Last Updated on 27 Settembre 2019 by Maestra Sara
Bellissima storia illustrata, scritta da Maria Loretta Giraldo e illustrata da Nicoletta Bertelle, Prova a dire ABRACADABRA è una piccola fiaba moderna che impiega il “tema animalesco” per mostrare la bambino la forza del coraggio e il valore degli artifici emotivi.
Il piccolo gufo protagonista della storia non è infatti che una perfetta allegoria di ogni bambino che non si sente all’altezza del suo compito e che non riesce ad accorgersi di quanto il coraggio alberghi in lui (o in lei) e abbia bisogno di una semplice spinta emotiva, qui rappresentata da un artificio “magico”, per portare a galla quanto rimasto latente in precedenza.
Accade spesso, infatti, che i bambini sviluppino delle paure del tutto immotivate e che temano il confronto con i loro coetanei fino al punto di desistere dal mettere in atto pratiche e abilità, del tutto comuni all’universo infantile.
In caso abbiate figli in età prescolare che hanno sviluppato un discreto timore verso l’idea di imparare a nuotare, di andare in bicicletta senza rotelle o di prendere parte ad una qualunque attività, alla quale segretamente anelano, Prova a dire ABRACADABRA, fa decisamente al caso vostro.
La breve storia svela infatti al piccolo lettore e ai suoi genitori il potere segreto della mente e la capacità di agire a livello intimo sulla sfera irrazionale dei bambini mediante l’impiego di alcuni semplici “trucchetti”, in grado di conferire coraggio, laddove la ragione non riesce ancora a far breccia.
Anziché tentare di persuadere il piccolo gufo riguardo alla assoluta infondatezza dei suoi timori ed impiegare così un’arma razionale per sconfiggere una paura del tutto priva di fondamento razionale, gli amici del piccolo volatile notturno agiscono su un terreno puramente irrazionale, facendo leva sulla sua emotività.
Così facendo, risulta possibile agire a livello inconscio ed intimo sulla mente del piccolo-gufo bambino e portarlo a superare le sue paure, spingendolo a contrastare i fantasmi della sua mente nello stesso terreno che li aveva generati.
In parole povere, è spesso vano il tentativo di far comprendere al bambino l’irrazionalità dei suoi timori, laddove è la stessa componente emotiva ad averli generati, ed è molto meglio impiegare artifici emotivi, quasi magici, per spingere il piccolo timoroso ad affrontare le sue paure ad “armi pari”.
Prova a dire ABRACADABRA, storia di un volo
Sul ramo di un albero, per gli uccellini è il giorno del primo volo e tutti i simpatici pennuti iniziano a planare allegramente nell’aria, supervisionati dalla maestra Colomba.
Solo un piccolo gufo, non se la sente di emulare merlo, canarino, colibrì e gli altri amici e se ne resta fermo sul suo ramo per paura di cadere, anche quando la maestra tenta di convincerlo a fare un tentativo.
Mentre se ne sta fermo lì, impalato sul suo ramo ad attendere qualcosa che non accadrà mai, piccolo gufo incontra una tartaruga che stava passeggiando serenamente e le confida, su sua richiesta, i suoi intimi timori e le sue paure.
Dopo aver a lungo riflettuto sulla situazione, tartaruga invita gufo a pronunciare l’espressione magica ABRACADABRA, grazie alla quale riuscirà sicuramente a spiccare il volo senza cadere.
Sufficientemente persuaso dalla sicurezza della tartaruga, piccolo gufo prova a planare, pronunciando tuttavia l’espressione sbagliata e finendo rovinosamente a terra.
Dopo il primo fallimentare tentativo, gufo ci riprova, grazie all’intervento di un topo che giunge sotto il ramo e sposa la linea di pensiero di tartaruga.
Accade così che piccolo gufo ci riprovi, riesca un po’ a planare, ma cada nuovamente a terra facendosi male.
Ricorrendo ad un nuovo artificio, topo e tartaruga, in seguito aiutati anche da riccio, invitano gufo a riprovarci, dapprima tenendo gli occhi aperti e, in seguito con maggior convinzione, fino a quando gufo impara realmente a volare e a librarsi in aria leggiadro.
Mentre vola, gufo passa sopra lo stagno dei ranocchi, dove si svolge la prima lezione di salto.
Notando che un piccolo ranocchio è paralizzato di fronte alle sue stesse paure, gufo confida all’anfibio il suo segreto e lo invita a provare a saltare pronunciando l’espressione ABRACADABRA fino a quando l’effetto magico della parola lo aiuterà a saltare.
Ampiamente convinto, il ranocchio si libera della sue paure, prova a dire ABRACADABRA e finalmente riesce a saltare nel suo amato stagno.
Prova a dire ABRACADABRA, il coraggio è contagioso
Semplice, volutamente ripetitiva e ben illustrata, Prova a dire ABRACADABRA è una stupenda storia che mostra al bambino non solo l’infinito potere della sua mente, ma che spiega come il coraggio sia contagioso.
Non solo il piccolo gufo che, dopo essere stato “allievo”, diventa maestro del piccolo ranocchio, ma anche tutti gli animali che accorrono sotto il ramo danno prova di conoscere perfettamente l’artificio e, dunque, di averlo già sperimentato in prima persona, nel momento in cui si trovavano loro stessi nella morsa della paura.
Il simpatico trucco che domina Prova a dire ABRACADABRA è dunque l’emblema di quegli artifici mentali tanto efficaci da diventare quasi contagiosi e da tramandarsi di generazione in generazione, con l’intento di portare a galla quel coraggio che è ben presente, seppur in forma latente, nell’animo di ogni bimbo.
Da leggere e tramandare, un po’ come la sopracitata formula, Prova a dire ABRACADABRA è davvero un’ottima opera e uno dei pochi libri in grado di comprendere come l’irrazionalità non possa talvolta venire sconfitta facendo leva solo sulla mera ragione.
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