Last Updated on 26 Novembre 2020 by Maestra Sara
Un po’ per reazione di fronte ad un mondo sempre più deumanizzato dalla sovrabbondanza di relazioni digitali, un po’ per sincero interesse, l’ultimo decennio ha assistito ad una sorta di riscoperta globale della Natura, declinata in diversi ambiti e in diversi settori.
L’aggettivo “naturale”, spesso usato in contrapposizione al suo antagonista “chimico”, è ormai diventato sinonimo di assoluta qualità, sia che lo si riferisca ad un prodotto cosmetico, sia ad un presunto rimedio farmacologico o ad un alimento.
Tutti, o quasi, invocano a gran voce un fantomatico “ritorno alla Natura” e ad uno stile di vita che preveda una sincera armonia con quello stesso Pianeta che abbiamo brutalizzato e vandalizzato per secoli.
Da questa passione smisurata per la Natura è naturalmente derivato un interesse per la botanica e per l’erboristeria, che ha portato intere schiere di naturalisti fai-da-te ad attribuire proprietà quasi mistiche ad alcune erbe.
Basta aprire un qualunque social network per “scoprire”, ad esempio, che la curcuma possiede proprietà antinfiammatorie superiori all’ibuprofene, che una manciata di bacche di goji fornisce un apporto di vitamina c al nostro organismo in grado di metterlo al riparo dai danni del tempo, che abbracciare alberi rende superfluo il lavoro dei neurologi e così via, lungo una galleria di bizzarrie piuttosto grottesca.
In realtà, la curcuma non elimina affatto l’enzima cox-2 rivolto alla sintesi delle prostaglandine; le bacche di goji risultano pressoché ininfluenti nel nostro bilancio metabolico e abbracciare alberi può essere certo piacevole, ma non di sicuro una valida cura alla schizofrenia.
In caso, tuttavia, la vostra volontà di scoprire il mondo delle piante riesca ad andare oltre l’apparenza legata alle leggende metropolitane digitali e alla triste constatazione della loro inefficacia clinica, Editoriale Scienza ha appena dato alle stampe uno stupendo libro che lancia uno sguardo sincero sul mondo delle piante e sulla biodiversità terrestre.
Ideato da Stefano Bordiglioni e illustrato da Irene Penazzi, Voci dal mondo verde rappresenta infatti un’ottima occasione per indagare le piante da un punto di vista strettamente botanico-scientifico e per scoprire le loro reali proprietà.
Voci dal mondo verde (per il link al prodotto, clicca qui) non è tuttavia un manuale di erboristeria per bambini, né tanto meno un testo parascolastico destinato ad aspiranti botanici in erba (è il caso di dire), ma una sorta di avventura che vede le piante parlare in prima persona, per narrare al piccolo lettore la loro storia e le loro caratteristiche.
Divertente e gradevole anche per tutti coloro che non sono ancora stati investiti dallo tsunami naturalistico, il libro trova il suo punto di forza nella capacità di costruire una narrazione, laddove l’argomento trattato sembrerebbe precludere un movente ludico, riuscendo ad entusiasmare istruendo.
Voci dal mondo verde, alla scoperta della biodiversità
Il bellissimo libro composto da Stefano Bordiglioni tratta la natura e l’essenza di molteplici piante, ubicate ai più disparati angoli del Pianeta, andando a suddividerle tuttavia non i base al loro luogo di origine, ma ad una serie di categorie in grado di tracciare un filo conduttore tra le diverse tipologie vegetali.
La prima sezione di Voci dal mondo verde, denominata “campioni di altezza” è rivolta alla descrizione di tutte quelle piante che, logicamente, si distinguono per un’estensione del fusto piuttosto marcata.
Fin dalle prime battute, la narrazione, affidata alle parole di un abete rosso, chiarisce l’intento ironico, avventuroso e dissacrante dell’opera, portando l’albero in questione a lamentarsi per il duro ruolo attribuitogli dalle tradizioni natalizie e a rivendicare con orgoglio la sua vera natura.
La seconda parte del libro lascia la parola, invece, a tutti quegli alberi (come il cipresso di Montezuma o il Baobab africano) che sono caratterizzati non più dalla lunghezza del tronco, ma dalla loro irraggiungibile larghezza.
Terminata la suddivisione delle piante in base al tronco, Voci dal mondo verde si concentra successivamente sulle foglie e sulle radici, portando il lettore a fare la scoperta della Ninfea Gigante, del Rabarbaro o del Fico strangolatore: tutti arbusti degni di un guinness dei primati in virtù delle loro estremità.
Spaziando poi per fiori, condizioni di crescita e usi alimentari, l’opera compie un ideale giro del mondo in chiave erboristica, lasciando sempre che sia l’impersonificazione delle piante trattate a rappresentare il fulcro della narrazione.
Tra gli infiniti punti di forza di un’opera davvero originale e curata vi è senza dubbio la capacità di trasmettere nozioni e curiosità, in grado di fornire un ritratto davvero esaustivo di quel concetto di biodiversità al quale ci richiamiamo di continuo, spesso in modo improprio.
Realizzato in collaborazione con l’orto botanico Università di Padova, con la Bottega Finzioni e con la Scuola di scrittura di Bologna, Voci dal mondo verde trasmette, per tutto il corso della lettura (o della consultazione,) un senso di quiete e di pace, derivante dalla capacità di argomentare senza costruire edifici dogmatici o complessi nozionistici impossibili da tenere a mente.
Dedicato a tutti coloro che desiderano entrare in contatto davvero con la Natura (seppur a livello mediato), Voci dal mondo verde rappresenta un valido spunto per iniziare a trattare con i bambini tematiche legate al mondo delle piante e per raschiare quella patina misticheggiante da social network che prevede la Natura stessa alla stregua di un semplice contraltare della chimica.