Pezzettino: alla ricerca dell’identità perduta

Pezzettino

Last Updated on 31 Maggio 2022 by Maestra Sara

Opera poetica e quasi filosofica, Pezzettino si pone l’altissimo obiettivo di rispondere alla “domanda delle domande” e di spiegare ai bambini la natura della loro singolarità.

Se tutti noi ci troviamo spesso ad interrogarci, in senso metaforico, su chi siamo e su quale sia la nostra esatta collocazione nel mondo, l’interrogativo è decisamente più marcato e martellante presso tutti coloro che, in virtù della loro giovane età, faticano ad attribuirsi un’identità netta e caratteristiche emotive salde.

Mentre gli adulti vivono spesso una sorta di crisi di identità generata da fattori ben precisi (l’avanzare dell’età, la perdita degli affetti, un cambio di lavoro) e si interrogano sui cambiamenti interiori legati a quelli esteriori, i bambini cercano invece loro stessi in modo più intimo ed assoluto.

Ogni bimbo, dai due anni in su, cessa infatti di considerarsi come una sorta di estensione emotiva delle cure genitoriali ed inizia a domandarsi il perché e il per come della sua genesi e della sua natura.

bambina che si specchiaSoprattutto quando il confronto con i suoi coetanei diviene una costante, il piccolo comprende, quasi per magia, che non tutti i bambini sono uguali e si interroga sulle sue qualità, sulle sue inclinazioni e su tutto quanto possa definirlo non come semplice “bambino” ma come “quel preciso bambino” che vede allo specchio.

Pezzettino è il primo vero viaggio di formazione che il bambino compie all’interno e all’esterno di sé stesso, in cerca della sua identità e della sua natura, prima che le basilari certezze siano acquisite e che l’”io” acquisti un senso marcato (spesso anche troppo).

Dotato di una struttura quasi omerica, che ricorda in parte la tragedia greca, lo splendido libro realizzato dal grandissimo Leo Lionni (l’autore di “Federico”, per intenderci) nel lontano 1975 è uno di quei libri ostici solo in apparenza e forse solo per quel pubblico di adulti che si perde in una selva di significati, chiari invece ai bambini.

Se molti genitori reputano infatti l’opera troppo allusiva e metaforica, è infatti solo perché cercano di leggerla come farebbe “un grande”, senza lasciarsi guidare da quell’istintualità che definisce i numerosi significati del libro.

 

La trama e la struttura dell’opera di “Pezzettino”

Sentendosi piccolo e insignificante rispetto al mondo esterno, Pezzettino (piccolo quadratino arancione) deduce di non essere una totalità autosufficiente, ma la parte mancante di qualcos’altro e si mette alla ricerca di colui che deve averlo per forza perso.

Nota bene: il viaggio di Pezzettino non inizia, come di solito avviene, per colmare una mancanza, ma perché si sente egli stesso una parte mancante e vuole dissolvere la sua identità in colui che, ipoteticamente, dovrebbe essere affetto dalla suddetta mancanza.

Quando incontra “Quello che corre”, Pezzettino lo interroga per sapere se gli manca qualcosa e se possa essere proprio lui la sua parte mancante.

Quello che corre gli risponde che la cosa è impossibile, dato che, se gli mancasse qualcosa, non sarebbe in grado di correre come invece sta facendo.

Sempre più perplesso, Pezzettino rivolge la stessa identica domanda a “Quello forte”, a “Quello che nuota”, a “Quello che vive sulle montagne” e a “Quello che vola”, ricevendo sempre la stessa risposta: nessuno pare aver perso niente e tutti riescono a svolgere le loro attività proprio perché non si trovano affetti da mancanza alcuna.

Alla fine Pezzettino giunge a visitare “Quello saggio”, nella speranza di ricevere una risposta diversa, ma, anche qui, le cose non cambiano, dato che nessuno potrebbe essere così saggio se avesse perso una parte di sé.

Ormai disperato pezzettino esclama che lui deve per forza essere “di qualcuno” (e non “qualcuno”), al che, Quello saggio lo invita ad andare sull’isola “Chi sono” per comprendere a fondo la sua natura..

Importante sottolineare come tutti i personaggi incontrati da Pezzettino siano disegnati in modo da risultare davvero composti da tanti quadratini colorati, simili al nostro protagonista.

Sull’isola Chi sono Pezzettino, viene infine colto dalla rivelazione, proprio mentre cade dalle rocce e si frantuma in tanti micro-quadratini.

Il vedersi scomposto in una pluralità di sotto-elementi rende infatti Pezzettino consapevole del fatto che anche lui rappresenta una totalità autosufficiente e che, dunque, non è  di nessuno, ma è semplicemente se stesso.

Dopo essersi ricomposto (in senso squisitamente fisico) Pezzettino torna dunque a casa con la sua nuova incrollabile certezza: egli è se stesso e la cosa lo riempie di gioia; gioia che gli altri non riescono a comprendere, non trovandosi vittima di identici dubbi e angosce esistenziale.

 

Perché bisognerebbe leggere Pezzettino ai bambini?

Opera molto più semplice da leggere che da riassumere (ho fatto davvero fatica a denotare i vari referenti!), la storia di Pezzettino di Leo Lionni è semplicemente un capolavoro, animato da quello spirito heidegerriano che può essere riassunto dalla frase “diventa quello che sei”.

Inno all’auto-accettazione e alla gioia di ritrovare se stessi, Pezzettino insegna infatti i bambini non solo a percepirsi come unicuum autosufficiente, a dispetto delle loro minute dimensioni e delle loro ridotte abilità fisiche, ma anche a gioire di quello che si è, a prescindere di quanto ci possano sembrare grandi, abili e saggi gli altri.

A fronte della millantata saggezza che anima “Quello saggio”, l’unica vera saggezza presente nel libro è quella esibita da Pezzettino, inizialmente talmente umile da non considerarsi completo (e chi lo è davvero?) e infine consapevole di quanto la coscienza di sé possa avere un valore superiore rispetto a caratteristiche contingenti.

Se un giorno “Quello forte” potrà infatti perdere la sua forza e trovarsi in crisi, dato che la sua caratteristica lo definisce integralmente (e così anche per gli altri protagonisti), Pezzettino sarà sempre ciò che è, a prescindere dal fatto che possa acquisire attributi destinati a mutare e a perdersi nel tempo.

Tentando di spiegare il concetto in termini più semplici, l’opera di Leo Lionni vuole chiarire al lettore quanto la consapevolezza possa rendere felici, perché solo dalla conoscenza di quello che siamo deriva la certezza di non perdersi di nuovo.

Per questa ragione, raccomanderei la lettura dai 3 ai 99 anni, ma dato che questo è un sito per bambini, limitiamo il suggerimento agli anni della scuola materna, quando la prima crisi di identità è ancora marcata e quando l’impetuoso “chi sono io?” risuona nella psiche del bimbo più per ragioni legate al contrasto che non per eventi contingenti.

Pezzettino di Leo Lionni

 

Pezzettino di Leo Lionni: un capolavoro imprescindibile

Piccola parte (quasi un “pezzettino”) dell’incredibile mondo poetico creato da Leo Lionni, La storia di Pezzettino è davvero una tappa obbligata nel percorso letterario dei più piccoli perché, oltre ad essere l’opera più nota dell’autore olandese, è forse quella che racchiude al suo interno una pluralità di tematiche in grado di esulare dal movente specifico.

Se, ad esempio, Federico parla del valore della poesia, L’albero alfabeto della pace e Guizzino di amicizia, Pezzettino parla dell’infanzia sotto forma di archetipo universale, definendone tratti immutabili e imprescindibili, pur mantenendo una grazia lirica tipica delle storie di avventura.

Libro solo in apparenza complesso (si legge in un attimo, davvero, spero di non avervi confuso le idee), Pezzettino di Leo Lionni è una delle opere dedicate al mondo dell’infanzia che meglio rappresenta sotto forma di metafora i turbamenti interiori di un’età complessa.

Scorrevole e ben illustrato, Pezzettino non riuscirà probabilmente nell’intento di assegnare ai vostri figli un’esatta collocazione nell’universo, ma molto probabilmente li sosterrà nel corso di quella crescita in cui si inizia a cercare se stessi e a diventare quello che siamo davvero.