Ti Mangio! di John Fardell: la rivincita dei bambini

Ti mangio

Last Updated on 23 Maggio 2022 by Maestra Sara

A mio avviso, uno dei libri illustrati più belli della storia umana (incisioni rupestri e geroglifici inclusi), Ti mangio! di John Fardell è un’opera geniale sotto ogni punto di vista e, molto probabilmente, il testo più adatto alle esigenze emotive ed intellettuali di tutti quei bambini di cinque o sei anni che hanno ormai superato la loro primissima infanzia.

Mentre un bambino piuttosto piccolo teme costantemente di venire mangiato e rifugge ogni tipologia iconografica che rimandi all’antropofagia, il bimbo ormai “grandicello” ride delle sue stesse paure ed è maturo al punto di poter sfidare apertamente tutto quanto gli incuteva timore fino all’anno prima, o giù di lì.

Facendo un passo indietro, se provate a prestare attenzione all’iconografia legata alla fiaba classica o, ad esempio, al mondo dei supereroi, noterete immediatamente come tutti gli elementi spaventosi (o quasi) portino in dote attributi mostruosi che rimandano alla possibilità di mangiare bambini.

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Tanto le streghe, quanto gli orchi, i lupi cattivi o i più moderni Joker e Venom, presentano infatti una deformazione della bocca operata per far percepire al bambino piccolo un costante senso di minaccia, derivante dalla possibilità di venire mangiato.

Nella mente dei bambini piccoli esistono infatti dei retaggi antropologici ed evolutivi che fanno percepire al bimbo l’antropofagia alla stregua di una minaccia reale, dato che numerosi mammiferi (lupo in primis) tendono a nutrirsi dei loro cuccioli, in caso di carestia perenne e che il genere umano non era immune, durante le sue prime fasi sul Pianeta Terra, da questa pericolosa attitudine.

Per quanto il genere umano si sia ormai “civilizzato” da millenni e per quanto chiunque trovi l’idea di mangiare dei bambini piuttosto repellente e immorale, nella mente dei bambini permangono quei retaggi legati all’istinto di sopravvivenza che spingono i più piccolo a rifuggire tutto ciò che potrebbe mangiarli.

in quest’ottica, Ti Mangio! segna il trionfo del bambino sul proprio istinto, mostrando la forza della sua ragione nei confronti di un’iconografia ormai non più in grado di solleticare gli angoli più bui e malfamati della sua componente istintuale.

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Prendendo il via proprio dall’ingestione di un bambino e dalla realizzazione del sommo incubo infantile, Ti Mangio! conduce il piccolo lettore lungo un’avventura in cui il solenne “antipasto” non è che il pretesto per mettere in scena un simpatico carnevale di mostri che mangiano altri mostri; carnevale in cui all’intelligenza del bambino viene riservato un posto d’onore.

Proprio il coraggio e le spiccate abilità intellettive dei bambini rappresentano l’altro polo della dualità narrata da Ti Mangio!; una dualità in cui la paura istintiva non è più tanto forte da paralizzare i bambini e da costringerli alla resa.

 

Ti Mangio! storia di un lungo pasto

Ti Mangio! inizia con la bucolica immagine di due fratellini, Leo e Sara, che si avventurano spensierati nel bosco, cavalcando i loro mezzi di trasporto preferiti (un monopattino e una bicicletta) e accingendosi a compiere una simpatica scampagnata dalle finalità ludico-esplorative.

L’iniziale armonia di Ti Mangio! viene immediatamente sconvolta dalla comparsa di un mostro, noto come Inghiottone dei boschi, che fagocita Leo in un sol boccone, lasciando tutta sola la sorella maggiore.

Anziché perdersi d’animo o fuggire a gambe levate, Sara raccoglie un misterioso oggetto da dietro un cespuglio e si lancia all’inseguimento dell’Inghiottone, confidando nel fatto che Leo fosse ancora vivo, dato che gli inghiottoni tendono ad ingerire le loro prede senza masticarle.

Quando Sara ha ormai quasi raggiunto l’Inghiottone, appollaiatosi sopra un sasso a strapiombo sul mare, ecco tuttavia che dal cielo spunta un feroce Gnammete alato, che si pappa in un boccone solo l’Inghiottone.

Senza farsi prendere dal panico, Sara costruisce una zattera per la sua bicicletta, segue il volo dello Gnammete passando sulle acque ed arriva quasi a raggiungerlo, quanto un’ulteriore creatura (un Acchiappone marino) fagocita il mostro.

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Sempre grazie al suo ingegno, Sara trasforma la bicicletta in un sottomarino e riparte all’inseguimento di quella creatura che ha ormai assunto le fattezze di una sorta di matrioska contenente altri mostri e suo fratello.

Ti Mangio! ripropone l’identico schema fino a quanto l’ultimo mostro, uno Zompone dai denti a sciabola, decide di schiacciare un pisolino dopo essersi mangiato uno Slurpante spinato, con tutte le altre creature ovviamente annesse.

A quel punto, Sara si introduce nella bocca aperta del mostro dormiente, penetra tra le fauci di tutti i mostri in esso contenuti fino a trovare Leo, intento a leggere un giornaletto in attesa che qualcuno venisse a salvarlo.

Quando trova il fratello sano e salvo, Sara estrae dallo zaino una Rana singhiozzina (il misterioso “oggetto” raccolto all’inizio), i cui singhiozzi provocano una sorta di rigurgiti a catena che culminano con l’espulsione di tutte le creature ingerite, Leo e Sara inclusi.

Presi dai morsi della fame, i mostri circondano allora Sara, ma questa volta è Leo ad armarsi di coraggio: minaccia le creature, le mette in fuga e così i due fratelli possono volare via felici sulla bicicletta ormai trasformata in una specie di elicottero su due ruote.

 

Ti Mangio! Alla scoperta dell’autosufficienza

Dotato di un ritmo narrativo stupefacente, di illustrazioni variopinte ed iconiche e di una serie di scelte lessicali imprevedibili e divertenti, Ti Mangio! è un capolavoro della narrativa per l’infanzia a tutti gli effetti.

Da leggere col fiato sospeso ai bambini, Ti Mangio! è forse il testo che meglio rappresenta quella fase della crescita in cui il bambino si trova finalmente a suo agio con l’immaginario legato alle sue paure e può apertamente sfidarlo, facendo leva sul suo coraggio e sul suo rinnovato ingegno.

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Proprio i continui riferimenti all’ingengnosità dei più piccoli (Sara potrebbe agevolmente far impallidire MacGyver in quanto a destrezza con gli attrezzi), trasportano infatti i piccoli lettori su un piano narrativo in cui l’aiuto esterno, sia esso magico o proveniente dal mondo adulto, è ormai del tutto superfluo, dato che il bambino riesce a cavarsela perfettamente da solo.

La vittoria riportata da Sara e Leo su un’intera schiera di mostri affamati è qui la metafora di un’infanzia che tende sempre di più verso la fase matura della crescita e verso quell’autosufficienza emotiva ed intellettuale che connota gli aneliti dei bambini “grandicelli”.

Davvero imperdibile, Ti Mangio! è dunque un libro che parla ai bambini, invitandoli a trovare dentro loro stessi la forza necessaria a sopperire alle difficoltà e a superare tutti quei retaggi evolutivi che li hanno tenuti ancorati alle loro paure, durante le primissime fasi del loro sviluppo.