Last Updated on 4 Aprile 2022 by Maestra Sara
Libro davvero molto profondo e piuttosto complesso, Questa è la poesia che guarisce i pesci è un lungo viaggio nell’anima che mostra al bambino l’esistenza di malattie dello spirito e la presenza di una cura che risiede nella poesia e nella singolarità.
Se tutti i bambini sono portati ad associare il malessere e la malattia con un dolore o una disfunzione legata ad una determinata area corporea, man mano che crescono, i piccoli scoprono l’esistenza di patologie impalpabili che, seppur non letali, portano in dote un carico di sofferenza del tutto paragonabile a quello dei loro corrispettivi fisici.
L’assolutizzarsi e il cronicizzarsi degli inevitabili momenti bui, riescono infatti a trasformare la noia o la malinconia in particolari patologie dello spirito e a richiedere una cura che risulti altrettanto impalpabile e slegata da quel complesso di erbe e molecole chimiche che il bimbo ha imparato ad associare ad uno specifico male.
Questa è la poesia che guarisce i pesci mostra, da un lato la natura delle malattie “non convenzionali” attraverso il filtro edulcorante del regno animale e spiega, dall’altro, come risulti possibile reagire alla malinconia attraverso l’impiego del più grande antidoto noto al genere umano, vale a dire l’arte.
Lungo il corso di una lunga ricerca della poesia, che è poesia essa stessa, Questa è la poesia che guarisce i pesci mostra infatti al bambino come l’arte poetica distilli la singolarità umana e come riesca a parlarci dei nostri sogni e delle nostre aspirazioni in modo intimo, a discapito della sua pretesa di universalità.
A prescindere dall’essere poeta o meno, connotazione presentata come ininfluente nell’opera, l’espressione poetica è qualcosa di insito in qualcuno di noi, che aspetta solo di potersi liberare dalle maglie della noia e del grigiume quotidiano per abbellire tutto quanto ci appare noioso e vuoto.
Il grande messaggio lanciato da Questa è la poesia che guarisce i pesci riguarda proprio la natura intima della poesia, in opposizione alla sua concezione tradizionale; una natura che si rivolge all’interno per cercare tutte quelle cose che ci danno gioia e che possono ribaltare le sorti di una giornata iniziata col proverbiale piede sbagliato.
Questa è la poesia che guarisce i pesci, storia di un pesciolino depresso
Questa è la poesia che guarisce i pesci inizia con un bambino, di nome Arturo, che si rivolge disperato alla sua mamma perché Leon, il suo pesciolino, sta “morendo di noia”, dato che appare insolitamente apatico e abbattuto.
Prima di uscire di casa, per recarsi ad un corso di tromboni, la mamma di Arturo suggerisce al piccolo di regalare una poesia al suo pesciolino, affinché Leon possa riprendersi rapidamente.
Una volta rimasto solo, Arturo realizza tuttavia di non avere la minima idea di cosa sia una poesia ed inizia un lungo viaggio di scoperta, che caratterizzerà tutto il libro, con l’intento di chiarire l’arcano.
Credendola alla stregua di un oggetto fisico, Arturo inizia a cercare la poesia entro le mura di casa, aprendo armadietti, interrogando spaghetti, stracci raffreddati e grumi di polvere, senza ottenere una risposta soddisfacente.
Una volta compreso che in casa non ci sono poesie, Arturo corre da Lolo, colui che ripara biciclette e che risulta essere “sempre innamorato”, dove ottiene una prima parziale risposta.
Secondo Lolo, una poesia è infatti qualcosa di indefinito che ricorda l’amore e proprio nell’amore va ricercata.
Man mano che prosegue il suo viaggio in paese, Arturo interroga un numero crescente di persone, tutte ben disposte nel fornirgli la loro personale visione della poesia e nel cercare di fargli capire come l’arte sia qualcosa che parli all’interiorità di ciascuno.
Secondo la panettiera, infatti, una poesia è “calda come il pane e quando ne mangi, ancora ne rimane”, mentre agli occhi di un vecchio immigrato, proveniente dal deserto, una poesia è qualcosa in grado di far battere il cuore persino alle pietre.
Dopo aver interrogato il suo uccellino Aristofane, che parla di un “canto in prigionia”, la nonna e il nonno, Arturo ritiene di non aver ancora scoperto cosa sia una poesia, nonostante tutti i frammenti di vita e sogni che gli sono stati offerti in dono.
Nel momento in cui il bambino torna a sincerarsi delle condizioni del suo pesce, appare perciò affranto per non essere riuscito a trovare una poesia e si limita ad enunciare tutte le caratteristiche descritte in precedenza dai suoi amici, senza rendersi conto di aver composto un poema egli stesso.
Risvegliato dalla sua apatia, Leon dice ad Arturo di essere un poeta egli stesso e gli spiega che la sua poesia risiede nel silenzio.
Questa è la poesia che guarisce i pesci, l’arte dell’interiorità
Tema dominante di Questa è la poesia che guarisce i pesci, composto da Jean-Pierre Simeon e da Olivier Tallec, è proprio la ricerca all’esterno di qualcosa che, in realtà, sgorga dal profondo dell’”io e che caratterizza il genere umano in qualità di singolarità
Mentre ricerca una specifica poesia, Arturo non si accorge infatti che la sua ricerca è essa stessa poesia, in quanto originata dal suo altissimo desiderio di guarire il pesciolino malato e, in quanto tale, espressione di nobili desideri e di uno spirito buono.
Preso dalla sua volontà di realizzare l’obiettivo pratico che aveva originato le contingenze (cioè curare Leon), Arturo non si accorge nemmeno di come tutte le persone che interroga siano essi stessi poeti a modo loro e di come gli offrano un ritratto della poesia in grado di porsi ben oltre le aspettative contingenti.
Solo quando Leon afferma di essere un poeta Arturo capisce davvero e comprende come la poesia possa manifestarsi anche nel silenzio, dato che, dal punto di vista di un pesce, l’assenza di linguaggio è un caratteristica talmente intima da connetterlo con la sua vera natura.
Opera adatta ad un pubblico di bambini piuttosto grandicelli (dai 5 anni), per via di una serie di allusioni e metafore assolutamente non alla portata di bambini molto piccoli, Questa è la poesia che guarisce i pesci è uno dei testi sull’arte più personali mai scritti, talmente personale da lambire da vicino gli infiniti cieli della poesia.