Papà, mi prendi la luna per favore? Storia d’amore e infinite distanze

Papà, mi prendi la luna per favore libro

Last Updated on 4 Aprile 2022 by Maestra Sara

Celebre fatica letteraria del sempreverde Eric Carle, Papà, mi prendi la luna per favore? è un testo artisticamente ineccepibile, dai toni quasi surrealisti e dall’interpretazione non così immediata.

Accolto con una certa freddezza da buona parte del pubblico, “delusa” da un finale criptico (se non reputato addirittura inconsistente), Papà, mi prendi la luna per favore? è in realtà uno di quei testi pensati per intrattenere un pubblico di giovanissimo lettori che strizza marcatamente l’occhio agli adulti.

Dedicato a tutti i papà (e le mamme) che si sono sentiti chiedere in dono la luna dai loro figli (cioè quasi tutti), l’opera di Eric Carle è in realtà una riflessione poetica sull’amore genitoriale che racchiude al suo interno numerose sotto-tematiche legate a percezione e distanze.

Papà, mi prendi la luna per favore

Fermandosi infatti a riflettere sulle ragioni che portano i bambini a chiedere la luna ai loro genitori, emergono infatti due fattori sostanziali, legati, rispettivamente all’illusione ottica che porta il bambino a percepire il satellite della Terra alla stregua di un oggetto dalle dimensioni minute e la fiducia cieca nel genitore, ritenuto capace di imprese epiche che possono colmare ogni distanza.

Non appena il bambino tenta di afferrare la luna attraverso la finestra della sua cameretta, si accorge infatti che la sua fisicità non gli consente di colmare la distanza e pensa che il papà, tanto grande e forte, potrà sopperire in modo agevole alla lacuna e procurargli la luna, esattamente come gli procura ogni giocattolo.

papà mi prendi la luna per favore

Accade così ben presto che il bambino, a causa del suo desiderio, si trovi a comprendere con una certa amarezza come i suoi genitori non siano esattamente onnipotenti e come esista uno strano fenomeno visivo che porta a percepire come piccole cose enormi.

L’impossibilità di ottenere la luna si traduce quindi in una sorta di decostruzione dell’universo sensoriale e morale che aveva animato l’immaginario del bambino fino a quel momento e rappresenta, generalmente, una tappa essenziale nello sviluppo psico-emotivo dei piccoli.

Papà, mi prendi la luna per favore? è una favola che stravolge i canoni della percezione comune e che porta il bambino a credere, ancora per un po’ che tutto sia effettivamente possibile, almeno fino al controverso finale dell’opera.

Papà, mi prendi la luna per favore? trama dell’opera

Papà, mi prendi la luna per favore? narra di una bambina, di nome Monica, che osserva la luna dalla sua finestra e che, percependola tanto vicina, tenta di afferrarla per giocare con lei.

L’inevitabile fallimento dell’operazione si traduce, altrettanto inevitabilmente, nella richiesta che dà il titolo all’opera e che, come premesso, rappresenta una sorta di cliché dei desideri e degli aneliti infantili.

Invece di spiegare pazientemente a Monica l’irrealizzabilità della piccola missione, il papà si procura una scala lunghissima che colloca sulla cima di un monte altissimo e sale in cielo fino a poter toccare la luna.

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Giunto in prossimità del satellite, il papà spiega pazientemente alla luna che sua figlia desidera giocare con lei e che l’operazione è resa impossibile dalle eccessive dimensioni del grave.

Per tutta risposta, la luna spiega al papà che le sue dimensioni stanno scemando e che presto diventerà così piccola da poter venire agevolmente trasportata dall’uomo.

Dopo aver atteso il concludersi dell’opera di rimpicciolimento della luna, il papà la afferra, scende i gradini della sua lunghissima scala, torna da Monica, le dona uno spicchio di luna e rende felicissima la sua bambina.

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Tuttavia, la luna continua a rimpicciolirsi, fino al punto in cui Monica la osserva sparire, salvo poi vederla riapparire in cielo, intenta a crescere fino al raggiungimento delle sue dimensioni originarie.

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Papà, mi prendi la luna per favore? struttura e temi di riflessione

Libro pop up dotato di mirabili inserti, Papà, mi prendi la luna per favore? è un’opera visivamente ineccepibile (se vi piace lo stile di Eric Carle) che cela le sue principali chiavi di lettura all’interno di una fiaba permeata da un alone di magia.

Per comprendere a fondo il libro, occorre osservare come tutti i superlativi presenti nella narrazione (lunghissima, altissima, tantissimi) appaiano sottolineati ed evidenziati dall’autore, quasi a voler chiarire fin da subito che l’opera nasce con l’intento di spiegare il concetto di percezione sensoriale ai giovani lettori.

Il continuo accento posto su distanze e dimensioni è infatti volto a spiegare ai più piccoli come alcune cose possano sembrarci piccole solo in relazione al nostro punto di osservazione e come, la celeberrima luna, si trovi collocata ad una distanza che risulta colmabile solo con l’ausilio della fantasia.

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Evitando spiegazioni di tipo tecnico e traslando il concetto in una sorta di favola, Papà, mi prendi la luna per favore? riesce dunque a mettere in crisi, per poi ricomporre, i numerosi riferimenti sensoriali dei bambini piccoli, per loro natura convinti che la realtà fisica corrisponda esattamente alla percezione che hanno di essa.

Il libro può dunque venire impiegato per introdurre infiniti concetti riguardanti la relatività della nostra osservazione, la finitudine della nostra natura e quel sottile inganno prodotto dai nostri occhi che si traduce nella sensazione di poter davvero afferrare tutto ciò che è in realtà lontano o impalpabile.

A livello “morale” è evidente che la luna del libro è, in parte, una metafora dell’amore paterno e, dall’altro, una variabile che decresce e aumenta in relazione al suo conseguimento.

Se si prova a leggere il libro pensando alla luna come ad un simbolo di amore paterno, i fili paiono ordinarsi e la trama farsi più coerente, dato che il nobile sentimento, donato dal padre alla figlia, è sempre presente a rischiarare le notti della piccina, persino quando lei crede che sia divenuto troppo piccolo o che sia sparito.

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Premesso che Eric Carle è spesso un autore piuttosto ostico e che solo lui sa esattamente cosa si agita all’interno della sua testa, la metafora legata ad un padre che sottrae uno spicchio di affetto all’Amore universale e lo dona alla figlia, senza per questo affievolire davvero un sentimento che brilla per l’umanità intera, mi appare come la più coerente, seppur non del tutto risolutiva.

Il mio consiglio è comunque quello di leggere il libro ai bambini (dai due anni in su) senza cercarci troppi significati occulti, ma semplicemente per il piacere di misurarsi con una piccola avventura che potrà agevolmente fungere da specchio per i desideri e le aspirazioni dell’infanzia intera.

Piuttosto agevole e molto curato, Papà, mi prendi la luna per favore? è sicuramente destinato a solleticare l’immaginario di tutti coloro che, a causa della loro tenera età, hanno costruito un universo immaginario in cui i genitori sono onnipotenti e la luna è un giocattolo da afferrare con le manine protese verso il cielo.

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