Un pianeta pieno di plastica. Editoriale scienza

pianeta pieno di plastica

Last Updated on 30 Gennaio 2020 by Maestra Sara

Se sensibilizzare un adulto di fronte ai problemi ambientali appare spesso alla stregua di un’impresa piuttosto ardua (alzi la mano chi oggi ha preso la macchina per percorrere 200 metri), figuriamoci un bambino di pochi anni.

Cosa potrà mai interessare ad un bimbo che gioca felice dei problemi del Pianeta e di tutte quelle ripercussioni dei nostri comportamenti che si manifestano a migliaia di chilometri di distanza da noi?

Niente. O forse tutto, se il bambino in questione riesce a comprendere quanto sia semplice tenere pulita la nostra casa comune e quanto il Mondo rappresenti il luogo in cui crescerà.

La recente “questione ambientale” ha portato alla ribalta una serie di problematiche che coinvolgono tutti noi e che chiedono a gran voce un po’ di impegno per evitare ciò che, entro breve, potrebbe essere del tutto ineluttabile.

Scenari catastrofici a parte, le condizioni di salute del Pianeta in cui viviamo non sono mai state tanto pessime e un’inversione di rotta non è mai stata tanto necessaria.

plastica libro bambini

Oltre a scendere in piazza per invocare migliori accordi sul clima, migliori leggi sull’energia “green”, migliore gestione dei pozzi petroliferi in mare, potremmo dunque cominciare a rimboccarci le maniche nella nostra quotidianità e a fare la nostra parte.

Poco serve lamentarsi delle fantomatiche creature mitologiche, note come Governi, se poi lanciamo cartacce dal finestrino della macchina, lasciamo le luci accese in stanze deserte o, peggio ancora, abbandoniamo rifiuti plastici ai bordi delle autostrade prima di partire per le ferie d’Agosto (forse quelli erano i cani..).

Già, la plastica, croce e delizia del ‘900, rappresenta una delle problematiche che rischia di diventare irrisolvibile e che sta portando il Pianeta al collasso.

Ideato e realizzato da Neal Layton, Un pianeta pieno di plastica è uno splendido libro illustrato, che, senza mai risultare petulante o moralista, aiuta i bambini a comprendere origini e dimensioni di una catastrofe ambientale che coinvolge direttamente la loro esistenza, anche se in modi spesso “invisibili”.

Ricco di illustrazioni suggestive, di spiegazioni dettagliate e di numerosi esempi, Un pianeta pieno di plastica rappresenta un piccolo breviario sulla plastica e, al contempo, un manuale pratico per cercare di uscire dall’impasse globale.

pianeta plastica

Oltre a descrivere e spiegare il problema ambientale in tutte le sue sfaccettature, il testo edito da Editoriale Scienza (per il link al prodotto, clicca qui), si prende la briga di offrire una serie di consigli ai bambini affinché possano ridurre, riutilizzare e riciclare la plastica nelle loro vite.

Davvero intelligente e molto curato, Un pianeta pieno di plastica mantiene, per tutto il corso dell’opera, una struttura narrativa allegra e ludica, nonostante la serietà degli argomenti trattati, andando ad adattarsi alle esigenze di quei bambini di sei o sette anni che rischierebbero di rimanere indifferenti di fronte all’ennesimo sermone.

 

Un pianeta pieno di plastica, storia di una catastrofe globale

Un pianeta pieno di plastica si apre con il libro che si rivolge in prima persona ad un bambino, intento a leggere il medesimo testo in una sorta di meta-scherzo, chiedendogli se si sia mai domandato di cosa sono fatti gli oggetti con cui entra quotidianamente in contatto.

Inutile dire che la maggior parte della cose presenti nella casa del bambino sono realizzate in plastica, per cui, il testo entra nel vivo e inizia a narrare la storia di questo diffusissimo materiale.

Creata in laboratorio da Leo Backland circa 150 anni fa, la plastica si è subito imposta all’attenzione delle aziende di tutto il mondo per la sua versatilità e per la sua semplicità di utilizzo.

Accade così che, piano piano, la plastica andò a rimpiazzare altri materiali nel processo di realizzazione relativo ad infiniti oggetti, diventando la costante di una società industriale che pareva finalmente aver trovato il suo “Sacro Graal”.

Poco costosa da produrre ed estremamente versatile, la plastica possiede un “piccolo” difetto intrinseco: non si biodegrada.

Una semplice bottiglietta di plastica, gettata a terra in un parco, rischia di rimanere intonsa per anni e anni, non potendo venire distrutta dai microscopici organismi che si occupano abitualmente di decomporre foglie, torsoli di mela, pezzi di carta e tutto quanto risulta invece biodegradabile.

libro scienza plastica

Tutto ciò ha dato vita a conseguenze catastrofiche per i nostri mari e per gli ecosistemi marittimi che si ritrovano, ormai da decenni, assediati da rifiuti impossibili da smaltire.

Allo stato attuale delle cose, i rifiuti plastici presenti negli oceani hanno portato alla creazione di orribili isolotti artificiali dalle dimensioni enormi.

Cosa possiamo fare, nel nostro proverbiale piccolo, per impedire che la situazione degeneri oltremodo?

Ed è qui che Un pianeta pieno di plastica passa all’azione, fornendo degli ottimi consigli ai bambini basati sullo schema di riduzione, riutilizzo e riciclo dei materiali plastici.

Con piglio ludico, il testo mostra al bambino i benefici di un’azione costante, che possa portare la plastica ad avere un impatto ambientale molto più limitato e molto meno nocivo.

Il bambino non è ovviamente solo, nella sua lotta contro la plastica, dato che il libro spiega come molti scienziati si trovino attualmente al lavoro per risolvere la questione dei mari inquinati, grazie alla ricerca di soluzioni che rasentano la fantascienza, in quanto ad ingegno.

 

Vivamente consigliato a tutti coloro che hanno a cuore la “questione ambientale” (ma anche a coloro che se ne sono sempre disinteressati), Un pianeta pieno di plastica rappresenta l’ennesimo esempio di letteratura intelligente, in grado di divertire insegnando e di trasporre il tutto ad un ambito pratico.

Da leggere e rileggere, ogni volta in cui dovessero sorgere dei dubbi relativi alla problematica, Un pianeta di Plastica è dunque uno di quei libri da conservare nella nostra piccola biblioteca per avere un giorno un ritratto chiaro di un’epoca storica confusa e convulsa che, forse, inizia a vedere la luce alla fine di un tunnel fatto di plastica.