Last Updated on 28 Settembre 2021 by Maestra Sara
Avete presente la Storia, quella con la “S” maiuscola che definiva il nostro sentirci parte di una linea temporale unica e che portava la nostra infinitesimale esistenza al centro di battaglie, intrighi di palazzo e tradimenti?
Se avete sempre pensato che le idi di marzo del 44 a.c. non fossero un semplice puntino disperso in un asse temporale remoto, ma il paradigma, umano e politico, di quanto si ripete da migliaia di anni, probabilmente la conformazione che ha assunto la scuola primaria nel corso degli ultimi decenni vi rattristerà un po’.
Rimandandovi alla lettura dell’ottimo saggio di Ernesto Galli della Loggia, “L’aula vuota”, il mio laconico pensiero introduttivo è rivolto a tutti coloro che rimpiangono un po’ i tempi andati e i fasti di una scuola che poneva l’accento sull’istruzione, anziché su astratte pappardelle pedagogiche, servite rigorosamente in salsa para-scientifica.
Vi piaccia o meno, il mondo della scuola primaria ha ormai espulso dal suo novero la valenza formativa della cultura umanistica, in nome di un’ideale rivolto all’astratto concetto di benessere psico-fisico che, oltre che utopico, risulta spesso distorto in ottica espressiva (provate ad immaginare le rotture di scatole che avrebbero avuto nella scuola odierna i genitori di Nietzsche o di Baudelaire).
Perché recensire dunque un libro di esercizi che prepara alla scuola primaria, vi chiederete voi?
In caso abbiate per un momento pensato che io soffra di disturbo bipolare o che trascorra il mio tempo facendo marchette ai suadenti editori, purtroppo, vi devo deludere.
Il libro illustrato “Verso la scuola primaria” è ottimo, non solo perché crea una forma mentale nel bambino in grado di adattarsi a quelli che sono mediamente i programmi della prima classe, ma perché riesce a spingersi persino oltre, gettando i semi di un ragionamento astratto che risulta spesso bandito dal regno delle primarie, quantomeno agli inizi.
Se avete dei figli che frequentano da poco la scuola primaria, vi sarete accorti come la percezione dello spazio, del tempo e della realtà fisica rappresentino la costante delle differenti materie.
I programmi di storia tendono ad orientarsi in direzione delle successioni temporali, quelli di geografia in direzione della comprensione dello spazio circostante e quelli di matematica rivolgono costantemente l’attenzione in direzione di un calcolo legato a quantità tangibili.
Questo rinnovato interesse per la fenomenologia (probabilmente inconsapevole, dato che nessuno nella scuola di mio figlio ha mai sentito nominare Husserl) presuppone che la conoscenza si ottenga, non mediante l’analisi del fenomeno in sé, ma attraverso il modo in cui l’oggetto di indagine si concede al soggetto osservante.
Il che implica, ovviamente, la riduzione (giusta o sbagliata che sia) delle materie di studio ad una sorta di datità volontaria nei confronti delle strutture percettive del bambino.
Verso la scuola primaria coglie alla perfezione questo spirito e propone al bambino, in procinto di entrare nei meandri della ex-scuola elementare, una serie di esercizi rivolti proprio ad acuire la sua percezione del sé e dello spazio circostante.
Nel testo, si trova ad esempio, una sezione dedicata ai concetti di “prima, durante, dopo”, all’interno della quale il bambino deve procedere a riordinare una sequenza di immagini lungo la corrispondente linea cronologica.
L’esercizio non è banale come può sembrare, ma presuppone la capacità, da parte del bambino, di relazionarsi al concetto di tempo, partendo dagli effetti visibili sulla realtà fisica che il tempo produce.
Allo stesso modo, nel libro si trovano numerosi esercizi che accompagneranno il bambino per tutti i primi mesi della scuola primaria e che andranno a costituire l’asse portante della futura didattica.
La prima sezione di Verso la scuola primaria è dedicata all’abilità base che consente la comunicazione tra esseri umani, vale a dire, alla capacità di comprendere frasi.
Al bambino vengono proposte delle brevi frasi da abbinare ad immagini, il cui fulcro è rappresentato, di nuovo ,dall’abilità di cogliere il riferimento temporale, questa volta andando ad associare il verbo impiegato alla figura corrispondente.
Successivamente, il piccolo eserciziario invita il bambino ad associare alcuni elementi tra di loro sulla base del suono con cui inizia la parola che il lettore deve pronunciare ad alta voce, sfruttando sempre la figura come riferimento prelinguistico.
Con un salto audace (e da me piuttosto gradito), Verso la scuola primaria si concede un volo pindarico nel cielo del ragionamento astratto, introducendo quei concetti di rima e di sillaba che implicano una maggior capacità di riflessione linguistica e un processo cognitivo un attimo più intenso.
Il vero obiettivo, scavando oltre il titolo, di Verso la scuola primaria non è infatti semplicemente quello di preparare la mente dei piccoli all’acquisizione di abilità spendibili sul piano scolastico, ma di instillare in loro quel pizzico di capacità di astrarre dal contesto tangibile il processo cognitivo.
Per risolvere tutti gli esercizi presenti nel testo, al bambino occorre compiere uno sforzo mentale che esula spesso dal semplice contesto sensoriale e che getta le basi per quella capacità di ragionare in astratto, senza la quale l’assassinio di Cesare risulterebbe alla stregua di un semplice episodio di cronaca nera su un quotidiano locale.