaggi con nuove icone e nuove idee.
Talmente prolifica da far impallidire l’ufficio stampa di un qualunque consiglio regionale, l’opera di Nicoletta Costa rappresenta ad oggi l’essenza più pura della letteratura per l’infanzia, in virtù della sua indiscussa capacità di riuscire a cogliere l’essenziale e di trasferire su carta l’intero universo emotivo dei bambini.
La Nuvola Olga, l’Albero Giovanni o Giulio Coniglio non sono infatti dei semplici personaggi racchiusi tra le pagine di un libro, ma autentiche icone in grado di rappresentare un sentimento comune a tutta l’infanzia, attraverso un sapiente processo di stilizzazione emotiva operato dall’autrice.
Non paga di aver arricchito l’immaginario infantile di simboli e icone destinati a perdurare negli anni e non paga di una sterminata serie di riconoscimenti a livello planetario, Nicoletta Costa ha recentemente dato vita ad una nuova serie di libri per la primissima infanzia, incentrati sul personaggio di Orso Blu, simpatico orsetto di peluche ed alter-ego del suo padroncino Tom.
La breve collana incentrata sulle avventure di Orso Blu ruota intorno ad una sorta di dualità che prevede il bambino protagonista dei libri (Tom, appunto), intento a trasferire una serie di caratteristiche “negative” (nel senso della negazione di fronte a qualcosa e non nell’accezione morale del termine) sul suo orsacchiotto preferito, Orso Blu.
Inseparabile compagno di giochi di Tom, Orso Blu rappresenta agli occhi del bambino quasi una parte di sé, alla quale parlare mediante un processo di antropomorfizzazione che porta il piccolo a trasferire alcune caratteristiche della sua personalità sul suo oggetto-feticcio, per poi risolvere la dicotomia con una ritrovata autocoscienza.
Mi spiego meglio: il collante della geniale saga di Orso Blu è rappresentato da una serie di azioni (mangiare, dormire, condividere) che il bambino non vuole o non si sente in grado di fare, per via di alcune insicurezze legate alla sua età.
Anziché porre il diniego in prima persona, Tom trasferisce questa parte della sua coscienza sul suo simpatico peluche e si dedica ad aiutarlo, per aiutare, in realtà, se stesso.
Quando Tom non vuole andare a dormire, nella finzione narrativa, è Orso Blu a rifiutarsi di coricarsi, di modo che il bambino diventai il tramite per mettere a letto il peluche, mettendo effettivamente a letto se stesso e apprendendo così una lezione filtrata dalla dimensione del gioco.
L’espediente pedagogico impiegato consente così alla mamma di Tom di riprenderlo e di aiutarlo in modo indiretto, senza che le piccole fragilità del bambino vengano mai fatte affiorare o portate in una dimensione conflittuale.
Nel momento stesso in cui la mamma e lo stesso Tom accettano la finzione ideata dal bambino, possono infatti agevolmente rivolgersi ad Orso Blu per portare il bambino a misurarsi con le sue insicurezze, senza mai portarle apertamente allo scoperto e senza porre il bambino al centro di un processo di diniego palese.
Non è Tom a non voler assaggiare cibi nuovi, ma Orso Blu e, quindi, nel momento stesso in cui il bambino andrà a risolvere l’insicurezza del suo orsacchiotto, apprenderà una lezione che potrà agevolmente rivolgere su se stesso al momento del pranzo.
Il bambino che ha aiutato il suo peluche a vincere la paura del cibo, è un bambino che non vuole essere da meno del suo orsacchiotto e che si sforzerà di assaggiare qualcosa di nuovo perché egli stesso ha vestito i panni del “tutore”.
Uno degli infiniti punti di forza della collana è rappresentato proprio dalla capacità dell’autrice di lasciare sempre sospeso il labile confine tra realtà e finzione, offrendo due chiavi di lettura differenti ad adulti e bambini.
Mentre l’adulto che sta leggendo la storia ai suoi figli comprende immediatamente la natura dello stratagemma narrativo operato da Nicoletta Costa, il piccolo lettore è portato a credere che Orso Blu sia effettivamente dotato di una sua volontà e si divertirà a replicare le piccole avventure con il suo peluche preferito, apprendendo in modo inconscio una sublime lezione di pedagogia.
Per far comprendere meglio cosa intendo, passerò in rapida rassegna i quattro titoli che compongono la collana.
Orso Blu non vuole dormire!
La narrazione prende il via con l’elenco delle virtù di Tom; bambino molto piccolo, ma già abilissimo e piuttosto autosufficiente.
In barba alla giovane età, Tom è già perfettamente in grado di bere dalla tazza senza sbrodolarsi, di vestirsi in autonomia, di disegnare e decorare.
Tom ha molti giocattoli “amici”, ma il suo preferito è senza dubbio orso Blu, un orsetto piuttosto piccolo al quale il bambino spiega pazientemente tutto quello che sa e al quale fa vivere infinite avventure.
Le giornate dei due amici trascorrono sempre serene e ricche di avventure, almeno fino al momento di andare a letto, quando Orso Blu inizia a protestare e ad opporre ogni resistenza possibile al coricamento.
Orso Blu inizia, sera dopo sera, a trovare una gamma infinita di pretesti per non dormire: ora vuole giocare, ora vuole bere dell’acqua o persino andare sulla Luna; tutto pur di non assistere alla naturale conclusione della giornata.
La mamma di Tom, stufa di questi continui procrastinamenti, interviene dolcemente, accendendo una lucina sul comodino e leggendo una storia a Tom e Orso Blu, ora ben lieti di coricarsi e prendere sonno.
Orso Blu non vuole mangiare!
Dopo aver rapidamente introdotto i personaggi della storia, la narrazione si svolge nel contesto di un’uggiosa giornata di pioggia che rende Orso Blu un po’ triste, per via della volontà inappagata di giocare a palla in cortile.
Per “consolare” il suo orsacchiotto preferito, il piccolo Tom propone a tutti i suoi giocattoli di giocare a nascondino, ma Bambola Bella ha paura del buio, per cui il bambino tenta di trovare un’idea in grado di accontentare tutti.
Dopo aver proposto il gioco del dottore, accolto con gioia solo da Draghetto, Tom decide di “giocare al ristorante” ed inizia a preparare una serie di improbabili cibi da destinare ai suoi giocattoli.
Mentre gli altri peluche gradiscono le polpette di pongo appena sfornate, Orso Blu scosta il piatto e si rifiuta di assaggiare l’alimento, sostenendo che “non gli piace”.
Il gioco viene interrotto dalla mamma che serve in tavola un piatto di spinaci: Tom vorrebbe declinare l’offerta, ma si ricorda del comportamento tenuto poc’anzi da Orso Blu e dai suoi tentativi per convincere il peluche ad assaggiare le polpette di pongo.
Grazie alla finzione, Tom supera stoicamente le sue stesse resistenze, mangia gli spinaci e riesce a farli assaggiare anche ad Orso Blu, aiutando il suo peluche a vincere il timore immotivato del cibo.
Orso Blu non vuole condividere!
Dopo essersi svegliati, essersi lavati e aver espletato le loro funzioni corporali, Tom e i suoi amici di pezza, si siedono a tavola per la colazione, in attesa di un succulento piatto di biscotti portato dalla mamma di Tom.
Anziché condividere i biscotti con gli altri giocattoli, Orso Blu vorrebbe tenerseli tutti per sé , provocando il malcontento e la perplessità di Tom e degli altri peluche.
Subito dopo colazione, Tom si ricorda che è il compleanno di Bambola Bella, ma la ricorrenza scontenta nuovamente Orso Blu, desideroso di perenni attenzioni e di occupare il proverbiale centro della scena per tutta la giornata.
Mentre Tom si adopera per trovare un regalo adeguato da offrire a Bambola Bella, il malcontento di Orso Blu si fa via via sempre più palese, tanto da esplodere in un pianto e da spingere Orso Blu a voler sottrarre il regalo destinato a Bambola Bella.
Con infinita dolcezza e pazienza, Tom riuscirà infine a convincere Orso Blu a restituire il pacchetto dono a Bambola Bella e a festeggiare felicemente il compleanno della bambolina.
Orso Blu non si sente capace!
Tom e Orso Blu sono piuttosto felici perché, nel corso della giornata, la mamma di Tom li porterà al parco, dove potranno giocare all’aria aperta e divertirsi con i loro amici.
Giunta l’ora di uscire, Tom porta con sé Orso Blu, Draghetto e Bambola Bella e la simpatica comitiva si muove al seguito della mamma, in direzione del parco.
Giunti a destinazione, Tom inizia a giocare con lo scivolo giallo e blu, facendo scendere delicatamente i suoi peluche per poi riprenderli al termine della breve corsa.
Mentre Draghetto e Bambola Bella si divertono moltissimo, orso Blu non vuole salire sullo scivolo, affermando senza mezze misure di “essere capace” e di non volerci, per tanto, nemmeno provare.
Saggiamente, Tom si offre di accompagnare Orso Blu lungo la discesa, di modo che la compagnia del suo “padroncino” possa lenire le paure del peluche e spingerlo, in un secondo tempo, a provare l’impresa da solo.
Una volta rincasati, gli amici festeggiano il rinnovato coraggio di Orso Blu e pasteggiano allegramente per celebrare una giornata memorabile.
Superbamente illustrati (ma non c’era bisogno di dirlo) e scritti con il consueto stile semplice e incisivo che contraddistingue ogni opera di Nicoletta Costa, i libri dedicati ad Orso Blu rappresentano un piccolo capolavoro di pedagogia applicata e offrono ai genitori infiniti spunti di riflessione su come comportarsi di fronte ad un diniego dei propri figli.
Calma, dolcezza e comprensione, sono qui le chiavi di volta grazie alle quali edificare un impianto educativo solido e duraturo che prevede il bambino volenteroso di apprendere e progredire grazie all’artificio del piccolo “transfert psicologico” compiuto sull’oggetto più caro al bambino stesso.
Letture ideali per i bambini dai 2 ai 5 anni alle prese con i loro inevitabili rifiuti e con le loro piccole paure, i Libri di orso Blu vanno a comporre un quadro sempre più preciso e puntuale della mente infantile e aggiungono un altro tassello ad un’opera tanto sterminata quanto essenziale.